La parabola di Lorenzo Pellegrini: da imprescindibile a (quasi) desaparecido
>Se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, la stagione appena cominciata non sembra promettere bene per Lorenzo Pellegrini, pupillo di Eusebio Di Francesco (che lo ha voluto alla Roma dopo il suo insediamento a Trigoria) sin dai tempi del Sassuolo ma finito nelle retrovie per quanto riguarda le gerarchie di centrocampo.
È innegabile che il centrocampista sia un buon giocatore - definito "ottimo" dal tecnico giallorosso nel post Roma-Atalanta - ma è altrettanto innegabile che le sue prestazioni, sin dalla preseason, non siano state finora all'altezza di una squadra che l'anno scorso si e ritrovata a un passo dalla finale di Champions League e che punta, quest'anno, ad andare il più lontano possibile in ogni competizione.
Ci sono poi situazioni che non agevolano il minutaggio del classe '96 (solo 45 minuti finora in questo campionato a fronte dei 96' della scorsa stagione dopo 3 gare), prima fra tutte i cambi di modulo che Di Francesco ha adoperato in queste tre partite di campionato: l'utilizzo di due mediani quali De Rossi e Nzonzi in un 4-2-3-1, con tre calciatori offensivi dietro al centravanti, o in un 3-4-1-2, con due esterni di corsa, penalizza il calciatore romano, decisamente più adatto a un 4-3-3 in virtù dello stile di gioco aggressivo e dinamico richiesto agli interni di centrocampo.
La cosa certa è che, con tre competizioni da giocare, di spazio ce ne sarà molto in questa stagione e sarà proprio in questo spazio che Pellegrini dovrà farsi trovare pronto, dimostrando cosi di essere, veramente, il futuro della Nazionale.
Intanto l'ex Sassuolo avrà subito l'occasione di tornare a mettersi in mostra, vista la certezza della sua presenza con la maglia azzurra nelle gare contro Polonia (venerdì 7 settembre ore 20:45) e Portogallo (lunedì 10 settembre ore 20:45) valide per la Nations League.