Champions alle porte, dove il Milan non convince. L'Inter trema, la Roma con fiducia
Tredicesima giornata di campionato archiviata, non c’è tempo per gioire o disperarsi. In arrivo il quinto turno dei gironi eliminatori di Champions League, situazioni da mettere in luce per le tre italiane impegnate nella massima competizione europea.
L’assioma iniziale è il seguente: nessuna delle tre è ancora certa della qualificazione agli ottavi di finale, l’incipit della fase ad eliminazione diretta. Andiamo in ordine cronologico: martedì, ore 20:45, vanno in scena il Girone E ed il Girone G, rispettivamente Roma e Milan.
GIRONE E – La classifica recita: Bayern Monaco 12, Roma 6, Basilea 3, Cluj 3. Gare in previsione: Roma-B.Monaco, Basilea-Cluj. I tedeschi finalisti della passata edizione, ma ora in crisi in Bundesliga, sono i padroni assoluti del girone, primi a punteggio pieno e già qualificati alla fase finale; verrebbe da pensare ad una gita fuori porta per gli uomini di Van Gaal, ma chi conosce un po’ le peculiarità e i pregi del calcio tedesco sa che risulterà difficile osservare all’Olimpico una squadra appagata. La Roma dal canto suo arriva alla supersfida nel migliore dei modi, rinfrancata dalla fiducia ritrovata e, seppur con qualche giocatore non al meglio e di rientro da infortuni, con alcuni interpreti in stato di grazia, vedi Menez e Borriello su tutti, ma anche Julio Sergio, Juan, Greco, Simplicio. Se aggiungiamo al piatto una qualità indiscussa, gli ingredienti per ben figurare ci sono tutti: una vittoria chiuderebbe il discorso qualificazione, il pareggio potrebbe andare bene agli uomini di Ranieri.
GIRONE G – Real Madrid 10, Milan 5, Ajax 4, Auxerre 3. Incontri: Auxerre-Milan, Ajax-Real Madrid. Ecco dove il Milan finora non ha convinto. Ed è un eufemismo, oltre che una controtendenza rispetto alla storia rossonera. Male con l’Ajax alla prima, una doppietta di Ibrahimovic a sancire la vittoria contro il modesto Auxerre, doppia sfida disastrosa contro il Real di Mourinho. Disastroso è qualcosa che va oltre i risultati delle due sfide: la netta sconfitta di Madrid ha evidenziato tutti i limiti di una squadra (non) costruita sulle giocate di un solo uomo. Inutile fare nome e cognome. E non perché non ci sia altro nella rosa, anzi; Allegri però ha deciso così, è Ibra il terminale, il trascinatore, il goleador, l’uomo assist, colui che fa salire la squadra, chi prende i falli e chi più ne ha più ne metta. Ciò che premia in Champions League solitamente però è l'espressione della squadra: Mourinho docet, Guardiola ancora di più e se guardiamo a ritroso nel tempo troviamo soltanto conferme a riguardo. L’imperativo per il Milan è vincere in Francia sul campo della attuale decima forza della Ligue1 per non complicarsi decisamente la vita europea.
Mercoledì, ore 20:45, tocca al Girone A dell’Inter. Inevitabilmente la situazione più “calda” delle tre analizzate. La ragione è indiscutibile: la crisi dei Campioni d’Europa.
GIRONE A – Tottenham 7, Inter 7, Twente 5, Werder Brema 2. Le partite: Inter-Twente, Tottenham-Werder Brema. Contro qualunque squadra giocasse l’Inter quest’oggi, i tifosi nerazzurri avrebbero solo di che preoccuparsi. Gli olandesi del Twente, secondi in Eredivisie ed appena sconfitti in casa dall'Az Alkmaar, sono con ogni probabilità un avversario mediocre, domani giganti al “cospetto” dell’Inter. Quando svaniscono le sicurezze date da anni di trionfi è così, si perde la bussola. E può succedere di tutto, ogni cosa. Al più inguaribile pessimista del resto immaginare l’Inter sesta in campionato sarebbe risultato un arduo esercizio di fantasia, così come osservare giocatori dalle carriere auree lasciare il campo da gioco con il capo chinato verso il basso. Come a riflettere, a chiedersi: “ma è possibile tutto ciò”? A quanto pare la risposta è affermativa. Il segnale più evidente è riscontrabile nell’intensità di gioco, nulla se paragonato a quanto ammirato nel recente passato; le attenuanti da cercare nelle (non) scelte societarie in chiave mercato, nel rilassamento agonistico e nella spaventosa serie di infortuni accaduta a pedine essenziali dello scacchiere nerazzurro. Ma poi se perde la testa uno come Eto’o ogni spiegazione lascia il tempo che trova… domani l’occasione per non compromettere il cammino europeo.