Il traghettatore Ranieri, l'ultimo capace di far sognare la Roma

08.03.2019 13:45 di  Jacopo Simonelli  Twitter:    vedi letture
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Jacopo Simonelli
Il traghettatore Ranieri, l'ultimo capace di far sognare la Roma
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© foto di Alberto Fornasari

La Roma riparte da Claudio Ranieri, ancora una volta. Si legge 2019 ma sembra 2009, anno della sua prima avventura giallorossa. Anche allora arrivò in un momento di crisi: Spalletti aveva lasciato dopo le sconfitte nelle prime due giornate di campionato, regnava il caos (in polemica con la campagna acquisti. Ricodate Zamblera?). Arrivò l'uomo giusto al momento un giusto, un testaccino col self-control british, cresciuto con il giallorosso addosso. Sembrava il trailer di una stagione anonima, nessuno avrebbe scommesso un solo centesimo su quello che sarebbe poi successo.

A UN PASSO DALLA LEGGENDA - Il resto è storia, con un terzo portiere (Bertagnoli ndr) diventato quasi eroe. Una Roma tutto cuore, che con una pazzesca rimonta sfiora scudetto e Coppa Italia, facendo sudare fino all'ultimo minuto dell'ultima giornata l'Inter del Triplete. Tante partite epiche, tra cui il 2-1 rifilato proprio ai nerazzurri e il derby vinto in rimonta senza De Rossi e Totti, con il penaly parato da Julio Sergio su Floccari e la doppietta di Vucinic. Un clamoroso double sfiorato, perso all'Olimpico contro la Sampdoria, dopo essere passati in vantaggio con Totti e sfiorato più volte il raddoppio. Un intervallo all'insegna del nervosismo, poi il tracollo. Scetticismo spazzato via e conferma meritata.

L'ESONERO - La stagione successiva, l'incantesimo finisce dopo 25 giornate: Ranieri viene esonerato al termine di una clamorosa rimonta subita a Genova. Un percorso simile a quello di Di Francesco: primo anno importante, secondo pieno di difficoltà e un rapporto deteriorato con qualche big (uno su tutti: Pizarro). Era il 20 febbraio 2011: la Roma avanti 0-3 contro il Genoa perde 4-3. Da allora sono cambiate tante cose.

LE DIFFERENZE - Pallotta è diventato presidente della Roma, c'è stato il 26 maggio 2013, sono arrivati e andati via un'infinità di giocatori, Monchi ha preso il posto di Sabatini e nel frattempo Ranieri ha centrato il miracolo calcistico più grande di sempre con il Leicester, prima di incappare in un ingrato esonero (l'ultimo con il Fulham). Una cosa - purtroppo - non è cambiata: il numero dei trofei vinti dalla Roma, fermo ancora al 2008. E pensare che è stato proprio Ranieri l'allenatore che è andato più vicino alla vittoria di un trofeo in questi ultimi 10 anni.

L'ANEDDOTO DI TOTTI - Ora trova una Roma diversa, con Totti non più capitano ma dirigente e De Rossi sempre a battagliare in mezzo, infortuni permettendo. Impossibile dimenticare le parole dell'ex Capitano alla presentazione del suo libro, con Ranieri presente: "Convocarono noi senatori (lui, De Rossi, Pizarro e Perrotta, ndr) per chiederci chi avremmo voluto tra Ranieri e Mancini. Scegliemmo il secondo perché aveva esperienza internazionale ed aveva vinto con l'Inter. Lasciammo la villa sull’Aurelia convinti che il club avesse in mano entrambi gli allenatori e che la nostra indicazione fosse servita a rompere l’equilibrio. Alla fine invece arrivò Ranieri". E via con le risate.

IL FUTURO - Per il resto poche analogie, tra due squadre e società diverse tra loro a distanza di 10 anni. Testa solo ai prossimi due mesi. Adesso a Sir Claudio si chiede un'altra impresa, centrata già 10 anni fa: sfidare la tempesta e riportare il sole. Il 4° posto (l'unico obbiettivo dichiarato dalla Roma odierna), in fondo, è a soli tre punti. Al traghettatore il compito di riportare la nave in acque dolci.