Hübner: "A Zaniolo deve essere dato tempo, Balotelli sfortunato"

22.11.2019 11:43 di  Danilo Budite  Twitter:    vedi letture
Hübner: "A Zaniolo deve essere dato tempo, Balotelli sfortunato"
Vocegiallorossa.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Ai microfoni di NSL Radio è intervenuto Dario Hübner, ex attaccante tra le altre del Brescia. Di seguito le sue parole:

All’epoca il livello era più alto?
"La concorrenza era molta, avevo come minimo 4 o 5 centravanti davanti che facevano 20 gol. Immobile e Belotti sono ora le due punte della nostra nazionale ma dietro non c’è molto altro. Abbiamo tanti stranieri in questo periodo che fanno i centravanti, ecco perché non c’è la crescita degli attaccanti italiani".

Che realtà è quella di Brescia?
"Tutte le domeniche le partite sono molto sentite. La tifoseria ama la squadra soprattutto se ti impegni molto. Il tifoso vuole che il calciatore si impegni al massimo, poi il risultato è relativo".

Sul caso Balotelli?
"Per Mario questo è l’anno più importante della sua carriera. Lui purtroppo è arrivato in un momento in cui il Brescia stava andando bene, doveva scontare la squalifica. Quando è rientrato, invece, il Brescia ha iniziato a perdere alcuni meccanismi. Credo sia anche un po’ sfortunato. All’inizio il Brescia giocava davvero molto bene, anche se poi i risultati non sono sempre arrivati. Ne ha fatte le spese Corini purtroppo".

Su Corini e Grosso.
"Io la vivo da fuori e ho fiducia in Cellino anche sulla scelta di Grosso. Forse non è stato giusto mandare via Corini".

Su Zaniolo e sulla Roma.
"Il modulo di Fonseca è spregiudicato, rischia un po’ ma quando la palla gira il gioco è bello. A Zaniolo deve essere dato il tempo di crescere. Facciamoli divertire".

Che tipo di atteggiamento tattico avrà il Brescia contro la Roma?
"Grosso lo conosco poco quindi non posso dare un giudizio però il Brescia ha bisogno di punti e quindi spero che tra Roma e Atalanta arrivino punti".

Che ricordi hai del tuo passato calcistico?
"Io non ho fatto settore giovanile. A 20 anni ero già in prima categoria. 40 anni fa quando giocavi in Serie D dovevi fare la gavetta pesante prima di arrivare ad alti livelli, ecco perché ci sono arrivato tardi. Sono molto legato a tutte le realtà che ho vissuto, ho amici ovunque e per me è una grande soddisfazione".