Spalletti: "La mentalità deve essere questa. Dzeko? Bisogna fargli sentire la fiducia addosso. Totti deve rinnovare"

20.02.2017 09:28 di Marco Rossi Mercanti Twitter:    vedi letture
Spalletti: "La mentalità deve essere questa. Dzeko? Bisogna fargli sentire la fiducia addosso. Totti deve rinnovare"
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Spalletti a Premium Sport

"Stasera sono stati bravi, dopo quella vittoria forte a Villarreal c’era il rischio di non avere il ritmo e dare vantaggi al Toro. Invece siamo entrati bene in partita, però abbiamo abbassato qualcosa dopo il 2-0, si poteva fare meglio. La mentalità? Deve essere questa. Le avversarie fanno da traino, le vincono tutte. Non ci deve essere altro pensiero dal passare una bella serata con i tifosi, facendo gol e vincendo le partite. La crescita è visibile sotto tutti gli aspetti. Per contendere le posizioni con Inter, Milan, Lazio, Napoli e tenere il passo della Juve, anche se siamo dietro di tanti punti, non puoi crescere in una sola cosa. Ma migliorare su tutti tanti aspetti. E bisogna trovare calciatori forti come è stato Totti, ancora dobbiamo trovare giocatori forti come lui, per questo siamo costretti ad averlo e tenerlo il più lungo possibile. Di leader come Totti ce ne vogliono più di uno, se vuoi contendere posizioni alle squadre che ho detto prima. Dzeko? Ora Dzeko si è messo in testa di essere importante, e ci dà vantaggio. Sente la fiducia dell’ambiente, compagni. Ultimamente ho parlato di squadra forte perché sono convinto che sia una squadra forte. Siamo in condizione, sappiamo giocare al calcio. Florenzi? Abbiamo messo il numero sulla maglia, se lo avete visto. Lui si è fatto conoscere bene attraverso il calcio giocato e la qualità della persona. Il suo rinnovo? Sono convinto che Totti debba rinnovare. Si è capito di cosa parlate, proprio perché non ne abbiamo trovato uno uguale va fatto a Totti. Il suo rinnovo deve essere naturale, come è naturale il boato del pubblico quando si alza dalla panchina. Viene tutto da sè. Non basta solo Totti per vincere trofei importanti? Ci vogliono personalità, come ne aveva lui quando giocava. Aldilà del fatto che all’ultimo andava piano (parlando a Panucci in studio, ndr). Sotto l’aspetto del controllarti era micidiale, bastava uno sguardo e si capiva tutto. Dzeko? Bisognava fargli sentire la fiducia addosso. È venuto come calciatore importante. Lui è eccezionale, un ragazzo molto sensibile. Ti fa vedere come è il campione sotto l’aspetto dello spogliatoio, umiltà, presenza, garbo. Lui è una persona garbatissima, è una persona perbene. Non è il classico furbetto, il fatto di non esser accettato dentro una piazza importante gli ha portato confusione. Da parte mia gli ho detto ‘vedrai che sto con te’. Anche oggi si potrebbe fare questo giochino però. In qualche ripartenza stasera poteva essere anche altruista, ma essendo attaccante ci stava che provava a far gol. Se si stufa e ci risponde si rischia dato che è grosso, quindi lasciamolo stare".

Spalletti a Sky Sport

Squadra cambiata per 4/11 dall'ultima partita, bravura mia? Ti ringrazio ma il merito va ai giocatori perché questi numeri sono loro a farli. La squadra è entrata bene in campo, c'era il rischio che dopo uno 0-4 esterno in Europa League entrasse un po' viziata, invece ha capito subito l'importanza dell'avversario, ha forzato la partita nonostante la fatica. Gli abbiamo concesso qualche pallone di troppo e quindi abbiamo disperso energie. Sfide con Inter e Napoli nel nostro momento migliore? In realtà dura da parecchio tempo, la squadra è andata in difficoltà solo con il Torino, la squadra è cresciuta anche nei singoli elementi. Avrei potuto cambiare qualche altro giocatore e sarebbe uscito lo stesso risultato però vista l'andata con il Villarreal posso fare ruotare più persone giovedì in vista poi dell'Inter. La squadra sta bene, il gruppo sta bene, conterà quello, non la squadra. Il prossimo anno? L'abbiamo già detto, o si vince e si cambia, lo dite sempre anche voi. No? Invece è così, noi la pressione ce la mettiamo da soli. Se non si vince si va a casa. Le due coppe valgono? Il discorso è questo, se Francesco Totti vuol giocare anche il prossimo anno continuerà a giocare. Cosa c'entra con il mio contratto? Quelli importanti sono quelli dei calciatori, io dopo tre secondi posti al primo anno, appena sono arrivato quinto sono dovuto andar via. Il contratto dei calciatori tipo Totti è quello importante. Ne parlavate sempre voi, adesso ne voglio parlar io. Il discorso è semplice, deve venire tutto naturale come viene il boato dell'Olimpico degli sportivi quando si alza per andarsi a scaldare. Non ne abbiamo trovato uno ancora uguale, stiamo lavorando, ora ce ne son diversi che vanno forti: Nainggolan, Strootman, De Rossi, Manolas...”.  

Luciano Spalletti in conferenza stampa (a cura dell’inviato all’Olimpico Gabriele Chiocchio)
“Partita quasi perfetta? Mi ha fatto particolarmente piacere la maturità di riconoscere le insidie della partita e non portarsi niente della serata di Vila-Real, nei calciatori succede questo pensiero facile di ripartire bene dopo aver vinto bene. Abbiamo subito direzionato la partita, dopo il 2-0 non ce la faccio a insegnargli meglio, vedo che ci succede stesso, è difficile parlarne, ma non riusciamo ad avere quella continuità che si esercita in alcuni momenti della partita, non si riesce a rimanere corti, non si riesce a rimanere intensi, a evidenziare che se vieni a prenderla io ti faccio male, gli si è concessa qualche palla dove hanno gestito e ci è successo quello che poteva succedere all’inizio. Ci hanno fatto correre per riprenderla, quella fatica risparmiata l’abbiamo dovuta fare dopo sul 2-0. Nel secondo tempo siamo entrati in campo meglio e c’è stata la possibilità di andare sul 3-0, alcune trame sono state fatte bene, poi c’è stato il 3-0 che ha messo tutto a posto. Nainggolan più basso a sinistra? Giocando in questo modo, il problema diventa il mediano basso. All’inizio, per scelta, avevamo tentato di farlo prendere a Momo che resta più alto quando riconquista e il campo te lo fuma in un attimo, 40-50 metri te li fa in 5 secondi, ha questa qualità. Poi però lui è uno che gli piace andarsi a mettere là, è il suo covo. E allora un po’ Radja, ma poi Radja quando spingeva il terzino destro lo doveva rincorrere, ci hanno fatto un po’ ballare. Abbiamo riconquistato meglio e gestito meglio. Nainggolan doveva attaccare il terzino destro, Salah il mediano basso, mediani contro mezz’ali e Peres che dipendeva da Barreca. Ljajić con Manōlas, perché a lui piace entrare dentro al campo. Però c’è stato un momento nel primo tempo che hanno gestito bene e potevamo prendere gol, non eravamo belli compatti nel prendere queste posizioni. Loro hanno qualità e ci hanno fatto girare. Se ci ricordiamo l’andata diventa facile capire che sono una buona squadra. Dedica a Florenzi? Lui torna a giocare con noi, l’abbiamo portato con noi in campo. Perché come ho già detto ieri lui, vivendo con noi, stando con noi, facendosi conoscere e apprezzare come bravo ragazzo e grandissimo professionista che ha grandissima personalità e grandissimo impatto fisico, con velocità e contrasti, ci ha trasferito il suo modo di essere, ci ha dato un pezzetto di lui e noi ce lo siamo preso volentieri. Quando è rientrato dall’allenamento, è entrato e gli ho detto che avevo visto 10 minuti e mi erano bastati. Lui mi ha detto che si era fatto male. È stata una botta… dispiace soprattutto per il ragazzo, non ci si può credere. Per cui il giorno dopo erano un po’ turbati tutti, è stato un continuo di telefonate. La sua sensazione era quella lì, aveva alluso a qualcosa perché era convinto di aver risentito male. Ci è dispiaciuto, lo siamo andati a trovare e l’abbiamo portato in campo con noi. Ci ha detto di dedicargli la vittoria, che avremmo dovuto vincere per lui. È stato uno stimolo in più. Più soddisfazione veder migliorare i giocatori o vincere lo scudetto? Vedendola da fuori, la Roma mi sembrava una squadra forte. Altrimenti non l’avrei presa. Meno evoluta? Può succedere, c’è il consenso o meno del pubblico che vuol dire molto, è chiaro che si lavora per questo. Per il momento a me piace lavorare sul campo. Bisogna stare attenti per dire qualcosa, altrimenti i giocatori rispondono, e loro sono convinti di sapere molte cose. Ogni tanto serve dare ordine e farli essere un po’ squadra. Il problema era che abbiamo perso di fiducia in alcuni elementi fondamentali e bisognava far crescere il gruppo in generale. Con Totti solo non si vince, poi capisco che siamo abituati a lui, ma non vincete. E lui deve rifare il contratto, per me lo deve rifare. Siete sempre venuti a metterla come un problema, uno scontro, perché non me lo domandate più di Totti? C’entra Totti, nel senso che devono crescere altri calciatori come Totti, bisogna averne quattordici in questo periodo qui, non bastano, in questo mese ne servono diciassette-diciotto, altrimenti andiamo fuori da tutte le competizioni. Totti non è la soluzione, è averne 18 di Totti la soluzione. Ora comincio io, deve fare il contratto così D’Ubaldo ci fa 8 pagine, 2-3 Vocalelli di suo. È naturale rifarglielo. Io non voglio che smetta con me, se lo fanno smettere vado via anche se vinco. Non ero e non sono contro di lui, mi ci avete messo voi. O lui rifirma o anche se faccio il triplete vado via. È naturale come il boato del pubblico quando lui si scalda. Totti non ha un contratto, ha un patto d’amore con la città. Quelli non si rinnovano, si vivono. Il mio patto con la gente? Bellissimo, se avessi avuto solo a che fare con voi non sarei tornato, ma c’è la gente e l’ho fatto. Voi non mi state simpatici. Io sono chiarissimo, se qualcuno non l’ha capito è così. Sono tornato per la gente e per la Roma e perché la Roma era a un livello che non si poteva accettare. È tutto ancora dentro al pentolone, dobbiamo far cuocere bene la situazione. Non caplestare le aiuole di Trigoria, oltre ad annaffiarle, perché rimangano belle. Trigoria è un’oasi verde, bellissima. C’è da giocare delle partite e da restare nelle competizioni. Abbiamo una rosa che lo permette. In molti si prendono responsabilità. Io li ho solo difesi, loro ce l’hanno da sé. Ho allenato squadre forti, squadre normali, son partito da dilettante, ho sempre giocato lì. Ringrazio, ma non mi frega niente dei complimenti”.

Spalletti a Roma TV

“C'era il rischio che si potesse portare dei vantaggi della partita precedente e prendere quello che era successo e riportarlo in questa gara, invece i nostri professionisti hanno fatto molto bene, sono entrati dentro nella maniera giusta ed è andata bene. La continuità è quello che cerchiamo, dobbiamo essere nelle condizioni di non avere dubbi su ciò che abbiamo in testa, vogliamo vivere più serate possibili fatte di bel calcio e di bei risultati con i nostri tifosi. La nostra è una rosa importante e questo soprattutto ve lo dovete dire fra voi, già sentivo certi discorsi... Per i nostri calciatori non devono esserci scusanti, coppe o non coppe, devono mettere il massimo delle loro qualità se si comincia ad avere un pensiero che gli ronza per la testa che uno è stanco, no non sei stanco, altrimenti non giochi e va un altro. Gli altri non hanno le coppe, ma noi siamo stati bravi ad averla e andare avanti, hanno allestito una rosa che ci permette di competere, tutto ciò che viene meno è segno che si è sbagliato qualcosa. Se andiamo bene è anche merito di coloro che stanno dietro le quinte, sono disponibili ai nostri orari, ai nostri vizietti, vederli così attaccati al pezzo sono il primo a dare l'indicazione sul tuo dovere, loro ci danno il meglio e noi anche. Cosa si può migliorare? Se oggi avessimo fatto meglio, non avremmo preso quel gol lì. Dopo il 2-0 non si riusciva a rifare un numero sufficiente che ci permettesse di fare il fraseggio corto, se tu perdi palla e poi ti difendi e non fai il fraseggio corto, è segno che il reparto non è messo bene e per gli altri riconquistare il pallone è più difficile. Palla riconquistata, non è tua, la terza è la tua, perché nei primi due passaggi perdono di ordine e nel terzo controllo quella è tua e puoi imbastire un'azione di ripartenza. Cosa abbiamo detto a Florenzi? Gli vogliamo bene, vive una situazione che se lo conosci bene, se sai come è lui, quali qualità ha e infonde, ti senti nelle condizioni di poter dare un qualcosa di tuo a lui che è in difficoltà ed è quello che abbiamo deciso di fare, perché tutti hanno sofferto questa situazione, abbiamo passato un giorno dove tutti si chiedevano come fosse possibile, gli abbiamo detto che gli vogliamo bene e ci ha chiesto di vincere oggi e di dedicargli la vittoria”.