Voglia di riscatto
"Sono un po’ triste per non aver giocato tanto dall’inizio e per non essere riuscito a segnare contro il Milan, ma comunque mi sono sentito molto bene. Sono in forma e motivato per dimostrare chi sono". Queste sono state le parole di ieri dell'attaccante giallorosso Patrick Schick, direttamente dal ritiro della sua Nazionale, la Repubblica Ceca.
Parole che sembrano cozzare con l'inizio di stagione dell'ex Samp, non dei più esaltanti: tre presenze, di cui una da titolare, per un totale di 121', zero gol segnati e qualcuno sbagliato (rivedere Roma-Atalanta per eventuali chiarimenti).
Eppure la preseason per Schick è stata decisamente sopra alla sufficienza, soprattutto durante la International Champions Cup: un gol all'esordio della competizione contro il Tottenham, un rigore procurato contro il Barcellona e un assist contro il Real Madrid.
Il segnale che ne deriva, attraverso il confronto con questo inizio di stagione, è quello di un giocatore dai grandi (grandissimi) mezzi tecnici, che non riesce, però, ancora ad esprimerli nelle gare che contano.
La società e Di Francesco sanno di avere davanti un potenziale crack e non sembrano avere intenzione di rinunciare al suo utilizzo.
Ora che il tecnico giallorosso tornerà al suo canonico 4-3-3, abbandonando i moduli sperimentali che poco hanno fatto in queste gare, per Schick ci sarà l'ennesima opportunità per dimostrare il suo valore sia da esterno destro di attacco, ruolo non suo ma in cui, paradossalmente, è parso brillare di più, sia da vice Dzeko al centro dell'attaco, con la speranza di dare quel quid in più a una Roma priva (ancora) di una vera identità.