Galeone: "Luis Enrique deve trovare alternative tattiche. Lamela è un campione, Borini come Di Natale"

13.03.2012 19:23 di  Francesco Gorzio   vedi letture
Fonte: Radio Ies
Galeone: "Luis Enrique deve trovare alternative tattiche. Lamela è un campione, Borini come Di Natale"
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© foto di Federico De Luca

Giovanni Galeone, ex allenatore, è intervenuto ai microfoni di "A Tutto Campo" su Radio Ies. Queste le sue parole:

Sul momento del calcio italiano.
"Non mi piace molto la Serie A e il calcio che viene proposto, ma meglio del buio totale di 8-9 anni fa. C'erano i falsi imitatori di Sacchi, che giocavano tutti col 4-4-2 ma privilegiando poco la tecnica e cercando un gioco di grinta e calcioni. E' stato un momento di terribile oscurantismo. Ultimamente qualcosa di buono si è visto. Alla Roma con Luis Enrique si sta provando a fare qualcosa, nella testa dei giocatori c'è un concetto, un'idea di gioco interessante. L'Udinese per un periodo ha fatto un buon calcio, stessa cosa per l'attuale Bologna".

Sulla Roma.
"I movimenti in campo di Luis Enrique, questo gioco corto e stretto fatto di possesso palla e verticalizzazioni improvvise è molto interessante. Ha Francesco Totti che, anche se qualcuno dice che in campo cammina, fa sempre la differenza. Poi c'è questo Lamela, basta vederlo due minuti per capire che è un talento, di sicuro avvenire, ma anche di un ottimo presente. Sulla metà campo anche ha uomini interessanti, Il calciatore determinante è ovviamente De Rossi, senza di lui, la Roma prende gol. E' eccezionale nel tenere compatta la squadra, tiene incollata la difesa e aiuta la manovra. Dà i tempi, li accorcia, suggerisce diagonali, è fondamentale per il gioco del tecnico spagnolo. Il fatto che abbia firmato il rinnovo, è importantissimo. Il ritorno di Franco Baldini? L'unico grande manager che c'è in Italia, e  non lo dico perché è stato mio giocatore".

Su Luis Enrique.
"Il limite dello spagnolo è nel non adattare troppo il suo modulo. Deve capire che non ha ora giocatori alternativi a De Rossi, e che quindi in sua assenza deve provare qualcosa di diverso. Magari infoltire la metà campo, contenere di più raccogliendo i centrocampisti. Tanto lì davanti con Lamela, Totti e Borini non c'è bisogno di un grande supporto degli altri. Sulle regole, è difficile esprimersi. Certo, di solito non si è mai così rigidi".

Su Bojan.
"Il vero Bojan non si è visto, ma non gettatelo via perché è un grande giocatore. E' un ragazzo abituato ad un calcio diverso, in Spagna si gioca in un'altra maniera. Si sta impegnando, ha qualità formidabili. Contro l'Inter ha fatto qualcosa di magico. Mi spiace che non si sia espresso, ma questa squadra ha giovani incredibili".

Sulla sua carriera da allenatore.
"Dopo l'Udinese mi cercò il Parma (stagione 2007-08, ndr), ma io rifiutai, ora un po' me ne pento. Aveva una squadra che si sarebbe salvata sicuramente e tranquillamente, invece con Cuper è retrocessa. Misteri del calcio italiano".

Su Di Natale.
"Quando sono stato in Friuli, giocavo con tre attaccanti: Barreto, Iaquinta e Di Natale. Il bomber era Vincenzo, non Totò. Guidolin è stato bravo a trovare una soluzione che lo ha fatto esplodere, facendolo diventare un grande bomber. Oggi in Italia non ce ne sono di questo livello, solo Borini potrà diventarlo".

Sulle italiane in Champions.
"Penso che sia meno facile di quanto sembri per entrambe. Se il Napoli fa fuori il Chelsea, credo siano dieci anni che non succede che una inglese non approda ai quarti. Di Matteo conosce bene il calcio italiano, e non darà spazi a Lavezzi. Ma il Napoli sta bene, e gli basta fare un gol per mettere in crisi il Chelsea. La partita del Milan contro l'Arsenal deve essere da monito. Per quanto riguarda l'Inter, mi sembra in ripresa e può farcela. Il Marsiglia, come tutte le squadre di Deschamps, è tosta da affrontare. Ben messa in campo, solida, e con giocatori veloci".