Pizarro: croce e delizia, in bilico tra un grande talento e un carattere difficile

Pizarro: croce e delizia, in bilico tra un grande talento e un carattere difficile
Vocegiallorossa.it
© foto di Federico Gaetano

Continua l’operazione di sfoltimento di Walter Sabatini per alleggerire la Roma di tutti quei giocatori ritenuti non funzionali al progetto a stelle e strisce inizato un anno fa. In ordine di tempo, l’ultimo ad essere stato escluso è uno di quelli che ha fatto la storia recente della società giallorossa: David Marcelo Pizarro Cortés, classe ’79, alla Roma dal 2006, dopo il prestito al Manchester City della seconda parte della scorsa stagione, si è accasato alla Fiorentina, lasciando questa volta Roma in modo definitivo.

Arrivato in giallorosso nel 2006 per volere di Luciano Spalletti, che lo aveva avuto nell’Udinese, il centrocampista cileno è stato uno dei colpi più importanti dell’era Sensi, oltre che uno tra più costosi (venne infatti strappato all’Inter per circa 12 milioni di euro, sommando il costo delle due metà del cartellino). Il tecnico di Certaldo gli affida da subito le chiavi del centrocampo e Pizarro lo ricambia formando con De Rossi una delle coppie più forti d’Europa nei gloriosi anni di gestione tecnica dell’allenatore toscano. In quegli anni sigla diversi gol importanti, basti pensare a quello realizzato negli ottavi di Champions League del 2008 contro il Real Madrid - decisivo per il passaggio del turno da parte della Roma - e firma una doppietta nel 2009 in campionato, nella gara esterna terminata 2-2 contro la Reggina.

Tuttavia
, diversi problemi fisici ed un carattere non facile fanno sì che si incrini, e non poco, il suo rapporto con Roma e con la Roma, specialmente nei 18 mesi in cui la panchina romanista viene affidata a Claudio Ranieri, in seguito alle dimissioni di Spalletti. Dapprima titolare inamovibile, nel corso dei mesi diverse frizioni mai risolte con il tecnico testaccino lo hanno relegato al ruolo di riserva. In occasione del derby Lazio-Roma del 7 novembre 2010 (finito 0-2 con reti di Vucinic e Borriello) Pizarro fa di tutto per recuperare dall’infortunio al solito ginocchio e mettersi a diposizione del mister, che però lo fa riscaldare per diversi minuti senza mai farlo entrare in campo. Il mese dopo, l’accaduto si ripete nella gara casalinga dei giallorossi contro il Bari, terminata per 1-0, in cu Pizarro assiste nuovamente all’intero match dalla panchina. Ma la definitiva rottura tra giocatore, mister e società avviene con la fuga del sudamericano in Cile per farsi curare l’infortunio al ginocchio, senza avvertire alcun dirigente giallorosso. Quest’ultimo comportamento lo mette in cattiva luce anche agli occhi dei tifosi, che iniziano a ritenerlo sempre meno funzionale alla causa della propria squadra. Il buon finale di stagione agli ordini di Montella non basta a ricucire lo strappo con l’ambiente e l’arrivo di Luis Enrique non migliora certo le cose: dopo 6 mesi vissuti da separato in casa vene ceduto in prestito per la restante parte della stagione al Manchester City, con cui vince anche la Premier League, non meritandosi però il riscatto da parte dei Citizens.



Ma che non si dica di Pizarro che non abbia dato il cuore per i colori giallorossi. L'11 marzo 2009, ritorno degli ottavi di finale di Champions League in casa contro l'Arsenal, una Roma falcidiata dagli infortuni perde ai rigori la possibilità di accedere ai quarti. E in quella sera stregata, quella delle lacrime di Totti sotto la Sud, è proprio Pizarro uno di quelli a dare tutto, e forse anche di più, ciò che aveva. In dubbio fino all'ultimo per un problema muscolare, il cileno al 50% delle proprie possibilità si carica sulle spalle la squadra per 120 minuti. Una prestazione più di cuore, che di gambe e polmoni. Un altro spiacevole, non certo per colpa sua, episodio che lo vide indirettamente protagonista, fu quello delle polemiche riservategli dalla stampa nei giorni che precedettero Roma-Bayern Monaco, la gara vinta con una splendida rimonta da 0-2 a 3-2 dagli uomini di Ranieri. In quel caso, Pizarro era stato accusato di provare una certa invidia per Daniele De Rossi, suo compagno di centrocampo e simbolo indiscusso della Roma. A testimoniare come fossero state dette e scritte tante falsità, fu proprio Capitan Futuro a fare mezzo campo per andare ad abbracciare il compagno di reparto dopo aver segnato il gol del 2-2, segno che Pizarro non era affatto la capricciosa prima donna per cui volevano farlo passare.

Ora David lascia definitivamente quella Roma per cui è stato croce e delizia per sei lunghe stagioni. Un rapporto, quello con la Capitale che, chissà, avrebbe forse potuto concludersi meglio, ma nel calcio e nella vita anche le cose belle hanno una fine. Mucha suerte, Peq!