Tar del Lazio, è il giorno di Cagliari-Roma
Nella tarda mattinata di oggi avrà luogo l'udienza per il ricorso del Cagliari al Tar del Lazio per la nota vicenda Cagliari-Roma, chiedendo quindi l’immediata ripetizione dell’incontro, prima della fine di questo campionato.
I FATTI - Cagliari-Roma si sarebbe dovuta giocare sette mesi fa, esattamente il 23 settembre. Fu invece rinviata dal Prefetto di Cagliari dopo il comunicato con il quale il presidente del club sardo, Massimo Cellino, aveva invitato i propri tifosi a recarsi allo stadio, nonostante la gara dovesse disputarsi a porte chiuse, proprio per ordine della Prefettura. Il Giudice Sportivo aveva così decretato lo 0-3 a tavolino per la Roma, decisione confermata il 20 novembre scorso anche dalla Corte di Giustizia Federale. Nel frattempo, il Cagliari aveva presentato ricorso anche al Tar della Sardegna, affinché annullasse il decreto con il quale il Prefetto di Cagliari aveva rinviato la gara. Il Tar aveva poi accolto il ricorso del Cagliari ma il provvedimento, a causa dell'autonomia della giustizia sportiva, non ha potuto avere alcun effetto sulla decisione della Corte di Giustizia Federale di decretare la vittoria a tavolino della Roma. Il Cagliari però, lo scorso 20 dicembre, aveva presentato ricorso all’Alta Corte di Giustizia del Coni (il terzo e ultimo grado della Giustizia Sportiva), che ha dato nuovamente ragione alla Roma confermando la vittoria dei giallorossi.
IL TAR – Il Tribunale Amministrativo del Lazio è l’unico deputato a risolvere “ogni altra controversia avente ad oggetto atti del Comitato olimpico nazionale italiano o delle Federazioni sportive non riservata agli organi di giustizia dell'ordinamento sportivo“, così come recita l’art 3 della legge 280 del 2003, che regola i rapporti tra la Giustizia ordinaria e quella sportiva. In particolare, “è riservata all'ordinamento sportivo la disciplina delle questioni aventi ad oggetto l'osservanza e l'applicazione delle norme regolamentari, organizzative e statutarie dell'ordinamento sportivo nazionale e delle sue articolazioni al fine di garantire il corretto svolgimento delle attività sportive”.
LA SENTENZA 49 DEL 2011 - Una sentenza della Corte Costituzionale di due anni fa aiuta a chiarire i rapporti tra giustizia sportiva e ordinaria. Nella fattispecie, il Tar sollevò la questione di legittimità costituzionale di alcuni commi del già citato decreto legge n. 220 del 2003, convertito, con modificazioni, nella legge n. 280 del 2003 “nella parte in cui riserva al giudice sportivo la cognizione sulle controversie relative alle sanzioni disciplinari non tecniche inflitte ad atleti, tesserati, associazioni e società sportive, sottraendola al giudice amministrativo, anche là dove esse incidano su diritti ed interessi legittimi che, per l’ordinamento generale, il rimettente TAR è chiamato a tutelare”. La Corte Costituzionale dichiarò non fondate le perplessità del Tar, legittimando quindi definitivamente l’autonomia dell’ordinamento sportivo.
IL RICORSO DEL CAGLIARI – La sentenza 49 del 2011 della Corte Costituzionale potrebbe quindi venire in aiuto alla Roma, che farà leva proprio sull’autonomia della giustizia sportiva, che si è già pronunciata in merito alla vicenda Cagliari-Roma, decretando la vittoria a tavolino dei giallorossi. Secondo il club giallorosso, difeso dall’avvocato Saverio Sticchi Damiani, il Tar può pronunciarsi esclusivamente in merito ad un risarcimento in denaro che la società sarda chiederà, in virtù della decisione del Tar della Sardegna di annullare il provvedimento con il quale il Prefetto di Cagliari aveva rinviato la gara. Come appreso da Vocegiallorossa.it, il club di Cellino punta invece al risarcimento mediante reintegrazione in forma specifica, con la restituzione cioè di quello che il Cagliari considera un bene tolto ingiustamente, e i legali del club chiederanno la possibilità quindi di disputare la gara prima della fine di questo campionato. In subordine, i sardi potrebbero chiedere il risarcimento del danno per equivalente monetario. Una decisione del genere andrebbe però a sconfessare la già citata sentenza 49 del 2011 della Corte Costituzionale, motivo per cui da Trigoria trapela una certa tranquillità.
LE MOTIVAZIONI DEL RICORSO - Il Cagliari, difeso dall’avvocato Mattia Grassani, si è rivolto all'avvocato Enrico Lubrano dello Studio Legale Lubrano & Associati, esperto nei rapporti tra giustizia ordinaria e giustizia sportiva. Queste le motivazioni del legale: “Il ricorso si fonda, tra l'altro, sul fatto che la decisione della Giustizia Sportiva di irrogare la sanzione della perdita della gara trovi il suo presupposto fondamentale nel provvedimento di differimento della stessa partita adottato dal Prefetto di Cagliari, poi annullato retroattivamente con sentenza del TAR Sardegna n. 130/2013; di conseguenza, secondo i principi pacificamente espressi dalla giurisprudenza amministrativa, la caducazione del c.d. atto presupposto determina irreversibilmente la caducazione automatica o, quantomeno, l'illegittimità derivata del provvedimento assunto sulla base di esso, ovvero, nel caso in questione, delle decisioni della Giustizia Sportiva contestate con il ricorso”.
La società sarda chiede quindi di rigiocare la gara: “Obiettivo del ricorso è di ottenere un ordine di giocare la gara in questione (mai effettivamente disputata) prima della conclusione del presente Campionato di Serie A, quale misura costituente il risarcimento, mediante reintegrazione in forma specifica (in conformità con quanto sancito dalla Corte Costituzionale, con sentenza n. 49/2011), degli interessi della Società ricorrente e dell'intero movimento calcistico (garanzia di regolarità del Campionato), illegittimamente lesi dai provvedimenti della Giustizia Sportiva”. Nel caso il Tar dovesse confermare la tesi della Roma, secondo cui cui il Tribunale Amministrativo sarebbe competente solo in merito ad un risarcimento per equivalente monetario, il Cagliari chiederà una nuova rimessione alla Corte Costituzionale della questione di legittimità costituzionale dell’art.2, lett. b, della legge n.280/2003, nella parte in cui si sottolinea come sia “riservata all'ordinamento sportivo la disciplina delle questioni aventi ad oggetto i comportamenti rilevanti sul piano disciplinare e l'irrogazione ed applicazione delle relative sanzioni disciplinari sportive”. La questione era già stata sollevata nel 2011 e aveva portato all’ormai nota sentenza 49/2011 ma, secondo l’interpretazione data dal Cagliari, la giurisprudenza successiva a tale sentenza avrebbe modificato i presupposti su cui si regge la sentenza stessa.
COSA ACCADRA’ – Il via ai lavori questa mattina è fissato per le 9.45. Il caso Cagliari-Roma sarà l'ultimo ad essere esaminato e l'udienza avrà quindi inizio attorno a mezzogiorno. Il club di Cellino chiederà un provvedimento cautelare con il quale si possa disputare la partita tra le due squadre. La decisione del Tribunale Amministrativo del Lazio sarà comunicata questa sera stessa o, al massimo, dopodomani. La società sarda avrebbe poi la possibilità di fare un ulteriore ricorso innanzi alla Sezione Sesta del Consiglio di Stato, che sarebbe discusso il 7 maggio o il 14 maggio.