Galderisi: "Il Milan non è un bluff". AUDIO!
L'allenatore Giuseppe Galderisi è intervenuto a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio: "Stavo vedendo Monza-Salernitana... Per Balotelli la condizione è quella che è ma poco da fare: questa è una squadra di Serie A. Diamogli un paio di mesi per mettersi a posto, ma per me può dire la sua".
Quest'anno in Serie B l'equilibrio sembra davvero sovrano.
"Sì, è un campionato che ho vissuto ed è molto particolare. Nel momento della difficoltà, e arriva per ogni squadra, devi avere il giusto equilibrio per non sbragare ed ammazzarti mentalmente. Basta un mese fatto male e lotti per non retrocedere, uno bene e lotti per andare su. Basta che ci sia un progetto, un'idea, e la capacità di saper sopportare i carichi di un'annata difficile. Prima o poi la botta arriva".
Forte è diventato un attaccante di categoria?
"Ho sempre pensato che, avessi avuto possibilità di andare in B, sarebbe stato il primo che mi sarei portato. A Lucca lo prendemmo a metà stagione che non stava facendo benissimo. Anche dopo Teramo è tornato da me, ed era spaventoso perché segnava solo lui. La cattiveria con cui si allenava, la fame negli occhi: sono innamorato di questo giocatore e sono felice che stia facendo bene, oltre che convinto che possa riuscirci anche in Serie A. Tempo fa cercava ancora squadra: aveva tante scelte, e non ha guardato ai soldi ma dove poteva rendere".
Milan e Inter si giocano lo scudetto?
"Juventus-Napoli sarà molto importante, anche perché non siamo abituati a vedere la Juventus così lontana dalla vetta. Mi sembra poi che l'Inter, non giocando più in Champions League, abbia una rosa spaventosa. Il Milan non è tutto questo bluff, anzi, per me possono arrivare fino alla fine. Forse la vittoria col Barcellona ha fatto gioire troppo e arrivare troppi elogi. Ricordo però che una volta con Allegri erano quintultimi, e poi ne vinsero venti di fila: questa non mi sembra una Juve in grado di farlo, ma i campioni ce li ha".
Lei avrebbe mantenuto la stessa calma di Eriksen?
"Ha caratteristiche incredibili e sa giocare in vari ruoli. Non è che poi sia andato lui a Milano, l'hanno voluto: il dialogo è importante, e io allenatore non devo mettere in difficoltà un giocatore ma esaltarlo e tirargli fuori il meglio. Magari per Conte è un modo per dargli forza... La situazione è particolare ma per me la miglior cosa è che trovi il suo spazio da un'altra parte, togliendo anche così un peso a Conte".
Come fa il Torino ad uscire dalle difficoltà?
"Intanto sono contento che Izzo sia stato ritrovato, lo conosco bene anche se mi fece perdere qualche partita coi suoi errori (ride, ndr). Giampaolo è un grande allenatore che sta vivendo anni molto difficili, ora serve tirare fuori il massimo da ogni singolo uomo, non giocatore. Come giochi è conseguenza dello stato d'animo: la classifica del Torino fa paura. La storia insegna che in queste stagioni non c'è da accontentarsi e scavare al massimo, mettendo anche via la bellezza: con lavoro, autostima e convinzione i grandi giocatori devono arrivare a dare di più".
Dove vedrebbe oggi il Papu, tatticamente?
"Per prendere uno così, chiunque deve per forza cambiare qualcosa. Chi prenderà il Papu deve avere lo spazio per lui, o diventa complicato. All'Inter dovresti cambiare modo di giocare, senza trequartista dove lo metti? Mi dispiace che sia finita così con Gasperini, le litigate esistono ma è andata così. Penso al Napoli, sennò, dove potrebbe essere Insigne o Mertens, ma questi? Non so se troverà facilmente una big, anche se lui come giocatore lo è. Per me va all'estero...".
Juric ha mandato qualche messaggino all'Hellas... Il rischio è che il club gli stia chiedendo troppo?
"Credo sia ben chiaro, credo che il Verona abbia creduto in lui mettendogli a disposizione il massimo possibile perché sia esaltato. L'ho visto giocare alcune partite che aveva tanti assenti e la squadra non è cambiata di una virgola. Nel calcio, però, la differenza la fa il grande giocatore. Il Verona così in alto non mi stupisce, mi piace il suo tipo di calcio ma è naturale che le ambizioni crescano e sia difficile accettare di dover sempre ripartire da zero".
Come ricorda l'esperienza di Salerno?
"La più brutta per come si è sviluppata, non sono riuscito a partire. Eppure a Salerno c'è gente che mi dice la verità, e nella prima partita abbiamo giocato 70-80 minuti come mai visti prima, perdendo 2-3 dopo essere stati 2-0... Una serie di cose, una cosa che mi ha fatto veramente male, perché quel campionato pensavo l'avrei vinto. Potevo davvero fare grandi cose a Salerno, perché ci avrei messo più che il cuore".
Chi il vice-Morata ideale per la Juventus?
"Sento parlare di Pavoletti o di Llorente... Ci vorrebbe qualcuno che può ancora crescere, perché andare alla Juventus è difficile. Un Pavoletti può essere affamato di dimostrare e, sapendo il suo ruolo con tanti campioni vicino, magari può pure migliorare".