Roma Radio - Spalletti: "Qualcuno mi è venuto a chiedere del perché non giocasse. La mia risposta è stata: perché voglio vincere". VIDEO!

18.05.2016 20:19 di Simone Ducci Twitter:    vedi letture
Fonte: Roma Radio
Roma Radio - Spalletti: "Qualcuno mi è venuto a chiedere del perché non giocasse. La mia risposta è stata: perché voglio vincere". VIDEO!
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Il mister Luciano Spalletti ha rilasciato un'intervista ai microfoni della radio ufficiale giallorossa.

Siamo di partenza per questa gita di fine anno?
"Un vai e vieni in aereo ci facciamo. Quando ero in Russia ogni trasferta era di 3-4 ore. Era stancante per certi versi, poi l'abitudine faceva la differenza. C'erano certe partite dove i ragazzi non volevano pernottare, prendevamo il pullman, l'aereo e alle 14 giocavamo".

Si è chiusa la stagione. Il suo ritorno è stato esaltante. C'è questo rammarico: la Juve vince con 91, il suo girone raddoppiabile sarebbe di 92?
"Io non ho fatto nulla. Ho trovato questa situazione apparecchiata, sono loro che fanno la differenza, la loro qualità, la loro disponibilità, loro sono la pratica differenza".

Gara di Milano?
"Il significato di quando s'inizia e quando si finisce. Abbiamo fatto vedere il modo di pensare, di lavorare, di arrivare a termine. Altrimenti avrebbero detto sempre le stesse cose: pensano alle vacanze, la solita Roma. Questo è stato un messaggio di solidità mentale, che è la differenza. Una vittoria non deve dare esaltazione, come una sconfitta non deve abbattere in un percorso lungo".

C'è una lezione che la Roma deve imparare nel girone di ritorno? Cosa migliorerebbe per la prossima stagione?
"Si è detto più volte di essere più cattivi. Crescere a livello caratteriale, di spessore. Ogni tanto all'interno delle partite abbiamo abbassato la nostra qualità, non è successo una sola volta e quindi si dà merito al nostro avversario, è successo più volte e quindi si dà demerito alla nostra forza mentale".

Non è che segna poco.
"Vero, ma è lì la crescita per una squadra veramente tosta, forte. Il carattere dei calciatori fa la differenza".

Arriva l'estate. Com'è quella di un allenatore?
"Dipende, se si considera la moglie oppure no. Io starei a casa mia in campagna. Ho avuto la possibilità, il sogno di mio papà di avere un pezzetto di terra mia e starei là".

Dal punto di vista professionale sembra ci sia lo stimolo per una nuova stagione, però magari c'è il dispiacere di lasciare un calciatore?
"Fa parte del gioco, di non aver lavorato nel modo giusto, di non star dentro a una situazione. Si dice la verità e si va avanti. La Roma ha bisogno di determinate caratteristiche, poi per alcuni la Roma può essere poco. Ci può essere del più e del meno e poi si prende quel che viene in base alla situazione".

Qualcuno che l'ha colpita in maniera particolare?
"Si, ma è poco carino fare i nomi. Ho visto un buon gruppo. Uçan ha una grandissima qualità nel calciare la palla, nell'essere furbo in mezzo al campo, però non l'ho mai fatto giocare e mi dispiace, poi per quella che è stata la reazione di altri, avrei voluto vedere, perché qualcuno mi è venuto a chiedere del perché non giocasse. La mia risposta è stata: perché voglio vincere".

Simbolica l'esultanza della squadra al gol di Palmieri.
"Questo è un buon gruppo. Son bravi ragazzi eccetto qualche soggettività. Son tutti contenti delle performance del compagno, che poi è fondamentale, non va bene pensare al proprio orticello, squadra è squadra deve rimanere".

Suggerimento per i tifosi?
"Possono stare tranquilli, perché la Roma negli ultimi 3 anni ha fatto bene. Ha dei dirigenti forti, dei calciatori fortissimi e sarà così anche la prossima stagione".