A. Piccinini: "A De Rossi va stretto lo stereotipo di calciatore"

05.05.2011 15:42 di  Massimiliano Bruno   vedi letture
Fonte: Radio IES
A. Piccinini: "A De Rossi va stretto lo stereotipo di calciatore"
Vocegiallorossa.it
© foto di Alberto Fornasari

Alberto Piccinini, giornalista de "Il Manifesto" e "Rolling Stone", è intervenuto ai microfoni di "A Tutto Campo"  sulle frequenze di RadioIES per parlare del suo incontro con Daniele De Rossi in occasione dell'intervista rilasciata al mensile musicale. Queste le sue parole:

Sull'intervista

"E' stata un'intervista molto piacevole. Spero di rincontrarlo, perchè è una persona simpatica e con cui è piacevole conversare. Quello che ho percepito fortissimo è la sua difficoltà, come naturale, ad uscir fuori da un momento della sua vita difficile. Un momento che poi fa parte della vita di molti, ma per un uomo sotto i rifilettori come lui è probabilmente più difficile. Però De Rossi mi ha detto di aver sempre sentito vicino i tifosi, non si è mai sentito l'ambiente contro".

Sul De Rossi "uomo"

"E' stato divertente cosa ha raccontato del post Juve: "pregare" un ristoratore amico perchè ti riapra la cucina malgrado l'orario, è una cosa che non ti aspetti da un calciatore. E' un giocatore atipico, lo ha detto anche nell'intervista, che vive il calcio da tifoso oltre che da giocatore. E forse la gomitata dell'altra sera, fa parte di questo suo momento. Gli sta molto stretto lo stereotipo del calciatore, dell'uomo che pensa solo alle frivolezze e a giocare a pallone. Lui, essendo seriamente tifoso e appassionato, lo vive in modo diverso me lo ha detto con grande schiettezza (si riferisce al caso di Srna, ndr): "mi stava infastidendo, ho fatto una cavolata, ma gli ho dato una gomitata".

Sul futuro

"Nel parlargli non ho mai avuto la sensazione che stia pensando ad un futuro altrove. Quando mi ha parlato di futuro, lo ha fatto riferendosi ad un futuro lontano, alla fine della sua carriera".


Sul rapporto con il padre

"Mi ha raccontato che i primi tempi alla Roma sono stati difficili, e che spesso chiedeva al padre di tornare ad Ostia a giocare, con i suoi amici. Il padre è stato sicuramente una figura forte nella sua adolescenza, senza mai però condizionarlo troppo nelle sue scelte. Un rapporto vissuto con grande serenità, tant'è che mi ha detto "ora mi piace ascoltare la musica di mio padre" riferendosi a Bob Dylan".