Un Chi...occhio al Regolamento - Roma-Catania 2-2
Torna il campionato e torna Un Chi...occhio al Regolamento, la rubrica di Vocegiallorossa che non vuole essere una semplice moviola degli episodi caldi delle partite, ma che si occupa invece, prendendo spunto da ciò che accade sul terreno di gioco, di spiegare parti del Regolamento del gioco, a volte un po' oscure ai più.
La novità di quest'anno è la composizione di quello che ormai possiamo definire un vero e proprio team arbitrale: ad arbitro, assistenti e quarto uomo si aggiungono i due giudici d'area, che abbiamo imparato a conoscere nelle competizioni internazionali e che da questa stagione agiranno anche in campionato. Il sestetto guidato dal sig. Andrea De Marco ci ha regalato diversi episodi sicuramente interessanti per la nostra analisi.
Al 25', il difensore giallorosso Leandro Castan viene colpito sul volto dal pallone calciato da distanza ravvicinata da Barrientos e rimane a terra. L'azione prosegue con la Roma in possesso di palla, ma De Marco la interrompe per permettere al centrale brasiliano di riprendersi. Quello di interrompere il gioco per questo motivo è allo stesso tempo un potere e un dovere dell'arbitro, dalla cui discrezione dipende la decisione di proseguire o meno:
L’arbitro:
(...)
interrompe la gara se, a suo giudizio, un calciatore è gravemente infortunato e si assicura che sia trasportato al di fuori del terreno di gioco; tale calciatore potrà rientrare sul terreno di gioco solo quando il gioco sarà ripreso e dopo aver ricevuto l’autorizzazione da parte dell’arbitro;
(...)
(da "Il Regolamento del Giuoco del Calcio", ed. 2011, Regola 5 "L'arbitro").
In questo caso, Castan non ha avuto bisogno di soccorsi e non è stato quindi trasportato fuori dal campo. Ciononostante, De Marco ha considerato "grave" l'infortunio e ha deciso di fermare il gioco.
Al 29', l'episodio più importante del match. Su un calcio di punizione battuto da Francesco Lodi, Sergio Almiron conclude verso la porta trovando la deviazione di Daniel Pablo Osvaldo; il pallone arriva a Giovanni Marchese, che al momento della conclusione del compagno si trovava in posizione di fuorigioco, il quale calcia e segna il gol dell'1-0. Tale situazione è perfettamente codificata dal Regolamento:
Quando il pallone, su tiro o passaggio del compagno, viene toccato per ultimo da un avversario, la posizione di un calciatore in fuorigioco viene sanata?
No, poiché l’individuazione del fuorigioco deve essere effettuata al momento del tocco del compagno. Se, però, il pallone è giocato (toccato dopo essere stato posseduto e/o controllato, non semplicemente deviato) da un avversario, non esiste più infrazione di fuorigioco.
(da "Il Regolamento del Giuoco del Calcio", ed. 2011, Guida Pratica AIA alla Regola 11 "Il Fuorigioco").
La discriminante è dunque tra deviazione e giocata dell'avversario del giocatore che calcia il pallone. Appare improbabile che Osvaldo volesse giocare un pallone scagliato con potenza verso la porta del suo compagno Stekelenburg, dunque la posizione di fuorigioco di Marchese non viene sanata dalla sua deviazione.
All'85, Fabio Sciacca sta per entrare in campo al posto di Marco Biagianti, ma viene fermato dal quarto uomo perché indossa ancora un braccialetto, coperto da una vistosa fasciatura. Tale pratica non è però permessa dal Regolamento:
Tutti i gioielli (collane, anelli, braccialetti, orecchini, strisce di cuoio o di gomma ecc.) sono severamente vietati e devono essere tolti. Usare nastro adesivo per coprire i gioielli non è consentito.
(da "Il Regolamento del Giuoco del Calcio", ed. 2011, Interpretazioni delle Regole del Giuoco e Linee Guida per Arbitri alla Regola 4 "L'Equipaggiamento dei Calciatori").
Il centrocampista è stato dunque costretto a rimuovere il monile prima di entrare in campo, scatenando tra l'altro la reazione stizzita di Francesco Totti, vista la perdita di tempo causata dalla cosa.