Antognoni: "Italiane sfortunate in Europa, ma è un buon segnale per il futuro"
Presente al Premio Fair Play Menarini come ambasciatore, l'ex capitano della Fiorentina Giancarlo Antognoni ha rilasciato un'intervista ai microfoni di tuttomercatoweb.com in cui ha toccato vari temi: dal fair play al deludente Europeo Under 21 per l'Italia, fino al futuro di un paio di uomini mercato viola.
Che valore dà al fair play?
"Il fair play si contraddistingue per il comportamento avuto in carriera, non solo calcistica ma anche a livello personale. Essere ambasciatore è importante per me, soprattutto a Firenze. Vediamo come si evolve la cosa".
Che sensazioni ha avuto per l'eliminazione dell'Italia Under 21, dato che è stato dirigente accompagnatore di quella squadra?
"Un po' immeritata, perché nella prima partita ci sono state vicende negative per via dell'assenza del Var. Sono dispiaciuto per la squadra e per l'allenatore, che conosco bene. Si va avanti, ci sono giovani interessanti e che progrediscono, ma devono giocare nelle squadre di club. L'Under 20 ha fatto meglio, ma anche l'Under 21 a prescindere dall'arbitro non ha fatto male".
Chi le piacerebbe come CT?
"Ci sarà la trafila che c'è sempre stata, penso che uno dall'Under 19 o dall'Under 20 salirà".
Annata sfortunata per le finali tra Inter, Roma e Fiorentina.
"L'importante è arrivare e cercare di ottenere il risultato. Quasi tutte le italiane hanno fatto bene fino alla fine, poi ti giochi tutto in 90 minuti e può succedere qualsiasi cosa. Il calcio italiano comunque è migliorato, a livello di appeal e di risultato pur non vincendo nulla. È un buon proposito per il futuro".
Da numero 10 a numero 10: cosa consiglierebbe a Castrovilli?
"Dipende molto dalla società: se credi in un giocatore devi rinnovargli il contratto, se non ci credi è giusto che ognuno scelga la sua destinazione".
Cosa accadrà con Amrabat?
"Se lo vogliono squadre importanti, credo che abbia la possibilità di cambiare. Ha fatto molto bene quest'anno e, se dovesse andare via, la Fiorentina perderà qualcosa di buono. La diatriba tra giocatore e società c'è ovunque, non solo in Fiorentina".
C'era più fair play nel calcio di una volta o ce n'è di più in quello di oggi?
"Il fair play c'è anche oggi, ma il giocatore è proprietario di sé stesso e ha più possibilità di comandare. Una volta si comandava meno, almeno i giocatori. Dipende dal giocatore e da che vuol fare quando cresce: se migliora la sua situazione calcistica, è giusto che venga accontentato".
E a livello di comportamenti in campo?
"Secondo me sì, perché ci sono regolamenti diversi. Oggi al primo fallo prendi l'ammonizione, mentre prima la prendevi dopo due o tre falli. Da parte del giocatore c'è quindi più titubanza nel fare il fallo ed è più tutelato".
C'è un giocatore della Fiorentina che meriterebbe il Premio Fair Play e uno in Serie A?
"Biraghi si è comportato bene in finale di Conference, mettendosi a disposizione della situazione che si era creata in modo negativo. Era il capitano e ha dato l'esempio, senza fare sceneggiate come spesso accade oggi. In Serie A forse Mourinho (ride ndr)".