Scacco Matto - Roma-Austria Vienna 3-3, si spegne la luce dei giallorossi verticali

21.10.2016 16:00 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Gabriele Chiocchio
Scacco Matto - Roma-Austria Vienna 3-3, si spegne la luce dei giallorossi verticali
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Ancora una beffa con due gol di vantaggio: alla Roma non basta andare 3-1 contro l’Austria Vienna, che si prende un punto allo Stadio Olimpico con due gol nel finale.

LE SCELTE - Come ormai da abitudine nelle gare europee, Spalletti ruota dove ha la possibilità di farlo: davanti al portiere di coppa Alisson, la difesa è la stessa di Napoli con Alessandro Florenzi, Kostas Manōlas, Federico Fazio e Juan Jesus. A centrocampo le prime novità, con Gerson a far compagnia a Leandro Paredes e Radja Nainggolan, mentre davanti il tridente è tutto nuovo rispetto a sabato scorso, con Juan Manuel Iturbe e Stephan El Shaarawy ai lati di Francesco Totti. 4-2-3-1 per Thorsten Fink, con Lucas Venuto, Alexander Grünwald e Felipe Pires alle spalle di Olarendwaju Kayode.

LA PARTITA - Come di consueto, Radja Nainggolan cerca una posizione più offensiva rispetto ai suoi due compagni di mediana: il belga è controllato a turno dai mediani Raphael Holtzhauser e Tarkan Serbest e in certi casi si sposta anche sugli esterni per dare aiuto ai compagni senza però rischiare di finire nella morsa centrale, per poi stabilizzarsi in posizione di centravanti, con Totti alle sue spalle. Il capitano ha la solita funzione di catapulta delle azioni offensive: quando il pallone passa dalle sue parti ci resta per il tempo strettamente necessario a essere giocato in verticale per uno dei suoi compagni offensivi. È proprio questa la traccia principale della gara: dopo l’errore di Juan Jesus che ha permesso a Kayode di crossare il pallone per la rete di Holtzhauer, la Roma ha ribaltato il punteggio grazie a due gol siglati da Stephan El Shaarawy entrambi in gioco lungo. Prima Gerson, poi Francesco Totti hanno servito infatti al faraone i palloni da depositare in rete in verticale e queste non sono state le uniche due giocate di questo tipo del primo tempo.

I CAMBI - Dopo circa venti minuti della ripresa, Mohamed Salah prende il posto di El Shaarawy, vittima di un colpo alla caviglia non grave ma sufficientemente importante da convincere Spalletti a fare la sostituzione. I giallorossi si dispongono 4-4-2 con l’egiziano a destra, Juan Manuel Iturbe e Totti-Nainggolan davanti, sfruttando la farraginosa costruzione bassa degli austriaci per colpire in contropiede, almeno nelle intenzioni. Il 3-1 arriva infatti in una situazione a difesa schierata, con lo sfruttamento dell’ampiezza: Totti, spostato a sinistra, crossa di esterno dove dall’altra parte Florenzi insacca. La seconda scelta di Spalletti è conservativa: fuori Florenzi, anche lui con problemi fisici e dentro Emerson Palmieri, in posizione di terzino destro, dove è stato provato a Pinzolo. Fink opera poi due sostituzioni che non modificano molto il canovaccio tattico: fuori Lucas Venuto e Grünwald, dentro Ismael Tajouri e e Dominik Prokop, che occupano i ruoli dei sostituiti. La gara scorre liscia e Spalletti si gioca l’ultimo cambio a dieci minuti dal termine per facilitare l’arrivo in porto della barca col vessillo: fuori Juan Manuel Iturbe dentro Edin Džeko, comodo bersaglio per i palloni alti su cui lottare per mandare avanti con serenità il cronometro, e ad andare a sinistra a prendere il posto del paraguaiano è Radja Nainggolan, per bloccare quel lato dove Jesus appariva comunque in difficoltà contro un avversario fresco. Il piano non fa però in tempo a concretizzarsi, perché nel giro di due minuti prima Prokop, poi Kayode finalizzano due azioni rifinite a proprio a destra arrivando al pareggio. La Roma, a questo punto, è anche schierata in un modo decisamente poco compatto e sono più i casi in cui Fazio e Manōlas devono sventare il pericolo con rischiose marcature preventive su Kayode che quelli in cui la squadra di Spalletti si rende pericolosa per poter vincere la partita.

LA CHIAVE - Una Roma efficace in verticale aveva agevolmente messo la partita sui binari giusti, ma deficit tecnici e soprattutto mentali hanno impedito una gestione del risultato che sembrava anche agevole.