D'Amato, USD San Nicola: "Piscitella è un gran talento, Luis Enrique un maestro del calcio"

09.02.2012 22:04 di  Gabriele Chiocchio   vedi letture
Fonte: MondoPallone.it - Francesco Loiacono
D'Amato, USD San Nicola: "Piscitella è un gran talento, Luis Enrique un maestro del calcio"
Vocegiallorossa.it
© foto di Alberto Fornasari

Il giovane Giammario Piscitella ha fatto il suo esordio in Serie A domenica scorsa nella vittoriosa sfida con l’Inter ed è stato confermato contro ogni pronostico nel recupero di Catania, nel quale non ha assolutamente sfigurato. Il portale Mondopallone.it ha contattato Lorenzo D’Amato, direttore della scuola calcio U.S.D. San Nicola, di Castel Cisterna, in provincia di Napoli, da dove è partita la carriera da calciatore del giovane giallorosso.

Signor D’Amato, partiamo dall’ultimo evento: l’ascesa di Piscitella. Ci parli del ragazzo.
“Gianmario lo vidi per la prima volta quando aveva dieci anni: giocava a San Marzano con la squadra del suo paese, dove ci presentammo per una partita amichevole. Le nostre compagini sono sempre state fortissime, eppure quel giorno incontrammo delle difficoltà e la sfida finì 4 a 4. Due gol li fece proprio questo gran talento. Parlai subito con il presidente del San Marzano, Franza, e portai il ragazzo a Castel Cisterna; dopo una stagione mostruosa Gianmario partì per Empoli, club per il quale lavoro da osservatore dal 1984. Il primo calciatore che diedi ai toscani fu Nicola Caccia”.

Luis Enrique ha avuto un bel coraggio a gettarlo nella mischia…
“Lo spagnolo è un maestro del calcio! Ieri la Roma ha schierato in attacco un tridente composto da un ‘91, un ‘92 e un ‘93. Abbiamo mai visto una grande squadra italiana fare una cosa del genere? Le dirò di più: tra non molto i giallorossi diventeranno una potenza del calcio, qualcosa di molto simile al Barcellona”.

Catania – Roma le avrà fatto battere il cuore all’impazzata: Piscitella e Lodi in campo, Montella in panchina.
“E’stata una sensazione bellissima, indescrivibile. Facciamo tanti sacrifici per conciliare il lavoro, quello vero, con il calcio, ma quando capiti di fronte a serate del genere ti senti ripagato e orgoglioso. Lo vuole un aneddoto su Montella? Da piccolo si sentiva un portiere, era ostinato e se la prese nel momento in cui lo spostai in attacco. Gli dissi testuali parole: “Con un 1.72 di altezza, al massimo il portiere lo puoi fare in un palazzo”.