Marotta: "Prima il calcio era romantico. Oggi l'aspetto economico conta più di quello sportivo"

17.11.2022 02:00 di  Andrea Gonini  Twitter:    vedi letture
Marotta: "Prima il calcio era romantico. Oggi l'aspetto economico conta più di quello sportivo"
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Beppe Marotta, amministratore delegato area sport dell'Inter, è intervenuto in occasione della presentazione del nuovo libro di Marco Bellinazzo, 'Le nuove guerre del calcio': "La prima riflessione da fare è che cosa è una squadra di calcio? È un fenomeno sportivo, ma anche sociale, di forte aggregazione. È sicuramente un fenomeno di business: questo processo evolutivo ha portato oggi a un'esasperazione, abbiamo perso l'essenza, il core business, del calcio. È un gioco, io in questi quarant'anni ho l'ho accompagnato in un cambiamento radicale: siamo passati da un'epoca in cui per descrivere un gol serviva una raccolta di poesie di Saba e siamo arrivati a un racconto in cui la gioia del gol viene subito soffocata dal VAR, che è uno strumento indispensabile ma dimostra questi grandi cambiamenti. Il mio calcio è iniziato quando c'erano pioggia e fango, la segatura sui campi, i tacchetti fissi e non mobili come oggi. E poi è cambiato il modello economico, siamo passati da un calcio fatto di mecenatismo, in cui l'imprenditore locale sentiva forte anche la rivalità cittadina, penso al derby Moratti-Berlusconi, a un sistema in cui le proprietà sono straniere.

Io ricordo le prime riunioni di lega, in un'atmosfera conviviale e senza litigiosità perché non c'erano soldi da dividere: si parlava di tematiche di carattere regolamentare. Oggi siamo davanti a un fenomeno che tocca svariati campi: il compito del presidente di Lega è veramente difficile, mettere insieme venti teste non è facile. Governare il calcio è complicato, siamo davanti a un fenomeno che è romantico e legato a vicende popolari, ma anche a vicende di business. Una società è una global entertainment company: quando c'era il mecenatismo il risultato sportivo veniva prima dell'equilibrio di bilancio. Il presidente chiamava il ragioniere, che gli chiedeva di staccare l'assegno. Oggi i titoli aziendali sono infiniti e bisogna pensare prima all'equilibrio economico-sportivo, poi a quello sportivo".