Moggi: "Roma-Juventus una volta era una grande partita. DiBenedetto vedremo cosa farà"
Luciano Moggi ha rilasciato un'interessante intervista ai microfoni di Stile Juventus, programma che va in onda su Nuova Spazio Radio.
Tanti gli argomenti affrontati dall'ex direttore generale bianconero: Roma-Juve, il mercato, la panchina della Vecchia Signora, DiBenedetto, i rapporti con la famiglia Sensi e il derby di Milano. Questa l'intervista trascritta da TuttoJuve.com:
Cos'è Roma-Juventus per Luciano Moggi?
"E' una partita di calcio".
Ci saranno dei ricordi. Non è mai stata una partita come le altre anche per lei...
"Una volta era una grande partita, adesso un po' meno. Però bisogna accontentarsi di quello che c'è. Speriamo che la Juventus faccia bene e che possa fare anche risultato all'occorrenza, perchè gli servirebbe. E' chiaro che la gara non ha più i risvolti di un tempo, perchè un tempo questa partita voleva dire scudetti. Quest'anno non lo è nè per l'uno nè per l'altro. E' una partita che ha sempre nascosto delle insidie. La rivalità tra le due tifoserie credo sia quella che in pratica ha fatto sì che le partite avessero proprio un risvolto di combattimento, un combattimento sano, ovviamente sul campo; c'era un accanimento totale nei confronti della Juve da parte dei romanisti e di conseguenza era una partita temuta. Adesso è un po' scaduta come partita".
Possiamo dire che è scaduta di livello da quando non c'è più lei?
"Non è che è scaduta perchè non ci sono più io. Non è che manca Moggi e manca tutto. Il problema è che adesso mancano i giocatori. E' questo il punto, evidentemente non è stato fatto un discorso giusto per l'acquisizione di giocatori. Anzichè prenderne 13, potevano esserne presi 3 o 4 che potevano costituire un'entità di rilievo. Cosa che invece non è successa".
Come giudica quello che sta accadendo in queste ore nella Capitale? Il passaggio dalla famiglia Sensi, anzi dal gruppo Unicredit, a DiBenedetto...
"Questa non la so spiegare anche perchè non so come si sono svolte le cose. Oltretutto non è che ci sia stato ancora un passaggio, perchè di Benedetto per adesso c'è solo il Papa a Roma. Se adesso va via, evidentemente, ci saranno dei motivi di non accordo. Poi magari lo troveranno, ma al momento attuale è difficile stabilire, anche perchè i precedenti degli americani non sono proprio positivi. Guardate quello che è successo a Bologna e Bari. Per dare un giudizio meglio aspettare che ci sia una firma che è stata procrastinata prima di due mesi, poi di venti giorni. Evidentemente dei problemi ci sono".
Luciano Moggi e la famiglia Sensi. C'è stato un rapporto inizialmente complicato, poi le cose sono cambiate...
"Era complicato quando c'era Baldini, perchè metteva male tra tutti quanti. Sensi poi ha capito com'era la situazione e ha cambiato completamente registro. Era complicato per quello, ma i rapporti con la famiglia Sensi sono stati sempre buoni".
Le ha avuto dei buoni rapporti specialmente con la dottoressa Rosella, ma con Franco in passato ci sono stati degli scontri...
"Ci sono stati molti scontri, anche perchè c'era chi soffiava sul fuoco, un fuoco che non c'era, ma soffiava sul fuoco affinchè ci fossero. Poi piano piano è regredito tutto, perchè il tempo è galantuomo e le verità si sanno. Di conseguenza il problema non si è più posto alla fine. Oltretutto con la dottoressa Sensi ci sono dei rapporti eccezionali".
Chi lo vince il derby di Milano?
"Secondo me è un momento migliore per l'Inter, però il derby è una partita che sfugge a tutti i risultati, quindi è difficile fare un pronostico. Però il momento è certamente propizio per l'Inter e non per il Milan".
Lei darebbe fiducia ad Antonio Conte?
"Antonio Conte è un giovane, non ci sono dubbi che ha qualità. E' uno di quelli che potrebbe veramente fare un ciclo con la Juventus, però per fare il ciclo devi avere una società che sappia trasmettere esperienza anche a Conte, perchè se Conte dovesse fare esperienza sulla pelle dei giocatori diventerebbe un problema".
Un po' come è stato per Lippi. Marcello Lippi nella sua esperienza alla Juve è stato agevolato nel suo lavoro anche grazie a lei, a Roberto Bettega e ad Antonio Giraudo...
"Sì, ma queste sono cose che fanno parte del passato. Il presente recita in un'altra maniera, quindi ho a cuore che i dirigenti nuovi prendano visione della cosa e...".
Sì, ma io sottolineavo il fatto che anche voi eravate arrivati quell'anno, dunque non era semplice neanche per voi...
"Ma io ero già stato al Napoli, avevo già vinto campionati, quindi era tutta un'altra cosa".