Beretta: "Spinazzola ha lasciato il segno in questo Europeo". AUDIO!

05.07.2021 20:30 di  Marco Rossi Mercanti  Twitter:    vedi letture
Beretta: "Spinazzola ha lasciato il segno in questo Europeo". AUDIO!
Vocegiallorossa.it
© foto di Uefa/Image Sport

L’allenatore e consigliere federale Mario Beretta ha parlato a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio. Si comincia dall’Italia in semifinale: “Sono dell’idea che sia stato un andamento parallelo tra club e nazionale, la maggior parte dei calciatori giocano in Serie A e abbiamo visto tante squadre ormai con una certa linea di gioco e un modo di stare in campo. Sia tra i primi che tra chi lotta per non retrocedere. Mancini ha fatto un gran lavoro selezionando i giocatori giusti e dando loro un’impostazione da club”.

Mancini ha modificato il proprio metodo?
“Ha fatto tesoro delle sue esperienze internazionali che ha vissuto con i club, ma ricordo che anche prima era un allenatore che amava dominare il gioco. Con gli anni poi i tecnici crescono, migliorano e cambiano per tenersi al passo coi tempi. Oggi raccoglie i risultati”.

Quanto pesa la mano di Vio sui calci piazzati?
“Lo conosco bene, professionista che ha studiato. Oltre che a lui bisogna dare merito allo staff, di grande spessore: da Salsano a Lombardo fino a Evani e all’ultimo aggiunto De Rossi. La qualità di un allenatore è organizzare al meglio lo staff”.

Chi l’ha impressionata in questo Europeo dell’Italia?
“Vorrei menzionare Leo Spinazzola. Intanto gli faccio l’in bocca al lupo, l’ho allenato e sono stato quello che l’ha trasformato in esterno a cinque a Siena, gli ho già mandato un messaggio. Non che mi abbia sorpreso in questo Europeo ma ha davvero lasciato il segno”.

C’è bisogno di attingere maggiormente dalle serie minori?
“Giusto che i ragazzi che escono dalle giovanili facciano un percorso magari anche in Serie C, che è una categoria difficile. In pochi ci riescono. Le esperienze negative formano però il carattere”

Però il materiale ci sarebbe…
“Tante volte i giocatori maturano dopo, non è uguale per tutti la cosa. Qualcuno non matura mai… Di certo le categorie inferiori ti formano”.

Il Bayern ha pagato la clausola per un allenatore poco più che trentenne.
“Ricordo che già qualche settimana prima avevano fatto dichiarazioni sul dover calmierare i prezzi… Probabilmente lo ritengono un valore aggiunto, che possa portare una percentuale di plusvalenza tecnica notevole. Altrimenti non l’avrebbero pagato tutti quei soldi. Da un certo punto di vista sono contento”.

Si toglierà del pregiudizio d’ingresso per chi il calcio non l’ha giocato ad alti livelli?
“La percentuale è più bassa rispetto a chi ha giocato, certo. Io ho cominciato molto presto, studiando calcio e andando avanti poco alla volta: alla fine sono arrivato in Serie A. Smettere di giocare e da prima metterti a studiare, aiuta. Riuscire a captare da ciò che ti sta intorno ti fa crescere”.

Chi il fresco uscito da Coverciano che la sta più sorprendendo?
“Abbiamo visto Italiano con lo Spezia, ma anche Zanetti a Venezia, Dionisi che ha vinto il campionato… Senza pensare a De Zerbi che ormai sono anni che allena. Uno magari meno giovane ma che ha fatto molto bene al Cittadella è Venturato. Giovani o meno, la scuola di Coverciano si conferma”.

Anche l’Ungheria ha un CT italiano.
“Ha fatto un grandissimo percorso all’estero, portando l’Ungheria a giocarsi la fase finale degli Europei. Non scorderei neanche l’Ucraina, dove Shevchenko si avvale di Tassotti e Maldera, scuola italiana. Noi studiamo gli altri, ma pure gli altri studiano noi (ride, ndr)”.

Questa Italia è spagnoleggiante?
“Noi abbiamo un’idea ben precisa, tant’è vero che la nostra nazionale gioca attaccando con tanti uomini ma difende bene. Ormai più difendi bene e meglio puoi attaccare, questa ricerca è fondamentale”.

Come sostituire la coppia Bonucci-Chiellini?
“Si parla di due giocatori straordinari, non sarà facile. Penso però a quelli che hanno vinto il Mondiale del 2006, si diceva anche con loro. Alla fine, velocemente o meno, qualcuno verrà fuori e troveremo chi avrà un’arte del difendere come la loro”.

Ci avrebbe mai creduto all’Italia in semifinale?
“Io sì, ci credevo. Perché Mancini ha fatto un lavoro straordinario, vedendo le partite si notava l’impronta. Certo, in una gara secca non è mai facile…".