Addio all'Europa tra le polemiche

26.08.2011 17:15 di  Gabriele Chiocchio   vedi letture
Fonte: PaeseSera - Lorenzo Serafini
Addio all'Europa tra le polemiche
Vocegiallorossa.it
© foto di Alberto Fornasari

Poteva essere una serata di festa. Doveva essere una serata di festa. I presupposti c’erano tutti: Stadio Olimpico quasi esaurito (oltre ogni più rosea aspettativa), DiBenedetto accolto tra gli applausi scroscianti, cori festosi alla presentazione dei nuovi giocatori, Osvaldo incluso. L’imperativo della serata è battere lo Slovan Bratislava con almeno due gol di scarto. Impresa quanto mai possibile. La partita, la sostituzione, i fischi - Bojan sbaglia un gol facile dopo solo un minuto, c’è delusione, ma la partenza è quella giusta. La Roma cresce, non crea molto, ma concede poco e tiene il pallone tra i piedi. Gli Slovacchi difendono bene, un 4-5-1 che non lascia spazi agli attaccanti. Però Francesco Totti è in serata, sembra aver messo da parte le critiche, il rancore, la rabbia dopo l’esclusione dalla partita di andata. Il capitano della Roma non affida alle parole quanto vorrebbe dire, ma lascia parlare il campo. Accade così che nel primo tempo ogni pallone che tocca è fatato, finisce sempre sui piedi del compagno, non c’è una sbavatura, non c’è un errore. Batte un calcio d’angolo, Perrotta raccoglie in scivolata e dopo 10 minuti la qualificazione è di nuovo in bilico. 1-0 Roma. Il primo tempo si conclude tra gli applausi dell’Olimpico, e la netta sensazione che sarà una bella serata. Nel secondo tempo le occasioni per raddoppiare si moltiplicano, ma i giallorossi peccano in cinismo. Al 74’ Luis Enrique sorprende tutti: fuori Francesco Totti, dentro Stefano Okaka. L’Olimpico esplode in una bordata di fischi verso il tecnico asturiano. Il numero 10 giallorosso abbraccia il compagno che sta per entrare, poi scuro in volto come poche altre volte, fugge negli spogliatoi. La Curva lo sostiene, “c’è solo un capitano, c’è solo un capitano”, quasi a volerlo ricordare al tecnico spagnolo. Esce Totti, la Roma si sgonfia, Stepanovsky la condanna. E sono di nuovo fischi. Reazioni e polemiche – In sala stampa l’atmosfera è rovente, Luis Enrique deve spiegare la sostituzione, non gli si chiede praticamente altro. “Chi lo dice che la Roma senza quel cambio avrebbe vinto? Non credo sia il caso di giustificare ogni mia scelta”. Poche e decise parole nelle risposte del tecnico asturiano, che ha ben chiaro cosa tutti si aspettano di sentire, ma non si scompone, rimane rigido e determinato nelle sue convinzioni.

“Immagino che questa non sia una situazione nuova a Roma, ci sono passati già tanti allenatori. Ripeto, quello che ho fatto l'ho fatto per il bene della squadra anche se il risultato dice il contrario. E poi non è detto che con Totti lo Slovan non avrebbe segnato, nessuno può mettere in discussione le mie scelte”. La società sembra appoggiare le scelte del tecnico. DiBenedetto chiede pazienza ai tifosi e non appare allarmato. “Si sono visti dei progressi rispetto alle precedenti uscite che testimoniano il lavoro fatto. Ci vuole pazienza, ci dispiace per l'eliminazione ma dobbiamo lavorare tutti insieme perchè il progetto è appena iniziato”. Walter Sabatini appare decisamente provato, non si aspettava sicuramente una serata così  difficile. Non può tirarsi indietro quando gli viene chiesto della sostituzione di Totti: “Non posso negare che non è stato un cambio fortunato. Dopo 70 minuti magari era stanco”. E’ preoccupato Nicolas Burdisso, e invita tutti ad assumersi le proprie responsabilità: “Adesso sarà un anno durissimo, saremo in tanti. I più grandi devono metterci la faccia, e guardare avanti, sia se siamo in 15, in 20 o in 30”. Simone Perrotta invece difende le scelte dell’allenatore, e si mostra fiducioso per il futuro. “Enrique è un insegnante di calcio e la squadra si sta applicando molto bene. Stiamo lavorando con criterio e intensità. Con la consapevolezza che quello che stiamo facendo è un lavoro giusto. Siamo sicuri che darà dei frutti anche se non sappiamo quando. La strada intrapresa è quella giusta”. Le reazioni più dure arrivano però dalla piazza. Se Totti è luce che illumina i tetti di Roma, bisogna fare attenzione nel momento in cui si decide di spengerla improvvisamente. Il buio fa paura, e c’è sempre il pericolo di inciampare.