Mangone: "Totti è immortale. La Roma può rimanere in vetta fino alla fine"
Tramite l'AS Roma Membership, l'ex difensore giallorosso Amedeo Mangone, campione d'Italia nella stagione 2000/2001, ha presentato la sfida contro il Bologna di domani sera:
Non si può non partire da quella stazione, la stagione dell’ultimo scudetto.
“Sono arrivato alla Roma l’anno prima dello scudetto dopo una lunga trattativa. Ad un certo punto dei contatti tra le due società mi hanno palesato l’ipotesi di andare a Parma, ma poi la Roma ha avuto la meglio. Ed io non ho esitato un attimo a fare le valigie”.
I ricordi di quel campionato?
“A Roma da qualche anno si subiva il peso dell’era Cragnotti, con la Lazio che continuava a rinforzare la squadra. Loro vinsero il tricolore, l’anno prima di noi. Anche per Capello era il primo campionato a Roma. In quell’anno abbiamo messo le basi per la stagione dopo, è stata un torneo di alti e bassi, con il famoso derby del 4-1 vinto all’andata anche se poi abbiamo perso il ritorno…”.
Già, il famoso derby dei tuoi due assist-gol?
“Ho già avuto occasione di parlare di quella gara e ogni volta che sono a Roma c’è qualche tifoso che me li ricorda! Il primo è stato fortuito, il lancio non voluto è nato da un contrasto a centrocampo, il secondo invece sì, era uno schema che spesso provavamo a Trigoria in allenamento. Se non fosse stato così d’impatto il risultato finale non sarebbero mai entrati nella storia”.
Torniamo a quel gruppo, cosa avevate più degli altri?
“Dopo aver creato le basi, la società in estate ha fatto acquisti importanti, sono arrivati Samuel e Batistuta. Subito abbiamo avuto la consapevolezza che sarebbe stato l’anno buono. La famosa eliminazione in Coppa Italia contro l’Atalanta e la contestazione dei tifosi nei nostri confronti sono stati il momento decisivo. Abbiamo capito che noi e i tifosi avevamo lo stesso obiettivo, riprenderci il primato cittadino”.
Quanto è stato il merito di Capello?
“Avevo avuto Capello e Galbiati come allenatori nel settore giovanile del Milan, tredici anni prima ma chiaramente alla Roma è stata tutta un’altra storia. Capello è l’allenatore ideale per vincere nelle grandi piazze. È uno stratega nel gestire lo spogliatoio con tanti campioni, dalle forti personalità. E così fece a Roma. Io l’anno dopo andai via, ma quel gruppo era molto forte, avrebbe potuto vincere di più”.
Però dopo la vittoria in Supercoppa i risultati cominciarono a mancare?
“Roma è un piazza difficile, per questo è complicato vincere. I tifosi sono molto vicini alla squadra nel bene e nel male, e quando l’ambiente si esalta è difficile non perdere la trebisonda, la testa!”
C’è un episodio di quel periodo che ti viene in mente?
“L’ultima giornata all’Olimpico è stato l’apice della mia carriera. Ma non posso dimenticare la giornata prima, la trasferta a Napoli dove eravamo convinti di vincere lo scudetto. Non siamo stati umili, non abbiamo messo in campo la cattiveria agonistica che ci aveva caratterizzato per l’intera stagione, ma ci è servito per preparare come si deve l’ultima gara”.
Di quel gruppo c’è ancora nella Roma un certo Francesco Totti.
“Highlander, immortale. I numeri parlano chiaro, le qualità anche. Francesco Totti è la prova che con il duro impegno si può lavorare sulla testa e sul corpo. Se avesse cambiato maglia probabilmente avrebbe vinto di più ma avrebbe smesso prima, non avrebbe portato a termine il duro lavoro su di sé“.
Che ne pensi di mister Garcia?
“Mi piace molto. Seguo con attenzione la Roma da anni e credo che ci sia un filo conduttore tra i progetti di Luis Enrique, Zeman fino ad oggi. Il modulo che utilizza il francese è pressoché lo stesso. Ha preso di buono quello impostato dai suoi due predecessori, mettendoci la sua mentalità, il suo concetto di identità di squadra. Ha capito gli errori fatti in precedenza e ha rimesso i giocatori importanti del gruppo al centro del progetto, uno su tutti Daniele De Rossi. Grazie a Garcia Daniele è tornato a dare in campo quello che sa e deve fare!”.
Come gioca il Bologna?
“Il nuovo allenatore sta cominciando a far vedere qualche cosa di buono ma la situazione non è facile. Vengono da anni di situazioni societarie precarie e i giocatori chiaramente ne risentono. Credo che l’aver venduto Diamanti, possa e debba diventare lo sprone a dare il 200% in campo. Il loro obiettivo è la salvezza e Ballardini è specializzato in queste imprese”.
Quindi che gara vedremo sabato sera?
“Ci saranno poche sorprese. La Roma giocherà per fare la partita e il Bologna dovrà cercare di contenerla e sfruttare gli eventuali spazi in contropiede. Affrontare a viso aperto la Roma sarebbe una follia”.
Ce la farà la Roma a rimanere lassù fino a fine stagione?
“Per me sì, ha un organico forte e tutte le carte in regola per essere l’antagonista della Juventus. Credo e spero che la Juve giocando in Coppa possa avere qualche battuta d’arresto e la Roma dovrà farsi trovare pronta. La Juventus sta facendo una stagione fuori dalla realtà ma questo non deve togliere alla Roma i suoi meriti”.