Totti incontra Kobe Bryant: "Un onore aver indossato una sola maglia. Potrei fare l'allenatore". VIDEO!

23.07.2016 11:11 di Claudio Lollobrigida Twitter:    vedi letture
Fonte: video.repubblica.it - Instagram - Sky Sport
Totti incontra Kobe Bryant: "Un onore aver indossato una sola maglia. Potrei fare l'allenatore". VIDEO!
© foto di Twitter AS Roma

Il Capitano della Roma Francesco Totti e la leggenda NBA Kobe Bryant si sono incontrati in occasione di un evento Nike a Milano. La Repubblica ha intervistato i due atleti.

TOTTI - "Ci accomuna, oltre che l'età, siamo quasi coetanei, la voglia di divertirsi nel proprio sport, di far divertire la gente. E indossare un'unica maglia. Quando cambi maglia guadagni di più ma per me è stato un onore indossarne una sola, nel mondo non ci sono tanti giocatori con la mia stessa idea. Al mondo d'oggi è facile cambiare anziché innamorarsi di quei colori. Io ho avuto la possibilità, ho sempre detto che avrei iniziato alla Roma e sarei morto qua. La stagione? Gioco se lo merito, non perché sarà l'ultima stagione. Se in settimana mi alleno bene penso che il mister ha una possibilità in più di farmi giocare. Ancora mi diverto, la passione mi spinge al massimo. Finito quest'anno avrò altri scenari, non so che cosa... Chiunque ha smeso ha fatto l'allenatore, potrebbe essere una cosa per me. 

BRYANT - "Dura stare sempre con la stessa squadra, ci sono stagioni in cui vicni, altre in cui perdi. Ed è molto più facile cambiuare maglia quando succede. Quando ho deciso che avrei smesso? Ero in macchina, pensavo che se avrei voluto giocare un altro anno è perché volevo. E mi sono risposto di no, è semplice. Puoi pensare moltissimo nel traffico... La mia passione non è allo stesso livello di anni, c'era solo la pallacanestro, ora sono cambiato".

VIDEO.REPUBBLICA.IT - L'INCONTRO TRA TOTTI E BRYANT

 

Questo un altro botta e risposta proposto da repubblica.it:

Totti. "Non ci siamo mai incontrati prima d'ora, sai com'è... non sono mai andato molto all'estero. Però ti ho sempre seguito, abbiamo all'incirca la stessa età e condividiamo la voglia di far divertire chi ci viene a vedere. Abbiamo tutti e due indossato una sola maglia. Una scelta bellissima, per quanto mi riguarda".

Bryant. "Bellissima e non scontata. Cambiando forse avremmo vinto di più, guadagnato più soldi. Ma così abbiamo portato a casa anche il record della fedeltà. Io alla fine ho sentito di aver formato un'altra famiglia. Non amo fare le cose semplici, ma quelle giuste".

Totti. "Ho cominciato a giocare nella Roma nel 1989, oggi posso dire che è stato un onore. Sarebbe stupido fare il bilancio dei profitti e delle perdite, ho dato e ricevuto in parti uguali. Ho il diritto di guardare tutti a testa alta. Non ho rimpianti né rimorsi, nulla da farmi perdonare. Forse non sono una leggenda come te, ma sono stato un atleta onesto, leale. In campo ho sempre dato il massimo, credo di averlo dimostrato anche durante l'ultimo campionato".

Bryant. "A parte il mio, il calcio è lo sport che preferisco. In tutti questi anni mi sono ritrovato più di una volta a studiare i tuoi movimenti sul campo, soprattutto mentre stai aspettando il pallone o quando effettui il passaggio. Vedi, mi concentravo sull'angolo che creano i tuoi piedi rispetto al terreno, la capacità di sapere dove si trova il compagno a cui darai la palla senza guardarlo. Forse non riesco a spiegartelo bene nel mio italiano incerto, ma, credimi, mi è stato utile spiare alcuni tuoi segreti tecnici. Io sono uno che ha sempre analizzato molto gli altri: compagni, avversari, giocatori di discipline differenti. Raccolgo filmati, faccio disegni".

Totti. "A Roma diciamo rubare con gli occhi. Io sono un istintivo, ma il basket insegna l'occupazione del campo e l'impostazione della manovra di gioco. Di te ho sempre ammirato due caratteristiche: l'eleganza del gesto tecnico e l'invenzione improvvisa, la ricerca di qualcosa che supera la bellezza e sfiora l'impossibile. Uno resta lì, incantato. E vorrebbe che quella meraviglia non finisse mai. E invece...".

Bryant. "Può essere più semplice di quanto credi. L'anno scorso ero in macchina quando ho deciso che avrei smesso. Ero solo, nel traffico da paura della 405 Freeway di Los Angeles. Ti assicuro che ho avuto tutto il tempo di riflettere...Ho detto, ehi! Kobe, hai ancora voglia di andare avanti, la palestra, il canestro, il sudore sul parquet? Hai ancora voglia di allacciarti gli scarpini per la milionesima volta...? Hai ancora voglia di altri campionati, di nuove vittorie, di nuovi dolori? E all'improvviso, zac!, ho sentito che non avevo più l'ossessione di tutta quella roba lì. Capisci, era scomparsa non la passione, ma l'ossessione. E qualcos'altro si stava affacciando nella mia vita, piccole cose che si avvicinavano. Altri mari. Ho capito con chiarezza che potevo smettere e andare lo stesso a coricarmi tranquillo ogni sera. La vita sarebbe cambiata molto velocemente".

Totti. "Allora salirò in macchina anch'io quest'anno...cercherò una strada molto trafficata e metterò su della musica. Sarà la mia ultima stagione di calcio, ma voglio che sia ancora un grande anno di calcio. Lo voglio con tutto il cuore e l'ho dimostrato sul campo nella parte finale dello scorso campionato. Nessuna ribellione, ho usato parole forti perché sono convinto che non era giusto finire così, la mia passione e l'impegno che ho sempre avuto nei confronti della maglia giallorossa meritavano maggiore rispetto".

Bryant. "Ti prepari anche tu ad un lungo tour d'addio negli stadi italiani. Come lo stai organizzando?".

Totti. "Non ci sto affatto pensando, nessuna programmazione nella mia testa. Mi allenerò seriamente e se lo merito giocherò, altrimenti mi accomoderò in panchina. Credo che per la squadra potrò rappresentare ancora una risorsa. Anche a quarant'anni".

Bryant. "Bisognerà fare i conti con la solitudine. In campo, che tu sia un leader oppure no, non resti mai da solo. Ora io mi sento solo alle quattro della mattina. Mi sveglio e cerco un posto dove andare, ne avverto il bisogno fisico, come quando senti i morsi della fame. Allora m'infilo una maglietta e vado nel mio studio a lavorare, le idee migliori arrivano all'alba".



Totti. "Dopo una partita, la mia solitudine è sempre cominciata sotto la doccia. Non è soltanto una battuta di spirito. Non ne ho paura. Per quanto riguarda il luogo che mi accoglierà, quello che mi viene naturale di pensare è Trigoria, il centro sportivo della Roma. Un tempo ho detto che mi vedevo esclusivamente in un ruolo dirigenziale, ma quando stai per smettere o hai smesso per davvero scatta qualcosa nella testa che ti fa sospettare di non poter rinunciare ad avere un pallone tra i piedi. Non mi sento dunque di escludere una futura esperienza da allenatore. Lo hanno fatto tanti miei ex compagni, posso provarci anch'io".

Bryant. "Se dovessi sintetizzare la mia vita nel basket in una parola, sceglierei la parola amore. E tu?".

Totti. "Io ho bisogno di qualche parola in più: aver fatto bene il proprio mestiere. E mi piacerebbe averlo insegnato un po' alle generazioni che vengono dopo la nostra. E ai nostri figli".

Bryant. "Alle mie bambine dico: non arrendetevi mai se vi troverete a lottare per un vostro desiderio".

Totti. "Ai miei figli dirò: divertitevi".

 

Il profilo Instagram della Roma ha pubblicato un video con le due leggende sedute una accanto all'altra che si lodano a vicenda.

 

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Un video pubblicato da AS Roma (@officialasroma) in data: 23 Lug 2016 alle ore 02:12 PDT

Queste altre parole riprese da Sky Sport:

Bryant: "Sono un grande tifoso di calcio ,Francesco l'ho conosciuto quando ha cominciato a giocare. Parlavo della passione con cui gioca, come lavora, questa passione-ossessione di calcio".

Totti: "Siamo quasi coetanei, abbiamo quasi fatto le stesse cose, abbiamo avuto le stesse idee, le stesse motivazioni per crescere con un'unica squadra, con grandi obiettivi. È un piacere vederlo, quando lo vedi dal vivo fa un altro effetto".

Bryant: "L'amore per lo sport ci ha permesso di arrivare a questi livelli. Amo giocare a pallacanestro. Se c'è l'amore puoi fare qualunque cosa".

Totti: "Io penso che la passione il rispetto sia per te stesso che per gli avversari mi abbia fatto rimanere a questi livelli".

Bryant: "La cosa importante che ha fatto Francesco è quello che ha insegnato agli altri, alla prossima generazione, è una cosa più grande di quello che ha fatto in campo". che resterà anche dopo. L'importante è che i figli si divertano".