Florenzi, l'importanza del gregario col vizietto del gol
Due su tre. Questo il marchio a fuoco che Alessandro Florenzi ha lasciato sui match finora giocati dalla Roma di Rudi Garcia in campionato. Spesso non in prima linea, cauto nelle dichiarazioni ma importante nelle dinamiche di squadra, gioca con sacrificio senza mai lamentarsi.
E i suoi gol, come quello trovato ieri a Parma, o quello con il Livorno, sono sempre importanti. Al Picchi per chiudere, al Tardini per rimontare. Ma la forza di Florenzi è il saper essere utile in fase offensiva così come quella difensiva: "Il mio ruolo? Mi piace così come l'intermedio, sono un jolly. Spero un giorno di trovare il mio ruolo fisso. Le mie conoscenze tattiche? Quello che mi hanno insegnato da quando sono alla Roma è stato sempre un tassello importante, compresi De Rossi e Stramaccioni. L'esperienza conta tanto in questo sport, come l'esperienza a Crotone".
Garcia non ha dubbi: Florenzi in questa stagione è sempre partito dall'inizio arrivando a disputare 211 minuti sui 270 a disposizione, finendo sul tabelloni dei marcatori due volte su tre. Un titolare a tutti gli effetti - anche se la critica non lo sottolinea - ma l'esterno rimane con i piedi per terra: "Non mi sento fondamentale, ma parte di un gruppo importante in cui tutti si mettono in gioco e a disposizione".
Un'utilità tattica difficile da trovare in giro, per questo l'allenatore francese conta molto sulla corsa del giovane giallorosso prendendolo anche ad esempio: durante la sostituzione che vedeva Gervinho prelevare Ljajic, Garcia si è rivolto proprio all'ivoriano invitandolo a fare gli stessi movimenti del numero 24. Un piccolo episodio che sottolinea l'immensa fiducia di cui gode Florenzi.