Spalletti: "Rifarei le stesse scelte. Non si può rimanere due volte in 10 in un preliminare". VIDEO!

23.08.2016 23:33 di Marco Rossi Mercanti Twitter:    vedi letture
Spalletti: "Rifarei le stesse scelte. Non si può rimanere due volte in 10 in un preliminare". VIDEO!
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Spalletti a Premium Sport

"Cosa è successo? Abbiamo perso una gara importante, ci crea difficoltà altrettanto importanti nel ricreare un ordine, è un risultato difficile da digerire per come è venuto e per la fatica fatta per arrivarci. Abbiamo sbagliato la gestione della palla all'inizio, era quello che mi premeva perché la gara scorresse su binari corretti. Le scelte erano andate in funzione di questo. Non ci siamo riusciti e loro sono stati bravi ad andare in vantaggio. Quando ci stavamo riorganizzando siamo rimasti in 10 e lì diventa tutto più difficile. Le espulsioni? Il fatto di finirle in 11 le partite è stata una caratteristica dello scorso anno, oggi è successo spesso e non capisco come mai, si poteva essere più calmi in queste situazioni. Siamo arrivati non al meglio della condizione per gli infortuni e per i ruoli, volevo avere a disposizione un centrale per il finale perché volevo si gestisse la partita. Allora ho scelto De Rossi centrale, lo abbiamo provato e ci sa stare, può essere il suo futuro ruolo. Però abbiamo sbagliato nella gestione della palla e perso palloni non per la loro pressione ma per i nostri errori. Loro hanno preso tranquillità nelle giocate e noi ci siamo innervositi, poi è venuto il gol, l'espulsione, in un preliminare non si può rimanere due volte in 10. Cosa cambierei da luglio a oggi? Niente, solo l'inizio di stasera, non vedo cosa si voglia andare a cercare. Non abbiamo fatto bene, sbagliato troppi palloni, loro hanno sfruttato i problemi psicologici e di gestione. Cambierei solo stasera, tornare indietro non mi è mai servito a niente. Ora un periodo di tempo sarà durissimo, tutti ci metteranno il dito dentro, bisogna tapparsi bocca, naso e occhi, pensare a un periodo lungo in cui bisogna fare in maniera incredibile nell'atteggiamento. Cosa significano le espulsioni? Possiamo metterci anche le 16-17 gare dell'anno scorso senza che capitasse, è una cosa nuova. E il via l'ha dato un giocatore di esperienza e qualità, Vermaelen era arrivato da tre giorni. Subisco una cosa nuova ma la squadra fin qui non aveva mai interpretato in maniera sbagliata nessun tipo di palloni. Noi abbiamo dei regolamenti nostri con zero tolleranza perché lascia la squadra in 10".

Spalletti in conferenza stampa (a cura dell’inviato all’Olimpico Gabriele Chiocchio)

“Sconfitta ed espulsioni? Si spiegano tutte e due male, è una sconfitta difficile da mandare giù, da analizzare. Nel disegno che mi ero fatto c’era di entrare in campo e gestire la partita, le scelte erano state fatte per avere palleggiatori in più per non farci saltare i nervi, era una partita delicata, con una altissima posta in palio. Riuscire a prendere confidenza era fondamentale. Abbiamo perso dei palloni troppo facili per la qualità della nostra squadra. Poi si è preso gol e lì ci siamo innervositi. Ci tenevamo moltissimo e allora è facile andare al di là di quel che è il lecito. Ci tieni troppo, non ti va bene niente di quello che hai programmato. Come dicevo prima, questa è una situazione nuova, di reazioni sopra le righe. L’anno scorso abbiamo giocato battaglie vere, stare in inferiorità è nuovo anche per noi. Quella di rimanere in 11 in campo deve essere una regola. De Rossi e Fazio? Fazio ha tutte le carte in regola per giocare, ho scelto uno che mi desse più qualità a inizio azione, che sa fare benissimo il ruolo da centrale, lo fa giocando anche davanti alla difesa. Mi ci voleva una sostituzione, mi immaginavo la partita gestita e che poi nel finale di partita, fosse rimasta in bilico, mi ci volesse quando loro mettevano la seconda punta quello forte fisicamente, di testa, che si gioca sulla palla buttata entro l’area di rigore, se mi succede qualcosa devo farlo dopo. Uguale sull’esterno, Peres non mi è sembrato in grandissima condizioni per il suo decorso precedente, ma per quello che c’è capitato erano gli unici a disposizione. Mi era sembrato di aver trovato la soluzione. Se la gestione della palla è quella ho sbagliato. Io De Rossi lo conosco bene, lo conoscevo bene, lo riconosco bene ancora, mi sembra  tutto un altro De Rossi da quando poi è stato il primo periodo. Era già una persona con cui potevi parlare, ora mi sembra perfetto, è maturato, vero sotto tutti gli aspetti, tiene a qualunque situazione, l’ho fatto riposare per averlo bene in questa gara fondamentale, è uno di quelli che ritenevo fondamentali per non fargli fare tre partite ravvicinate. Questa qui è la prima, non la quattordicesima. Si prende ora in considerazione tutto quello che succede. Se ho caricato la partita? Io rifarei così, è il sentire le cose. Io la sentivo dentro questa partita come sento dentro i miei calciatori, è una squadra che ha qualità, era giusto fare quello che ho fatto, altrimenti non l’avrei fatto. È una sconfitta che ci spezza in due, perché è così. Ora ci aspetta un periodo lungo e durissimo. Ci si può metter dentro quello che si vuole, dipende da che analisi si vuol fare. Siamo disposti a tutto. Non abbiamo possibilità di risposta. Ora bisogna inghiottire e basta, non bisogna trovare una causa e basta, sono tante le insidie con cui convivere, sarà un lungo periodo, sono botte forti e non è una sola situazione che le può risarcire, risanare. Saranno due mesi, tre mesi eccezionali che ti possono far rimettere a posto qualcosa. Sarà una fatica a livello mentale, psicologico, di disponibilità, di riconoscere quello che deve essere il futuro. Ci diranno di tutti, saremo sottoposti a tutto, perché è una sconfitta brutta, evitabile. Il Cagliari e l’Europa League? Bisogna vedere le reazioni di giorno in giorno, alle reazioni che verranno dopo le frequentazioni degli allenamenti, bisogna guardare in avanti, rialzarsi il prima possibile. Trasferirsi quando uno non ce la fa, qualcosa che lo aiuti a riguardare nelal direzione giusta, son tanti piccoli passettini che bisogna fare giorno dopo giorno. Non c’è una cosa sola. L’Europa League è un traguardo difficilissimo, noi dobbiamo guardare alle partite e vincere le partite e fare un programma in un momento come questo bisogna vedere come si reagisce, c’è domattina quando ci si ritrova a Trigoria, come si rientra nello spogliatoio, come ci si atteggia nel primo allenamento. Poi parte da lì e si comincia a ricaricare di buone intenzioni il nostro futuro”.

Spalletti a Roma TV

“Una cosa che mi ha deluso più di altre? Come abbiamo fatto girar palla all'inizio, anche la personalità. Dovevamo fare quello che ci eravamo dati come obiettivo. Il Porto fa la partita da leone se noi abbiamo questo atteggiamento qui. Loro sono una squadra che ha tradizione e esperienza, se negli ultimi 10 anni hanno vinto un po' di cose è segno che dentro queste competizioni sanno come comportarsi, perciò serve una squadra che sa comportarsi come loro. Se tu gli concedi tutto quello che gli abbiamo concesso noi è difficile. Un po' di difficoltà a livello psicologico ce le siamo create concedendogli vantaggio. Episodi? Non gli ho visti bene, c'è talmente dispiacere che il pensiero va dove c'è possibilità di ritirarsi su. C'è solo da inghiottire, non da far riuscire sangue dalla ferita. Dobbiamo creare subito una nuova strada, lavorare duro e creare un tragitto dove infilarsi dentro. Sarà una storia lunga, difficile, ognuno può dirci ciò che vuole, dobbiamo stare zitti e andare avanti. Accorgimenti tattici? Io non avevo bisogno di verticalizzazioni improvvise, avevo bisogno di palleggiare e tener palla perché c'era una posta in palio alta. Avere il possesso ti scioglie e ti consente di giocare meglio, invece le abbiamo sbagliate subito tutte, palle troppo facili per essere noi. Poi loro hanno segnato su palla inattiva, dopo 30 minuti eravamo in 10. poi anche in inferiorità numerica abbiamo creato anche delle azioni e potevamo segnare. Noi avevamo la possibilità di far giocare Fazio, ma poi ti giochi un centrale dietro e loro avevano la possibilità di fare ripartenze veloci. Mi serve di più nel finale di partita, perché magari sei costretto a farlo dopo. Puoi anche andare al supplementare in una partita così. Per cui mi ci vuole un centrale che abbia la forza di resistere da solo nel finale. Anche sugli esterni mi ci vuole un giocatore che possa sostituire sia a destra che a sinistra, perché Peres ha fatto vedere con l'Udinese di non essere al massimo della condizione. Per cui ho scelto Daniele De Rossi come centrale per far partire l'azione, lui era d'accordo perché ci abbiamo già giocato. L'unica cosa era mettersi a tre, però Perotti deve fare il tutta fascia a sinistra, quindi magari vai a mettere mano in degli equilibri che c'erano. Nelle amichevoli fatte non si è avvertito un problema nel cambiare, si doveva migliorare ma non cambiare. È ovvio che se al Porto gli concedi tante palle facili, hanno corsa e tecnica. Gli si voleva levare la gestione del pallone altrimenti ti creano problemi. Magari non segni, ma intanto la palla la tieni te e loro devono venirla a prendere. Bisognava far fare un girò in più alla palla per rimanere in sicurezza, ma abbiamo perso troppi palloni. Ripartire dal lavoro degli ultimi mesi? Sicuramente, però sarà un periodo lungo e difficile, questa partita ci spezza in due, è bene non mentirsi da soli. Si vedrà subito da domani mattina, sarà un periodo lungo”.