Errori in fotocopia e disattenzioni a ripetizione: ecco come prende gol la Roma

08.04.2012 18:00 di  Gabriele Chiocchio   vedi letture
Errori in fotocopia e disattenzioni a ripetizione: ecco come prende gol la Roma
Vocegiallorossa.it
© foto di Alberto Fornasari

Delle critiche mosse alla gestione tecnica di Luis Enrique, sicuramente quelle più pesanti riguardano la fase difensiva, risultata insufficiente in molte delle partite giocate dalla Roma in questa stagione. In particolare si imputa alla squadra giallorossa di incassare gol in situazioni simili tra loro, come se non si riuscisse a trovare una soluzione per evitare di ridurre il computo dei gol al passivo. In particolare, la Roma subisce la maggior parte dei gol in tre specifiche situazioni, che andiamo ad analizzare.

Infilate centrali - Il settore della difesa più vulnerabile è sicuramente quello centrale: il sistema di gioco di Luis Enrique, nel corso della fase di possesso palla, porta i due centrali difensivi ad allargarsi, creando spazio vuoto ghiottissimo per gli attaccanti, che possono approfittarne una volta recuperato il pallone nel caso in cui il mediano non scali a coprire, mentre nella fase di non possesso punta su un forte utilizzo del fuorigioco, che se non eseguito come si deve può portare diverse volte gli attaccanti avversari all'uno contro uno col portiere. La Roma ha incassato in questo modo ben 17 gol, inclusi rigori causati da situazioni del genere: i più pesanti quelli di Klose nel derby di andata, con i due centrali troppo larghi, quello di Giaccherini che ha aperto le marcature nel rovescio di Torino in Coppa Italia, con la palla che parte rasoterra dalla metà campo juventina e arriva senza problemi all'attaccante juventino, e i 4 di Bergamo, tutti subiti per vie centrali tra errori in disimpegno, in contrasto sul portatore di palla e sull'applicazione del fuorigioco; per quest'ultimo motivo, sono arrivati 5 gol oltre al 3-1 di Denis in Atalanta-Roma.

Calci piazzati - In otto mesi di lavoro, Luis Enrique non è ancora riuscito a trovare un antidoto efficace agli attacchi portati dagli avversari su calcio piazzato, sia che si parli di una punizione non calciata direttamente in porta o di un calcio d'angolo. Non è un caso che il primo gol stagionale, quello di Dobrotka dello Slovan Bratislava, nasca da un'azione di calcio d'angolo, con Stekelenburg sì colpevole, ma poco protetto da una difesa distratta nell'applicare gli schemi. In campionato sono solo sei le reti subite in situazioni simili (la più pesante sicuramente quella di Mauri nel derby di ritorno), ma in diversi altri casi gli attaccanti avversari sono andati vicini al gol in questo modo.

Fasce scoperte nel finale - Chiamati ad un importante sforzo offensivo, non sono rari i casi in cui i terzini faticano a rientrare, lasciando la propria fascia di competenza esposta alle ripartenze avversarie. Questo avviene soprattutto nei finali di gara in cui la Roma deve rimontare uno svantaggio o provare a vincere la partita: nelle prime due uscite all'Olimpico, i gol di Stepanovsky (Slovan Bratislava) ed El Kabir (Cagliari) arrivano proprio grazie a discese su una fascia scoperta, in questo caso la destra, cui seguono cross o addirittura conclusioni dirette verso la porta. La storia si è ripetuta anche più avanti nel corso della stagione: Isla segna il 2-0 appoggiando in rete dopo una sgroppata di Armero sul lato destro difensivo della Roma, mentre a Cagliari Thiago Ribeiro riporta in vantaggio i suoi nel secondo tempo approfittando dello spazio lasciato da José Angel sul lato sinistro. In tutti e quattro i casi, la Roma non si trovava oltre il punteggio di parità, e tre di questi quattro gol sono arrivati negli ultimi dieci minuti di gioco.