Un Chi...occhio al Regolamento - Roma-Catania 2-2
Nell'ultima gara stagionale all'Olimpico, la quaterna arbitrale guidata da Sebastiano Peruzzo, sezione di Schio, ci lascia i consueti spunti per la nostra analisi sul Regolamento. Il nostro scopo non è infatti quello di proporre una pura e semplice "moviola", ma di spiegare in base a quali punti del Regolamento l'arbitro prende determinate decisioni.
Al 10', l'arbitro accorda un calcio di punizione indiretto al Catania in seguito ad un contrasto tra Francesco Totti e Giovanni Marchese. Il capitano giallorosso è, tra i due, quello che subisce il contatto, ma non per questo la sua azione non è da considerarsi fallosa. Il gioco pericoloso, infrazione per la quale si assegna un calcio di punizione indiretto segnalato dall'arbitro alzando un braccio, non prevede infatti un contatto tra i due calciatori:
Per "gioco pericoloso" si intende una qualsiasi azione di un calciatore che, nel tentativo di giocare il pallone, mette in pericolo l'incolumità di qualcuno (incluso se stesso). Il gioco pericoloso viene commesso quando c'è un nelle vicinanze un avversario, al quale si impedisce di giocare il pallone per timore di infortunarsi.
(da "Il Regolamento del Giuoco del Calcio, ed. 2011, Interpretazione delle Regole del Gioco e Linee Guida per Arbitri alla Regola 12 "Falli e Scorrettezze")
Nel contrasto avviene anche un contatto irregolare di Marchese su Totti, ma la prima infrazione è del romanista, che entra a "gamba tesa" nei confronti dell'avversario.
Al 57', il Catania usufruisce di un calcio di rigore per un fallo di Gabriel Heinze su Barrientos. Il fallo avviene a ridosso del vertice destro dell'area di rigore, e l'arbitro decide di non ammonire il difensore argentino. Essendo stato certamente commesso il fallo con negligenza, il criterio per determinare la necessità di un provvedimento disciplinare, oltre a quello tecnico del calcio di rigore, è il seguente:
Un calciatore dovrà essere ammonito per comportamento antisportivo se adesempio:
(...)
commette un fallo con il fine tattico di interferire o di interrompere una promettente azione d'attacco;
(...)
(da "Il Regolamento del Giuoco del Calcio, ed. 2011, Interpretazione delle Regole del Gioco e Linee Guida per Arbitri alla Regola 12 "Falli e Scorrettezze")
Il sig. Peruzzo ha valutato che, trovandosi l'attaccante brasiliano in posizione defilata ed essendo presenti diversi difensori della Roma in ara di rigore, l'azione d'attacco del Catania non fosse promettente, Tale decisione è a discrezione dell'arbitro, che valuta di volta in volta se un'azione d'attacco è da considerarsi promettente o meno.
Al 67', dopo il gol del momentaneo 2-1 degli ospiti, Peruzzo ammonisce Miralem Pjanic, che era andato a parlare con il direttore di gara, probabilmente protestando in modo eccessivo per l'assegnazione del calcio di punizione che ha portato alla rete di Giovanni Marchese. Il Regolamento in questo senso è molto chiaro e deciso:
Un calciatore che manifesta dissenso protestando (verbalmente o non) contro una decisione dell'arbitro deve essere ammonito.
(da "Il Regolamento del Giuoco del Calcio, ed. 2011, Interpretazione delle Regole del Gioco e Linee Guida per Arbitri alla Regola 12 "Falli e Scorrettezze")
Fosse applicato alla lettera, tuttavia, i vari direttori di gara sarebbero costretti a sventolare cartellini a raffica a ogni calciatore in campo, viste le diverse proteste che si verificano a ogni decisione importante di arbitri e assistenti. E' prassi adottare il provvedimento disciplinare quando la protesta supera un certo limite, come nel caso del centrocampista bosniaco.
Al 73', l'attaccante Gonzalo Bergessio resta contuso a terra dopo un contrasto falloso di Rodrigo Taddei; l'infortunio - seppur momentaneo - richiede l'intervento dello staff sanitario etneo, che entra in campo per curare il giocatore argentino. In casi del genere, la procedura da seguire è descritta in modo dettagliato dal Regolamento:
L'arbitro:
(...)
interrompe la gara se, a suo giudizio, un calciatore è gravemente infortunato e si assicura che sia trasportato al di fuori del terreno di gioco; tale calciatore potrà rientrare sul terreno di gioco solo quando il gioco sarà ripreso e dopo aver ricevuto l'autorizzazione da parte dell'arbitro;
(...)
(da "Il Regolamento del Giuoco del Calcio, ed. 2011, Regola 5 "L'arbitro")
Dopo essere stato medicato, Bergessio viene mandato fuori dal terreno di gioco e attende per rientrare il segnale dell'arbitro, che richiama il giocatore in campo facendo un cenno col braccio una manciata di secondi dopo la battuta del calcio di punizione da parte della squadra di Vincenzo Montella. Qualora questa procedura non fosse stata seguita correttamente, il calciatore protagonista dell'infrazione sarebbe dovuto essere ammonito.
Il giudizio sull'interruzione o meno del gioco è esclusiva competenza del direttore di gara. Al 78', Bergessio rimane nuovamente a terra per un altro colpo subìto, ma l'arbitro non interrompe il gioco. I giocatori della Roma proseguono la loro azione, mentre quelli del Catania si fermano attendendo quello che poteva essere sì un gesto di fair-play, ma che nel Regolamento non è contemplato. Le proteste etnee nei confronti dei giocatori giallorossi sono dunque immotivate, in quanto, non essendo stato interrotto il gioco da parte dell'arbitro, la Roma aveva tutto il diritto di proseguire nella sua azione di gioco.