ESCLUSIVA VG RADIO - Gautieri: "Il campionato non è chiuso, ma la Roma non deve più perdere terreno. In Europa niente esperimenti"

23.11.2016 12:58 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - TMW Radio
ESCLUSIVA VG RADIO - Gautieri: "Il campionato non è chiuso, ma la Roma non deve più perdere terreno. In Europa niente esperimenti"
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© foto di Federico Gaetano

L'ex giallorosso, ora allenatore, Carmine Gautieri, è intervenuto ai microfoni di VG Radio su TMW Radio.

Come giudica le due facce della Roma a Bergamo?
"Nel primo tempo ha legittimato il risultato, Salah poteva chiuderla. Nel secondo tempo è uscita l'Atalanta, anche fisicamente hanno avuto qualcosa in più. Penso che se la Roma avesse sfruttato le occasioni del primo tempo oggi staremmo parlando d'altro, anche se l'Atalanta gioca un gran calcio".

La Roma aveva pensato di aver già vinto?
"L'Atalanta aveva qualcosa in più a livello fisico, l'ha vinta lì. Ma se nei primi 45 minuti hai occasioni da gol le devi sfruttare, perché un episodio può farti perdere la partita. Prima del rigore ci sono stati 20 minuti in cui l'Atalanta ha fatto la partita".

La Roma è Salah-dipendente?
“Penso che la Roma crei tantissimo, se Salah riuscisse a sfruttare il 70% delle occasioni che ha, potrebbe fare 25 gol all’anno. Deve migliorare il discorso finalizzativo, ma la Roma gioca un gran calcio, crea tanto, non è Salah-dipendente. A mio avviso la Roma deve lavorare sugli errori, a Bergamo ce ne sono stati tanti. Ma la Roma gioca un calcio spettacolare”.

Il campionato è chiuso?
“Il campionato non è chiuso, la Juventus può compiere qualche passo falso. È normale che la Juventus può fare 1-2 passi falsi e poi riprende il cammino, oggi la Roma non deve perdere più terreno. I punti di distacco sono tanti, ma possono essere anche pochi. Davanti c’è una squadra che vince sempre e continuerà a farlo se le altre non si mettono alla pari. L’anno scorso sembrava fuori dai giochi, poi ha vinto il campionato”.

La differenza tra la Juventus e la Roma è di organico o di mentalità?
“Dico che Spalletti, rispetto all’anno scorso, ha dato una mentalità importante, un qualcosa di importante e duraturo. Se vediamo le rose delle contendenti, la Juventus ha qualcosa in più, inutile nasconderci. Secondo me bisogna, a livello di società, dare qualcosa in più come acquisti. Anche se la Roma sono anni che compra giocatori di grande prospettiva, come Pjanić, Benatia e altri. Però è normale che per essere alla pari della Juventus ci voglia qualcosa in più”.

Dove può arrivare la Roma in Europa League?
“La Roma può giocarsi la finale, può giocarsi il campionato. L’Europa League è diversa dal campionato, va sfruttata al massimo, ci sono squadre importanti. La Roma può arrivare fino in fondo, dipende solo dalla Roma, quando fa la Roma non ce n’è per nessuno. A Napoli ha affrontato una delle migliori squadre del campionato, vincendo legittimando il risultato”.

Sulla formazione contro il Viktoria Plzen.
“Chi meglio di Spalletti può capire i migliori da mettere in campo? La rosa è competitiva, deve giocare chi sta meglio. Un atleta può fare tre partite in una settimana. La scelta di Spalletti è mettere i giocatori che stanno meglio, ogni partita deve essere importante, anche un’amichevole va sempre vinta, senza esperimenti”.

Come si riparte dopo una sconfitta?
“I primi a starci male e a parlare sono i giocatori, anche durante il viaggio di ritorno. L’allenatore deve essere bravo a far capire gli errori e Luciano su questo è un fenomeno, poi quando metti di fronte ai giocatori la realtà dei fatti sono i primi a voler rigiocare e far sì che questo non accada più”.

Si dice che la Roma non abbia la lotta nel DNA, ma ha giocatori come De Rossi, Nainggolan, Strootman che non sono molto teneri e si fanno rispettare. Perché si dice questo?
“In Italia siamo bravi a cambiare subito opinioni e discorsi. Se guardiamo la Roma, andiamo a trovare cosa si pensava della Roma 20-25 giorni fa, si parlava di una squadra di personalità e di lottatori. Sono gli stessi giocatori. Non è un discorso di lottatori o mentalità, è un discorso che le partite si vincono e si perdono, i giocatori sono sempre gli stessi. Bisogna lavorare sulla forza mentale, la Roma non fa squadre scarse, chi è alla Roma deve capire che è un grande giocatore e può vincere tutte e tre le competizioni. Chi gioca a Roma non deve essere diverso dai giocatori delle grandi”.

Sabatini ha detto che il suo più grande fallimento è stato non inculcare ai giocatori l’obbligo di vincere. È d’accordo?
“Penso che Sabatini abbia fatto un lavoro straordinario, ha preso giocatori incredibili, forti, che oggi in Europa tutti desiderano. Basti guardare Lamela, Benatia, Pjanić… Sabatini vuole sempre vincere e migliorare, credo abbia fatto un grandissimo lavoro e abbia dato una mentalità importante a questa società. A Roma ci sono passato, non è così, i tempi sono cambiati, però posso dire che quando perdi una partita stai male, ti vuoi rifare subito, il problema del calcio italiano è la Juventus, che ogni anno vince e stravince, se non ci fosse stata la Juventus se lo sarebbero giocato gli altri. Ieri la Juventus ha vinto 3-1 dopo essere andata sotto”.

Strootman non è sembrato brillante in questo periodo…
“Dobbiamo capire che viene da un serio infortunio, ha dato un qualcosa di importante, ha qualità e quantità, dà equilibrio anche quando sta male. È normale che quando vieni da un infortunio, perdi qualcosa e poi lo ritrovi. Penso che Strootman possa fare comodo a qualsiasi squadra, è un giocatore straordinario”.

Gerson dovrebbe essere mandato in un’altra squadra in prestito? Che giocatore ha visto?
“Quando uno ha poco spazio è normale che riesci a vedere poco, chi gioca poco non ha continuità. Ha grandissima prospettiva, è normale che in questo momento potrebbe giocare da un’altra parte per averlo pronto l’anno prossimo. È un giocatore importante, in una rosa come quella della Roma ci può stare. Ogni giocatore vuole giocare con continuità. È giusto che un giocatore come Gerson vada a giocare per diventare maturo”.

Quali sono i suoi programmi futuri?
“Noi allenatori facciamo un lavoro particolare, c’è stata qualche chiamata non andata in porto. Aspettiamo quella giusta per andare a lavorare. È il mio pensiero e quello dei colleghi che stanno aspettando. Ci sono stati contatti con società, ma è una questione di correttezza e non è giusto dirlo, volete sapere troppo (ride, ndr)”.