Massa: "I derby sono partite diverse, quello di Roma è ancora più complicato"
Protagonista dal palco durante l'evento Orientamenti 2023, Davide Massa, arbitro della sezione di Imperia, ha affrontato diversi temi, a partire dalla differenza tra arbitrare nelle categorie giovanile e ad altissimi livello: "L’arbitro di calcio per definizione è un uomo solo. La formazione é assumersi la responsabilità di decidere, prendendo anche decisioni impopolari, sapendo che sei da solo. Noi siamo gente di regole ma il campo di cacio coinvolge la pancia. Dalla Promozione hai due amici con te. E lì capisci quando devi decidere da solo o quando devi farti aiutare".
Ora è cambiato qualcosa a livello comunicativo?
"La comunicazione serve per prendere la decisione. E la decisione va presa in pochi secondi. Quindi più la comunicazione é diretta e più si arriva all’obiettivo".
Com’è gestire la pressione dei derby?
"Le partite di calcio non sono tutte uguali. I derby sono ancora più diversi dalle altre. Non cambia il tempo di preparazione per un derby ma sai che vai ad arbitrare una gara diversa. Il mio sogno era arbitrare tutti i derby, l’ho raggiunto e quest’anno l’ho doppiato. Il derby di Roma poi è ancora più complicato. A Genova c’è tanta rivalità ma sana: sono colleghi di lavoro, compagni di scuola che poi vanno allo stadio insieme chi con la sciarpa del Genoa e chi con quella della Sampdoria. A Roma si percepisce una rivalità diversa. Devi prevenire confitti tra calciatori, fare qualcosa di più per non perdere il controllo".
Come vedete il VAR e come cambia la comunicazione con l’introduzione di questo strumento?
Qualche giornalista scrive che gli arbitri non vogliono il VAR. Se in qualsiasi mestiere ti offrissero uno strumento per migliorare il tuo lavoro, sarebbe manna dal cielo. So cosa vuol dire arbitrare con e senza VAR. Il mio lavoro è prendere decisioni sbagliando il meno possibile. Il VAR mi dà la possibilità di cambiare quella decisione errata in trenta secondi: è manna dal cielo. Come comunicazione, col VAR fermiamo il gioco e parliamo. Ti dà quei 10-15 secondi in più per parlare".
Nella preparazione pre-gara ci sono approfondimenti su calciatori o allenatori?
"Lavoro cinque giorni per preparare le partite. Con la tecnologia abbiamo degli strumenti che mi dicono tutto di quella partita. Il nostro lavoro è cercare di essere più preparati possibile. Più cose so e meno rimarrò sorpreso. In genere di quella partita che arbitrerò so tutto. Domenica ho cercato di fare tutto il possibile per risolverla il meglio possibile".
Avete paura che il vostro ruolo possa sparire con l’intelligenza artificiale?
"Quando ho detto che il fattore umano farà la differenza, lo credo anche nel calcio. Anche dietro ad una macchina credo ci sia sempre un uomo. Il calcio è uno sport di contatto, se ti tocco la gamba non è sempre fallo. Quello la macchina lo segnala, l’intensità no".