Totti: "Tre acquisti e siamo da scudetto. Un rimpianto? La semifinale d'andata con il Napoli"

19.03.2014 08:12 di Emanuele Melfi Twitter:    vedi letture
Fonte: Il Romanista - Cagnucci
Totti: "Tre acquisti e siamo da scudetto. Un rimpianto? La semifinale d'andata con il Napoli"
Vocegiallorossa.it
© foto di Federico Gaetano

Il capitano della Roma Francesco Totti ha rilasciato un'intervista esclusiva a Il Romanista. Vocegiallorossa.it ne propone uno stralcio.

Cos’è la Roma per Francesco Totti?
"Difficile da dire, non è facile trovare le parole per farlo… Mio figlio credo che lo capirà da solo crescendo che quando tifi Roma hai qualcosa in più rispetto agli altri. Per me è tutto, è passione, è amore, è voglia di portarla il più lontano possibile".

Perché Francesco Totti è soprattutto un tifoso della Roma.
"Da sempre. Esserne il Capitano è un onore e una responsabilità che però non mi ha mai pesato. E’ stato così da subito".

La tua prima partita allo stadio?
"Roma-Napoli quando vincemmo 1-0 con un gol di Voeller all’ultimo. C’erano i lavori allo stadio, non c’era la Curva Sud".

“Romano bastardo” o “Romano pezzo di merda” è discriminazione territoriale?
"Sì, certo. E’ evidente. Su questa storia sono stati usati due pesi e due misure".

Quand’è che il sogno quest’anno è finito?
"Nelle ultime quattro-cinque partite, non prima. Noi credevamo allo scudetto, eravamo primi, poi secondi, stavamo lì. Ci credevamo. Comunque è svanito al 99%, un 1% me lo tengo. Così per l’aritmetica".

Il rimpianto di quest’anno?
"Guarda che non è legato al campionato, ma alla semifinale col Napoli. All’andata, non al ritorno. Se avessimo vinto due, tre a zero sarebbe stata tutta un’altra partita. Avevamo battuto una Samp in ottima forma, avevamo battuto la Juventus e stavamo per battere il Napoli. Poi la partita secca con la Fiorentina sarebbe stata bella, con tanti ex, sarebbe stata una gara tutta da giocare".

Perché l’abbiamo perso?
"Perché la Juve è forte. Sono inarrivabili".

Perché sono inarrivabili?
"Perché sono forti. Sono tre anni che vincono, va dato loro merito. Quando le cose andavano meno bene avevano sempre un piccolo aiutino. Dati di fatto, visibili, che nessuno può negare".

Temi anche per il secondo posto?
"No, perché dipende solo da noi, vogliamo centrarlo come fosse il nostro scudetto. Purtroppo capitano questi episodi sfavorevoli a noi, ma se recriminiamo su tutto ci potremmo fare un film. Evitiamo. Mancano 12 partite, cercheremo di fare il massimo".

Episodi a parte, quando ci sarà la grande puntata? Quanto manca allo scudetto?
"Poco".

Cosa?
"Tre acquisti".

Si è fatto il nome di Drogba.
"Magari venisse! E’ pure più giovane di me (ride). E’ con giocatori così che vinci. Comunque non sono io che faccio il mercato, né mai l’ho fatto. Ma con tre giocatori questa squadra può vincere il prossimo anno".

Ci giocherai nel nuovo stadio, come dice Pallotta?
"Eh dipende quando lo costruiscono! Io questo e altri due anni li faccio sicuro".

La forza di questa Roma sta nel gruppo?
"Un gruppo così ce l’abbiamo avuto nel 2001 e io ne ho viste de cose eh… Ammazza se ne ho viste… La Roma deve essere questa e da qui bisogna ripartire e migliorare. Allenatore compreso. Siamo molto affiatati. C’è una grossa unione come quell’anno, quando eravamo un tutt’uno anche fuori. E Garcia è speciale. Pensavo ad un’altra scommessa: giovane, straniero… Invece ha fatto cose grandi".

Hai detto a Pjanic di restare?
"Non sto qui a dire ai giocatori di rimanere, ma spero lo faccia. È un giocatore giovane, fenomenale, trovarne così in giro per il mondo non è facile. Una battuta gliela faccio eh, ma poi ognuno sa se rimanere o no. La battuta gliela faccio spesso e volentieri, lui ti dice “sì sì, tranquillo”.

Kevin Strootman.
"Lui si è inserito subito nel gruppo, sembra un veterano. Giocatore formidabile, giocatore che si è visto come approccio alla gara, come personalità. Non me lo aspettavo così forte, non lo conoscevo. È arrivato all’improvviso, in un periodo altalenante dove tutti andavano e venivano. Però, 20 milioni? “Cavolo”, mi sono detto, deve essere un top player".

Cassano?
"Sì, l’ho visto a Roma-Parma. È mezzo matto, ma è simpatico".

Lo porteresti ai Mondiali?
"Sì, e se continua così è giusto che ci vada".

E Totti ce lo porterebbe Totti in Brasile?
"Perché no? Se sta bene, ce lo porterei".

Prandelli lo hai sentito?
"Non mi ha mai chiamato e non credo mi chiamerà".

Roma e l’Italia: Daniele De Rossi. La sua squalifica come l’hai vissuta?
"Quando fa una cosa un romano si ingigantisce sempre. È la realtà dei fatti. Sa di aver sbagliato a fare determinati gesti, ma sono cose istintive. Non sto qui a giustificare, ha sbagliato, ha pagato ma non dobbiamo dargli addosso. Succede".

Rivedendoti un giorno, la tua partita d’addio sarà la Roma del 2001 contro la Roma del 2015?
"Sì potrebbe essere. Però magari non farò mai una partita d’addio. Non è che abbia tanta voglia di allenare. Può darsi pure che quando smetto scatta la voglia di fare l’allenatore, non lo so. Adesso gioco. Ci sono dei sogni da raggiungere con questa squadra".

Domanda per te: cos’è la Roma?
"Una cosa che hai dentro e che non riesci a dire. Forse nemmeno a un figlio".