Scacco Matto - Roma-Juventus 2-1

31.08.2015 21:45 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Gabriele Chiocchio
Scacco Matto - Roma-Juventus 2-1
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È una vittoria di fondamentale importanza sotto tutti gli aspetti quella ottenuta dalla Roma contro la Juventus, arrivata grazie alla grande qualità dei nuovi innesti ma anche grazie alle mosse di Rudi Garcia.

Come contro l’Udinese, Allegri si affida al collaudato 5-3-2, e in mancanza di Marchisio sceglie ancora Padoin come regista, con Pogba e Sturaro ai fianchi e Dybala e Mandzukic davanti. Garcia smentisce le attese della vigilia: non c’è Maicon ma Florenzi, non c’è Torosidis ma Digne, non c’è soprattutto Castan, sostituito da De Rossi e non da Gyömber, mentre davanti Gervinho si siede e Iago Falque completa il pacchetto con Dzeko e Salah. Il tecnico francese aveva chiesto più ritmo e più ritmo la Roma offre nelle prime battute di gara, pressando a tutto campo, anche sul rinvio dal fondo di Buffon, e impedendo alla Juve di manovrare palla al piede e ripartire, anche commettendo fallo se necessario. I bianconeri, al contrario, abbassano in continuazione il ritmo, perdendo tempo in ogni occasione possibile e non sembrano voler aggredire neanche sulla costruzione bassa della Roma, evidente tallone d’Achille giallorosso comunque attenuato, però, dalla presenza al centro della difesa di De Rossi. Il numero 16 giallorosso è il bersaglio di Mandzukic nei duelli di testa, ma di palloni al croato ne arrivano davvero pochi, anche perché quelli che la Juventus riesce a giocare sono spesso sbagliati. Due tra gli uomini più impegnati sono Iago Falque e Digne: dopo aver attaccato troppo al centro contro il Verona, i giallorossi riescono ad allargare il gioco proprio sulla loro corsia, da dove partono diversi traversoni. Il pericolo maggiore per Buffon arriva proprio da uno di questi, con la conclusione sul palo di Pjanic che parte dopo che l’azione era partita dalla corsia mancina. In generale, c’è maggiore coerenza nei compiti tattici rispetto al recente passato, maggiore unità, con un Nainggolan spiritato, velocità di circolazione del pallone e in più giocatori che riescono a tenere alta la squadra, come Dzeko e Salah, a tratti straordinario nel difendere il pallone tra i piedi. Non c’è però il colpo vincente e all’intervallo le due squadre rientrano sullo 0-0.

Nella ripresa la Juventus non cambia il proprio canovaccio e la Roma mantiene il pieno controllo sulla partita: il dubbio che i ritmi tenuti nella prima parte potessero inibire i giallorossi nella seconda svanisce col passare dei minuti, in cui Pjanic e compagni alzano progressivamente i giri, senza picchi ma in modo continuo e inesorabile. Gli esterni, anche Florenzi, più in ombra nei primi quarantacinque minuti, raggiungono più volte il fondo, aumenta il numero di corner concessi dalla Juventus e diminuisce quello delle ripartenze, fino alla magia di Pjanic che sblocca il punteggio e mette in discesa la partita della Roma. Il passaggio dalla difesa a 5 a quella a 4 da parte di Allegri altro non fa infatti se non svuotare la metà campo bianconera che si rende gustosa terra di ripartenza per la Roma, prezzo decisamente troppo alto a fronte di una produzione offensiva che aumenta quantitativamente ma resta disordinata e casuale, pur con l'ingresso di Morata per Mandzukic. Garcia non leva dunque energie al reparto offensivo e inserisce Iturbe per Salah: il cambio è un autentico fulmine sulla partita, con l’espulsione di Evra causata proprio da uno scatto dell’argentino e il raddoppio di Edin Dzeko su cross di Iago Falque, tenuto in campo. A quel punto i bianconeri sono anche mentalmente fuori dalla partita, alla Roma basterebbe gestire i rimanenti minuti, ma un gravissimo errore di palleggio regala alla Juventus il gol che riapre la sfida, firmato da Dybala grazie all'assist di un altro subentrato, Pereyra. Servono un grande Szczesny, un Iturbe ridotto a terzino e l'utilizzo dei due cambi rimanenti per spezzare il ritmo e portare la barca in porto con il vessillo: l’impresa riesce e Garcia coglie la prima vittoria del suo campionato, correggendo gran parte degli errori commessi a Verona e rilanciando la Roma prima di tutto sul piano del gioco.