Polemiche, tensioni, emozioni: questa è Juventus-Roma

28.09.2012 14:30 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Polemiche, tensioni, emozioni: questa è Juventus-Roma
Vocegiallorossa.it
© foto di Alberto Fornasari

Juventus, Roma. Il solo pronunciare consecutivamente il nome delle due squadre genera un incredibile mix di sensazioni e ricordi, di polemiche fuori e di grandi sfide dentro al campo. Domani assisteremo a un nuovo capitolo di questa estenuante rivalità, riaccesasi con il ritorno al successo dei bianconeri dopo anni di buio e il ritorno sulla panchina giallorossa di Zdenek Zeman, che già ha avuto modo di tornare ad accendere l'animo dei tifosi con alcune sue dichiarazioni riguardanti suoi vecchi "nemici" come Conte, Vialli e Ferrara.

Ma la faida tra le due società nasce ben prima dell'approdo di Zeman sulla panchina della Roma e, se vogliamo trovare una data precisa, non si può non parlare di ciò che accadde il 10 maggio del 1981. E' la ventottesima giornata (su trenta) del campionato di Serie A, al Comunale di Torino va in scena la sfida che di fatto assegnerà il titolo, dato che i bianconeri hanno appena un punto di vantaggio sui giallorossi e, vincendo, sorpasserebbero i loro avversari mettendo le mani su quello che sarebbe stato il secondo scudetto giallorosso. In quello che poi diventerà un copione fisso delle sfide tra le due negli anni '80, la Roma sciorina gioco grazie alla tecnica dei propri centrocampisti - Falcao su tutti - e la Juve, che può contare su due risultati, si limita a distruggere le trame di Liedholm col proprio gioco fisico e, a tratti intimidatorio, che porta all'espulsione di Furino per gioco violento. Passano pochi minuti e si scrive la storia: al 75', Turone fa centro su una torre di Roberto Pruzzo, portando in vantaggio la Roma. E' di fatto il gol che può valere il titolo, ma l'arbitro Bergamo assegna il calcio di punizione ai bianconeri, su segnalazione del proprio primo assistente che ravvisa la posizione irregolare del romanista, posizione che le moviole dell'epoca, seppur non supertecnologiche come quelle attuali, rivelano poi essere invece buona. E' l'episodio che accende definitivamente la lunga rivalità tra la Roma di Viola e la Juventus degli Agnelli, fatta di provocazioni piccate da una parte e di risposte di classe dall'altra, un duello che si ripeterà anche nei campionati successivi, tra cui quello del secondo scudetto giallorosso datato 1983.

Negli anni '90 la Roma non è più l'armata in continua lotta per lo Scudetto con i bianconeri, ma ancora una volta un guardalinee è protagonista di una sfida tra le due squadre. E' il 15 gennaio 1995 e si gioca al Delle Alpi, con Lippi e Mazzone sulle due panchine. Al 31' la Roma usufruisce di una rimessa laterale nella propria trequarti difensiva, di cui si incarica Aldair. Il difensore brasiliano, urtato dal primo assistente dell'arbitro Stafoggia, sbaglia l'esecuzione della rimessa regalando il pallone a Ravanelli che va a far gol, con ferventi polemiche causate dalla decisione di non rigiocare l'azione. Le polemiche poi divampano con l'assegnazione alla Juventus del rigore del raddoppio per un fallo di Petruzzi su Vialli (autore anche del gol del 3-0) che inizia fuori dall'area romanista, come confessato dallo stesso attaccante al direttore di gara. Al termine della sfida l'allenatore giallorosso prova a smorzare i toni, ma di questa sfida si parla ancora oggi e non di certo per ragioni tecniche o tattiche.

Tre stagioni dopo, la storia si ripete. L'8 febbraio 1998 la Roma di Zeman, in lotta per un posto UEFA, fa visita alla capolista, guidata ancora una volta da Marcello Lippi. L'uno-due a cavallo tra i due tempi firmato Zidane e Del Piero sembra porre fine ai giochi, ma è solo l'inizio di una girandola di emozioni e, ancora una volta, di polemiche. Al 57' Paulo Sergio dimezza le distanze e dà il via alla rimonta della Roma, frenata ancora una volta dall'arbitro che non assegna un calcio di rigore per un netto fallo da dietro di Deschamps su Gautieri, seguito dal gol del definitivo 3-1 di Edgar Davids. Il presidente Sensi e Zeman sfogano la loro rabbia per la decisione di Messina, nella stagione che tutti ricordano, anche e soprattutto per l'episodio Iuliano-Ronaldo nello scontro diretto per il titolo tra Juve e Inter.

Non solo bocconi amari, però, per la Roma a Torino. C'è ancora negli occhi la sfida del 6 maggio 2001, che di fatto consegna lo scudetto nelle mani della squadra di Capello: ancora un uno-due di Zidane e Del Piero sembra riaprire il campionato con la Juve in quel momento a -3 a cinque turni dal termine del campionato, ma il tecnico giallorosso azzecca la mossa sostituendo uno spento Totti con il giapponese Nakata, che prima buca da lontanissimo Van Der Sar riducendo lo svantaggio, poi lo porta alla papera capitalizzata da Montella per il 2-2 finale, pesantissimo nella corsa al tricolore. Apparentemente una sfida "solo" emozionante, priva di episodi particolari se non qualche - fisiologico - battibecco che porta alle espulsioni di Tacchinardi e Assunçao. Così non è: appena quarantotto ore prima era stata cambiata - in corsa e ad appena sei giornate dalla fine del campionato - la normativa sui calciatori extracomunitari, permettendone un utilizzo illimitato, dopo che per ventotto turni si erano potuti inserire in lista un massimo di 3 calciatori non appartenenti all'Unione Europea. La sfida viene dunque di fatto decisa da un calciatore che, senza la modifica della norma, potenzialmente non sarebbe potuto essere inserito nella lista dei 18 se non rinunciando ad un altro calciatore non appartenente all'Unione. Di questo ancora si parla in quel di Torino, anche se il dominio della Roma in quella stagione non può essere messo in discussione da un episodio comunque quantomeno "curioso".

La più recente sfida "elettrica" tra Roma e Juventus è però quella datata 5 marzo 2005 e giocata in uno Stadio Olimpico infernale per i ritorni di Capello, Zebina ed Emerson, nel frattempo passati in bianconero e visti come autentici traditori dalla tifoseria giallorossa. L'arbitraggio non aiuta a freddare un clima rovente dal primo all'ultimo minuto: al sig. Racalbuto la gara sfugge subito di mano, tra interventi fallosi oltre il limite del fallo di gioco ed episodi di "violenza consumata", come lo schiaffo di Cufré a Del Piero, che il capitano bianconero fu bravissimo a stigmatizzare reagendo solo con un ironico applauso all'argentino. Ma, oltre alla gestione della partita, fonte di polemiche sono come al solito gli episodi: i bianconeri vanno in vantaggio con un gol segnato in fuorigioco da Fabio Cannavaro, si fanno raggiungere da Cassano e tornano avanti con un calcio di rigore assegnato per un fallo di Dellas su Zalayeta, che avviene in realtà fuori dai sedici metri ("Non puoi vedere solo bianconero!", urlerà uno sconvolto Montella all'assistente Pisacreta, responsabile delle due controverse decisioni). Forse la sfida dal clima più rovente delle tante caratterizzate da polemiche tra queste due squadre, di certo la più discussa giacché, insieme ad altre, ha fatto parte dell'inchiesta sullo scandalo Calciopoli, con i risvolti che tutti conoscono.

Domani lo Juventus Stadium riserverà una calda accoglienza all'acerrimo nemico Zeman. Nulla di più normale e, per certi versi, giusto, per un nuovo capitolo di una rivalità che, per quanto possa vivere di momenti più e meno caldi, tra gol, rigori dati e non dati, espulsioni e polemiche fuori dal campo, non finirà mai.