Contro il Milan ha guidato il centrocampo, nel 2013 può guidare la Roma verso la Champions

01.01.2013 12:00 di  Alessandro Carducci  Twitter:    vedi letture
Contro il Milan ha guidato il centrocampo, nel 2013 può guidare la Roma verso la Champions
Vocegiallorossa.it
© foto di Federico Gaetano

Otto  gare disputate da titolare su tredici in cui è stato a disposizione. Tre le volte in cui è subentrato nel corso della gara, due le occasioni in cui è rimasto in panchina a guardare. Il totale fa seicentonovantasette i minuti giocati in campionato, in contrasto con le medie degli anni scorsi ma forse è un dato meno catastrofico rispetto alle chiacchiere circolate in questi mesi. Per Daniele De Rossi non è stato comunque un anno facile. Eppure era iniziato bene, con il rinnovo del contratto con la Roma al termine di una trattativa estenuante, che aveva drenato ogni energia al tifoso romanista. Il rinnovo avrebbe dovuto spegnere ogni altra speculazione sul suo futuro e invece, in estate, un nuovo tormentone ha surriscaldato la Capitale. Il City ha provato sul serio a strappare Daniele alla Roma ma alla fine non se n’è fatto nulla ed è stato lui stesso a spiegare tutto in conferenza stampa: “Sto bene qui e non ho mai chiesto a nessuno di andare via. Non era mia intenzione venire qui ed annunciare la terza guerra mondiale, ma dopo tutte queste tarantelle devo dire la mia. Il giorno che vorrò andarmene, e non credo che succederà a 29 anni ma potrebbe sempre essere, verrò qui e lo dirò, assumendomi le mie responsabilità”. Anche i più critici non possono non riconoscergli un’onesta intellettuale notevole che, in piena trattativa per il rinnovo, dichiarò con semplicità come fosse un problema di soldi e nient’altro. Onesto in quell’occasione, onesto sicuramente quando afferma di voler rimanere a Roma. La sua casa è qui e l’ha ribadito pochi giorni fa al New York Times: “Sono nato a Roma. Per me è normale giocare qui. Non ho mai cercato di giocare per un altro team, né ho veramente voluto.

Per me è incredibile, è fantastico. La prima volta che sono entrato al Centro Sportivo avevo 12 anni. E 'la mia casa”. La società ha più volte detto di ascoltare le offerte per i propri giocatori ma, pochi giorni prima della gara contro il Milan, il presidente Pallotta ha preferito togliere ogni dubbio, regalando ai tifosi la promessa di non aver alcuna voglia di cedere il giocatore: “Non abbiamo assolutamente intenzione di farlo, non abbiamo contatti con nessuno e non abbiamo ricevuto proposte”. Chiaro, netto, conciso. Almeno a gennaio non dovrebbe così essere accostato né ad Ancelotti né a Mancini, che ormai lo avranno tra i loro incubi. Il campo parla invece di un De Rossi che ha dato importanti segni di risveglio contro il Milan, sfoderando una prestazione alla De Rossi e dimostrando di poter giocare nel centrocampo di Zeman, anche da regista. È stato questo infatti il filo conduttore di questi mesi: Tachtsidis o De Rossi? Fin da subito Florenzi ha preso posto sulla sinistra, con Bradley o Pjanic sul centrodestra, lì dove qualche volta ha giocato anche De Rossi senza mai impressionare. Al centro il greco sembrava l’uomo giusto per Zeman ma fino ad ora ha mostrato una lentezza improponibile per il nostro campionato. Ecco che contro il Milan il giocatore della Nazionale si è ripreso le chiavi del centrocampo, con Zeman che, avendo lui e Bradley in copertura, ha potuto schierare un giocatore come Pjanic sul centrodestra, senza squilibrare la squadra. Con il ballottaggio tra l’americano e Florenzi, potrebbe quindi essere questo il trio di centrocampo per la seconda parte del campionato? Tutto dipenderà da come il calciatore di Ostia continuerà ad interpretare quel ruolo e dall’affinità che Lamela e Pjanic riusciranno a trovare sulla catena di destra che, contro i rossoneri, ha funzionato molto bene anche grazie ad un Piris diligente e molto attento. È una soluzione possibile, praticabile, che servirebbe a mettere in campo tanta qualità e tanta qualità: il giusto mix per un reparto, quello di centrocampo, da sempre decisivo per ogni vittoria. Da quando è stato inventato il pallone le sfide si vincono o si perdono lì ed è trovando questo delicato equilibrio tattico che Zeman riuscirà a far volare la Roma.