L'ultimo saluto a Bearzot, B. Conti porta la bara, Graziani: "E' stato un secondo padre"
Sono arrivati alla spicciolata, sotto la pioggia battente di Milano per dare l'ultimo saluto ad Enzo Bearzot, l'allenatore che li ha condotti sul tetto del mondo in Spagna nel 1982. I campioni del mondo, mischiati a tante persone, sono giunti nella parrocchia di Santa Maria al Paradiso, in zona Vigentina per i funerali del tecnico friulano, scomparso dopo una lunga malattia.
Fuori dalla chiesa diverse corone di fiori, tra cui spiccano quella del settore tecnico della Figc, quella dell'Associazione italiana calciatori e, soprattutto, quella della squadra campione a Madrid listata con un tricolore e con una scritta dorata: 'I tuoi ragazzi dell'82". A campeggiare all'interno della basilica, invece, il gonfalone bianco della federazione con lo scudetto tricolore e le quattro stelle dei quattro mondiali vinti dalla nazionale nella sua lunga storia.
Accanto alla signora Luisa e ai familiari di Bearzot il presidente della Figc, Giancarlo Abete, e tanti azzurri del 'vecio'.
In chiesa, seguiti a distanza dagli obiettivi delle telecamere e dei fotografi, sono entrati Dino Zoff, Antonio Cabrini, Giuseppe Bergomi, Bruno Conti, Franco Baresi, Marco Tardelli, Alessandro Altobelli, Giampiero Marini, Fulvio Collovati, Gabriele Oriali, Paolo Rossi oltre all'ex ct della nazionale, Cesare Maldini, vice di Bearzot in Spagna. Assieme a loro anche diversi abitanti della zona Vigentina che, incontravano spesso nel quartiere il tecnico friulano, venuti a tributargli l'ultimo saluto.
Sotto le volte della parrocchia di S.Maria al Paradiso - dove è comparso anche il gonfalone dell'Inter e sono giunti nel frattempo Giancarlo Antognoni e Francesco Graziani, il parroco, don Claudio Nora, ha celebrato una funzione delicata e discreta, tenera come l'ex ct della Nazionale, conosciuto e molto amato dagli abitanti del quartiere. "E' una celebrazione semplice - ha spiegato nell'omelia - familiare, come sarebbe piaciuta ad Enzo. Le celebrazioni le lasciamo alle colonne dei giornali - ha proseguito - qui ricordiamo l'uomo, il marito sposato per 63 anni, il padre, il maestro, l'amico". Questa zona di Milano, pur essendo centrale, ha scandito il parroco, "ha mantenuto una dinamica di quartiere, molti conoscevano Enzo, lo si incontrava al bar, alla messa". "Enzo - ha chiosato - nella sua semplicità ci ha ricordato che i successi non valgono più degli affetti, della propria famiglia e degli amici".
Il feretro di Bearzot è stato portato a spalla da Cabrini, Tardelli, Rossi e Conti.
"E' stato un maestro di vita e di calcio, precursore per molti versi del calcio moderno. Forse avrebbe meritato di più, più riconoscimento, l'Italia lo ha un po' dimenticato" ha detto Fulvio Collovati, ex azzurro del Mundial '82, uscendo dalla chiesa di Santa Maria al Paradiso. Forte il ricordo anche di Francesco Graziani "E' stato per noi un secondo padre".