Amarcord - 1991, Rizzitelli-Voeller e la Roma si prende la finale UEFA

22.04.2015 14:30 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Amarcord - 1991, Rizzitelli-Voeller e la Roma si prende la finale UEFA
Vocegiallorossa.it
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Nuovo appuntamento con il viaggio nel tempo di Vocegiallorossa.it, che ogni mercoledì ripercorrerà eventi accaduti nel passato nella settimana di riferimento. Quest’oggi si torna all’aprile del 1991.

La Roma di Ottavio Bianchi zoppica in campionato, ma vola nelle coppe: in Coppa Italia è già qualificata alla finale contro la Sampdoria, in Coppa UEFA è giunta in semifinale contro i danesi del Broendby. All’andata finisce 0-0 e il ritorno va in scena mercoledì 24 aprile 1991 nella prima grande notte giallorossa del nuovo Stadio Olimpico post mondiale di Italia ‘90. I giallorossi non possono fallire un appuntamento così importante e cercano il gol del vantaggio, che arriva al 33’: tiro di Nela, respinta di Schmeichel che lascia lì il pallone, arriva Di Mauro che crossa morbido dove Rizzitelli deve solo spingere dentro di testa. Il gol galvanizza ambiente e squadra, che continua ad attaccare alla ricerca della rete della sicurezza, ma che al primo errore viene punita: poco dopo il quarto d’ora del secondo tempo, cross da destra di Jensen su cui Comi si avventa per allontanare il pericolo, ma il romanista indirizza il pallone verso la propria porta anticipando anche Cervone. A nulla vale il tentativo di salvataggio di Nela che anzi è costretto a prendersi la paternità dell’autogol che manderebbe gli ospiti in finale. Desideri e lo stesso Nela provano a rimettere a posto le cose su punizione, ma la mira non va e Schmeichel è reattivo; scorre il cronometro e Berthold forse il gol lo segna di testa ma il pallone viene salvato sulla linea e l’arbitro non convalida. A due minuti dalla fine, il trionfo: su una debole spazzata della difesa ospite, Desideri calcia forte trovando l’ennesima opposizione di Schmeichel, sul pallone si avventano sia Rizzitelli che Rudi Voeller, ed è proprio il tedesco a far esplodere lo stadio con il gol che, di fatto, vale la finale. Ancora oggi quella partita viene ricordata come una delle più emozionanti vissute nella sponda giallorossa della Capitale, con un boato da record di decibel raggiunto poche altre volte come in quell’occasione.