Il ballo sui tacchi di Lazio e Roma
Un derby è una partita storicamente maschia, che non lascia spazio, metaforicamente, allo spettacolo e, materialmente, a giocate spettacolari, vista la grande fisicità messa spesso in campo dai ventidue uomini in campo. I pochi colpi di classe che riescono a essere prodotti, però, finiscono tante volte per essere decisivi e uno di questi in particolare: il colpo di tacco, che gioie e dolori ha regalato a una e all’altra squadra.
La memoria non deve viaggiare molto, basta tornare a un anno fa: lo scorso 25 maggio un colpo di tacco di Miralem Pjanic spalancò alla Roma e a Juan Manuel Iturbe la strada della porta di Marchetti, prima del pari di Djordjevic e del sigillo finale di Mapou Yanga-Mbiwa, mentre nell’andata una giocata di questo tipo Stefano Mauri liberò Felipe Anderson per il raddoppio della Lazio, poi vanificato dal secondo tempo monstre di Francesco Totti. Proprio il Capitano giallorosso è uno specialista di questa giocata, che però ha avuto modo di mostrare contro i rivali in poche occasioni. Una di queste, però, è storica: 10 marzo 2002, la gara è ancora sullo 0-0 quando un tacco di Totti libera Candela, che crossa con l’esterno dove c’è Montella che insacca il primo dei quattro gol personali e dei cinque romanisti.
Ma se pensi a un colpo di tacco, pensi a uno e un solo nome: Mancini. Che però è buono per tutti i colori della stracittadina: nel 1998 il biancoceleste portò infatti in vantaggio la Lazio proprio grazie a un colpo d’astuzia su una punizione di Mihajlovic, nel 2003 il brasiliano giallorosso fece esplodere l’Olimpico a poco meno di dieci minuti dal termine, superando in volo il pallone calciato da fermo da Cassano e colpendolo col calcagno, battendo Sereni, siglando il suo storico primo gol in Serie A e costringendo chi volesse cercare il filmato del precedente su Youtube ad aggiungere “Roberto” nella barra di ricerca. E chissà che magari uno tra coloro che scenderanno in campo domenica possa passare alla storia proprio per un colpo di tacco...