Proprietà americane e calcio europeo

01.10.2012 16:52 di  Simone Francioli   vedi letture
Fonte: Franco Spicciariello per firstonline.info
Proprietà americane e calcio europeo
Vocegiallorossa.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Ecco un resoconto dell'articolo apparso sul portale firstonline.info, che prende in considerazione i risultati delle squadre gestite da proprietà statunitensi e la loro capacità nel mondo del business:

Il 4-1 subito dalla Roma a Torino ha riaperto la questione riguardante le proprietà americane nel calcio europeo, finora poco vincenti ma attente al business e alla programmazione. Malumori e problemi simili si registrano al Liverpool, acquistato nel 2010 dal gruppo Fenway Sports Group per 380 milioni di euro circa. Tutto ok sotto l'aspetto del business, mentre sul campo si sono presentati diversi problemi che, successivamente, hanno portato al licenziamento di Hodgson e Dalglish. Problema o opportunità avere proprietari americani quindi? Anche all'Arsenal le cose non vanno benissimo sotto l'aspetto sportivo. Un bello stadio, l'"Emirates", diritti tv e merchandising, ma di vittorie non se ne vedono dal 2006/2007, il tutto sotto la presidenza di Stan Kroenke. Situazione che si ripresenta anche all'Aston Villa (Randy Lerner è il proprietario), Millwall e Derby County. Tuttavia il caso più evidente è quello del Manchester United, guidato dalla famiglia Glazer, che però negli ultimi anni ha portato a casa quattro Premier League, una FA Cup e una Champions League. Questo perché il management ha reso il Manchester United il top club mondiale per valore secondo la rivista Forbes, per lo più grazie ai contratti di sponsorizzazione. Approccio diverso rispetto ai proprietari arabi, che investono molti soldi su giocatori da comprare e sui contratti. La Roma resta comunque un modello in Italia per la struttura di business capace di creare utili, con dirigenti quali Baldini e Sabatini che sono tra le migliori espressioni in tal senso e Christop Winterling arrivato dall'Adidas per aumentare le entrate. Approccio che però non sembra piacere a giornalisti e tifosi, ma i numeri dicono che il modello americano è quello giusto da seguire in ottica Financial Fair Play (voluto dall'Uefa): molti club stanno cercando sistemi di elusione o improbabili sponsorizzazioni milionarie con società collegate. Ma tutto ciò sarà comprensibile solo quando le regole del Fair Play saranno pienamente in vigore e tutti le applicheranno. Solo così si potrà vedere la lezione di business americana.