Al Shaab, Zenga: "L'addio alla Sampdoria? Non c'è mai stato feeling al 100%"
Walter Zenga, tecnico dell'Al Shaab, parla a Radio Sportiva. "Io vivo a Dubai con la famiglia, coi miei piccoli che hanno iniziato la scuola qui. Questo club è ultimo in classifica, ieri abbiamo perso 3-1 ma non si possono scegliere solo le cose più facili e belle. Servono anche degli impegni più tosti".
L'avventura con la Sampdoria?
"Quando si inizia un cammino e si ha solo un anno di contratto, si sa che le cose possono non andare bene. Fin dal primo giorno, e sottolineo fin dal primo giorno, non c'era feeling al cento per cento alla Sampdoria. Rifare la scelta? Assolutamente sì. Ho giocato due anni nella Samp, è un posto bello, di tifosi veri che amano la squadra ma evidentemente sono restato a dieci anni fa".
Quanto ha influito il ko con il Vojvodina?
"Se analizziamo solo la partita ed il risultato, tanto. Se pensiamo che abbiamo giocato il 30 di luglio e pensiamo che Zukanovic, Muriel e Soriano sono arrivati il 15 non è una preparazione. Fernando era arrivato il 12 e non giocava una partita da tempo, Eder idem. Poi abbiamo avuto problemi gastrointestinali per giocatori. Il presidente mi faceva vedere i messaggi dei tifosi che gli dicevano che non mi volevano. E' stata una partenza in salita".
Le esperienze in Italia?
"Ho avuto tre opportunità in Italia: una a Catania, andata benissimo. Un anno e mezzo dove è andata bene, la cavolata l'ho fatta io ad andare via. Andai io, dopo la vittoria con la Sampdoria, non me la sento più, facciamo giocare i giovani. A Palermo, con la media punti dell'anno prima, abbiamo finito con Zamparini e ora è successo lo stesso con la Sampdoria. Però ho fatto quel che mi è stato chiesto: parte sinistra, capocannoniere, giovani lanciati come Pedro Pereira, Ivan, Correa... Avrei anche lanciato Bonazzoli, ma mi sono ritrovato una squadra arrivata ottava e mi è stato chiesto di fare un punto in più. Magari non ci arrivavo".
La rottura con la Sampdoria?
"Non è vero che Ferrero non capisce nulla. Io dico le mie ragioni, lui ha preso una decisione ma mi dà fastidio che anche oggi si parli della preparazione... Non si può tirare in ballo la professionalità delle persone, andando alla cieca. Devono chiamare il professor Bartali che lavora con la Samp, fargli delle domande e noi abbiamo i dati della preparazione. Se vogliamo parlare di Zenga che non piaceva alla gente, benissimo. Ma andare dentro, nei dettagli, di una professionalità, non ha senso né logica".
Il mancato gioco della Sampdoria?
"I tifosi si divertivano poco? Cosa vuol dire divertirsi? Magari possiamo lamentarci di qualche prestazione fuori casa, dove non eravamo brillantissimi, ma anche l'anno prima era la stessa cosa. Nelle ultime di campionato, la Samp non aveva vinto tante gare. Io sono contento degli attestati di stima, ma divertirsi è vincere o adattare la rosa alle esigenze? Se uno gioca bene o male, è un'idea. A volte si vince giocando malissimo, a volte dominando come contro l'Inter non ci si riesce. Alcuni adattano la rosa alle esigenze della squadra, altri impongono il loro credo a discapito della rosa che hanno".
Il rapporto con Cassano?
"Perché tutti ne parlano come se fosse un demone? Si è allenato bene, sempre. Io lo vedevo in allenamento e magari non lo ritenevo pronto per giocare delle gare di fila. Il fatto stesso che mi abbia espresso il suo disappunto su come stava, forse dice che avevo ragione. E' uno che può fare la differenza, con Montella la farà. I rapporti finiscono, la vita va avanti. Sono sempre stato abituato a rialzarmi, con sorriso e serenità, nonostante il passato non sia stato bellissimo. Sarei felicissimo se la Samp riuscisse ad ottenere grandi risultati, se lo merita".
Il Napoli?
"Il Napoli l'abbiamo fermato, a momento vincevamo anche... Se hai Higuain e Reina, puoi far quello che vuoi. Bello tutto, ma il calcio si fa col portiere che para e con la punta che segna. Il primo gol di Higuain è la dimostrazione che è una punta straordinaria", riporta tuttomercatoweb.com.