L'olandese (non volante) contro il Cagliari

12.09.2011 16:00 di  Luca Bartolucci   vedi letture
L'olandese (non volante) contro il Cagliari
Vocegiallorossa.it
© foto di Alberto Fornasari

“Se si subisce un goal, è la squadra ad avere la colpa, a partire dagli attaccanti, se si segna il merito è di tutti, a partire dal portiere”, questa è la filosofia che più volte ha predicato Luis Enrique ai suoi e davanti alla stampa. Di certo la colpa è di tutti per i due goal subìti, ma questo difficilmente darà maggiore serenità a Marteen Stekelenburg, che nella prima in campionato ha raccolto due volte la palla dalla propria rete.

Il Cagliari non ha avuto molte occasioni da goal, complice un gioco molto difensivo, ma in quelle poche occasioni il gigante Marteen non è apparso oltremodo preparato. Spiazzato sul tiro da fuori di Biondini che ha colpito la traversa, poco reattivo sul goal di Conti, anche se, a sua discolpa, va detto che il rinvio sbagliato di testa di José Angel avrebbe spiazzato chiunque. Si nota anche un po' di  lentezza nel distendersi in occasione del goal di El Kabir: proprio quello delle palle basse sembra essere il tallone d'Achille di un portiere che fa della sua maestosità e della sua prontezza i suoi punti di forza. La prestazione contro il Cagliari è stata in generale tutt’altro che impeccabile.

Una nota positiva riguarda il gioco con i piedi, il saper salire con la squadra e gestire i palloni da ultimo uomo senza perdere lucidità. L'aspetto del gioco con i piedi è tutt'altro che irrilevante per Luis Enrique: è stato un tema caldo nell'estate di calciomercato, quando proprio la capacità di gioco con i piedi (oltre che ovviamente questioni di natura economica) avevano aperto la sfida Kameni-Stekelenburg, vinta dall'olandese. La capacità di agire da ultimo uomo, come già detto, non manca all'olandese, ma ieri si sono visti da parte sua troppi lanci lunghi, non particolarmente apprezzati dal tecnico asturiano, che predilige il gioco palla a terra a partire dal portiere. Vedremo se con il tempo, con la squadra messa in campo a dovere, il gioco palla a terra con supporto del portiere potrà diventare un tratto identitario della Roma di Luis Enrique.

Tancredi disse in un’intervista: “I portieri prima di tutto devono saper parare con le mani”; è fuori dubbio che il gigante olandese ne sia in grado, ma ci vuole tempo, la squadra deve fare meno errori in difesa e lasciarlo meno solo, perché il goal: “Si subisce a partire dagli attaccanti”. Intanto i tifosi aspettano di vedere tra i pali il portiere meraviglioso che hanno visto difendere la porta olandese in Sudafrica nel 2010.