Uomo chiave

08.11.2016 10:30 di  Alessandro Carducci  Twitter:    vedi letture
Uomo chiave
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Quando una partita finisce 3-0 e tutti i tre gol hanno la stessa firma, allora l'autore della tripletta non può che essere il man of the match. È giusto, quindi, che Mohamed Salah finisca in copertina e si prenda le meritate ovazioni.
Non si può però non sottolineare l'ottima prestazione di Diego Perotti: l'argentino ha servito il primo assist all'egiziano e ha dominato sulla fascia sinistra, stravincendo il duello con Krafth. Dopo averlo utilizzato lo scorso anno come trequartista, in questa stagione l'ex Genoa è tornato nella posizione preferita, largo a sinistra. Lontano dal traffico del centro, Perotti mette in mostra la sua esplosività, la sua energia. Contro il Bologna è stato il giocatore ad aver tentato più dribbling di tutti, 16, vincendone 13 e perforando la difesa emiliana.

Dopo di lui Dzeko si è attestato addirittura a quota 8 dribbling tentati. Negli uno contro uno è il migliore nella Roma, con il 91% di dribbling riusciti, dopo Francesco Totti ovviamente (93%). Superato il suo avversario, Perotti ha nell'arco diverse frecce: il cross (ne ha fatti più di tutti domenica), l'assist o il tiro in porta, l'unico aspetto su cui deve realmente migliorare. La forza di Perotti non si esaurisce qui: del suo ruolo abbiamo già parlato, la sua capacità di occupare diverse posizioni è ben nota (anche se dalla fascia destra la sua capacità nei dribbling crolla drasticamente), ma poco si parla della sua bravura in fase di interdizione. Perotti è un lottatore, non si risparmia mai, dà una mano in fase difensiva ma è ancora più efficace nel recuperare palloni nella metà campo avversaria, lì dove può fare maggiormente male. Contro il Bologna il recupera palloni per eccellenza è stato Rüdiger (8) ma anche l'argentino si è difeso bene con 7 palle recuperate, di cui 6 nella metà campo degli emiliani, permettendo così ai capitolini di aggredire rapidamente l'area avversaria.
Unico dato negativo, quello relativo alle perse: ben 8, giustificate almeno in parte dal fatto che l'argentino è stato il calciatore a toccare più palloni dopo De Rossi, oltre a essere il giocatore a tentare più spesso l'uno contro uno.
Sacrificio, qualità, forza, energia, intelligenza tattica: si spiega così perché quando sta bene Spalletti proprio non riesca a fare a meno di lui.