Il ritorno di Luis Enrique
Non entrava nella sala conferenze dello Stadio Olimpico dal 5 maggio 2012, al termine di un Roma-Catania che, unito agli altri risultati del turno, sancì definitivamente l’esclusione della Roma dalle posizioni europee e il fallimento del cosiddetto progetto. 1228 giorni dopo, Luis Enrique si è ripresentato nella Capitale da allenatore della squadra Campione d’Europa, senza però cercare rivalsa contro una città e un ambiente che in quella strana stagione lo avevano più sopportato che supportato. Già lo scorso 6 giugno, a pochi attimi dalla conclusione della finale di Berlino contro la Juventus, il tecnico asturiano aveva avuto modo di salutare la Roma e i romanisti, e in particolare l’interprete Claudio Bisceglia che ha avuto nuovamente al suo fianco per la ventina di minuti di incontro con i media, che ieri hanno tentato di estorcergli qualche dichiarazione forte, qualche titolo che potesse aggiungere pepe alla sfida di questa sera. Lui però ha ripetuto di avere solo un buon ricordo della sua avventura giallorossa, addirittura minimizzando quanto accaduto in occasione del suo addio: “Tornare a petto in fuori? Non è questo il mio stile, quello che mi interessa è migliorare e godere della carriera di allenatore. Non incolpo nessuno anche perché è stata una decisione mia, non ricordo neanche bene tutti i dettagli, la vita va avanti, sono passati diversi anni.
Mantengo un ricordo positivo”. Parole di un allenatore che ha certamente commesso degli errori e che ha gettato lui la spugna, pur schiacciato da un ambiente spesso insostenibile; parole di una persona con animo nobile, come pochi se ne sono visti da queste parti, al di là dei risultati ottenuti. Questa sera, da avversario, si siederà sulla stessa panchina che occupava quattro stagioni fa, visto che nel frattempo Rudi Garcia ha chiesto di spostarsi su quella sotto Curva Sud; magari per qualche istante cederà all’emozione e ripenserà agli attimi vissuti in quell’area tecnica, alla sua prima stagione da allenatore di una squadra di massima divisione, poi si concentrerà sul suo unico obiettivo: ”È importante tornare a giocare la Champions League e iniziare nel migliore dei modi”. Scopo certamente condiviso anche da chi ha preso il suo posto e ha portato la Roma a potersela giocare coi campioni d’Europa e con quel passato che poteva essere e non è stato futuro.