Milanesi, testacoda con sbandata. Napoli promosso, incoscienza Udinese, il derby dice Totti

14.03.2011 14:00 di  Massimiliano Bruno   vedi letture
Milanesi, testacoda con sbandata. Napoli promosso, incoscienza Udinese, il derby dice Totti
Vocegiallorossa.it
© foto di Alberto Fornasari

La ventinovesima giornata di campionato ribalta ogni pronostico plausibile e consegna una classifica se possibile ancora più corta: le prime quattro della classe sono racchiuse in nove punti, le prime sei in tredici. Male le milanesi, brillano Napoli ed Udinese, Totti conquista il derby di Roma.

LE MILANESI – La capolista frena. La notizia sta tutta nell’avversario, quel Bari ormai spacciato in cerca del miracolo salvezza. Un testacoda dagli esiti scontati si tramuta in un’atroce beffa per i rossoneri, che sperperano in malo modo il matchpoint scudetto. Pur restando gli assoluti favoriti per la festa finale. Il riscatto dall’eliminazione europea non arriva, la serata londinese al contrario ha lasciato in eredità tensione e nervosismo. Chiedere ad Ibra. Cassano salva la faccia. Altro testacoda in quel di Brescia, penultima contro seconda, l’Inter palesa tutti i suoi limiti di equilibrio più volte citati. Si porta in vantaggio con il solito Eto’o salvo andare in bambola nella ripresa, si fa recuperare da Caracciolo che poi grazia i campioni in carica dal dischetto. Inter lenta e compassata, priva di idee e fragile al cospetto di un Brescia non propriamente irresistibile. La speranza si chiama derby, all’andata ha deciso Ibra. Ci sarà al ritorno?

LE INSEGUITRICI – Il Napoli supera l’esame Parma, tappa cruciale per la stagione partenopea. Il Napoli supera un esame, ecco la notizia. Stagione impressionante per gli uomini di Mazzarri (squalificato a Parma), con l’unica pecca, non roba da poco, di aver fallito finora le prove di maturità richieste ad una squadra da vertice. A Parma è un dentro-fuori, una non vittoria avrebbe vanificato il vantaggio azzurro in ottica Champions. L’obiettivo della società. Il Napoli invece disputa al Tardini un secondo tempo di altissimo livello e legittima una vittoria pesante, agevolata dalle reti (e prestazioni) di Hamsik, Lavezzi (chi si rivede) e Maggio. Udinese meravigliosa, 0-4 a Cagliari, quarto posto solitario e non solo. La squadra del momento, risultati roboanti in casa e trasferta, secondo attacco più prolifico del torneo e rendimento da scudetto negli ultimi dieci turni. Sanchez passeggia sugli avversari, Di Natale si avvia al secondo titolo consecutivo di capocannoniere della Serie A. Tanta, tantissima roba, se pensiamo anche ad un ottimo impianto di squadra ed al fattore psicologico: zero pressione, tutto ciò che viene è in più. La bellezza dell’incoscienza.

IL DERBY – Questo Roma-Lazio ha una traduzione: Francesco Totti. La firma della doppietta, l’orgoglio giallorosso, il riscatto dalla brutta pagina di Donetsk. Decide lui, il capitano, lo ha sempre sognato un derby tutto suo. La Roma scende in campo inaspettatamente più tranquilla della Lazio, che conferma oggi senza più incertezza di soffrire oltremodo questa partita. I biancocelesti, autori di un grande campionato, vivono il complesso della Roma. E’ qualcosa che va oltre le cinque sconfitte consecutive nella stracittadina: la Lazio arriva al derby mentalmente più libera rispetto ai giallorossi, ma perde la gara proprio “di testa”, non soltanto quella di Radu. Ora, Udinese permettendo, è sfida Champions. Montella, dieci punti in quattro gare, è sulla strada giusta nella ricerca della continuità, il tallone d’Achille giallorosso. La Lazio, come è sempre stata in grado finora, ha l’obbligo di rialzarsi da una sconfitta che non può lasciare strascichi se l’obiettivo si chiama ancora Europa, quella che conta.