Juventus-Roma: storie di polemiche, torti arbitrali e sfottò

05.10.2014 06:00 di  Marco Rossi Mercanti   vedi letture
Juventus-Roma: storie di polemiche, torti arbitrali e sfottò
Vocegiallorossa.it
© foto di Federico Gaetano

Dopo cinque giornate di campionato, Juventus e Roma si trovano appaiate in testa alla classifica a quota 15 punti, 3 in più della sorpresa Udinese. Le due squadre si incontreranno quest’oggi alle 18 allo Juventus Stadium in un match che potrebbe dare una svolta, non decisiva ma sicuramente importante, al campionato. Da quando la Juventus gioca nel suo nuovo impianto, la Roma ha sempre perso, riuscendo a violare la porta di Buffon solamente con Osvaldo, tra l’altro su rigore. A parte questo, nel corso degli anni i match tra le due compagini sono stati costellati da polemiche, torti arbitrali, sfottò che ne hanno segnato la storia. Vocegiallorossa.it propone ai nostri lettori alcuni episodi in particolare: 

IL GOL DI TURONE – 10 maggio 1981, a Torino, Juventus e Roma si giocano lo scudetto. Il match passò alla storia a causa dell’ormai celeberrimo “gol di Turone”, che avrebbe consentito alla Roma di agganciare i bianconeri in testa alla classifica a due giornate dalla fine. Cross di Conti, sponda di Pruzzo, colpo di testa vincente di Turone: in un primo momento, l’arbitro Bergamo convalida, ma pochi istanti dopo annulla il tutto su segnalazione del suo fidato guardalinee Sancini, sicuro di aver visto l'uruguaiano oltre la linea dei difensori bianconeri. A distanza di oltre 30 anni, i tifosi romanisti, anche chi non era presente fisicamente all’evento, rivendicano quel campionato che, come disse il presidente Viola “sfuggì alla Roma per questione di centimetri”.

ALDAIR E IL GUARDALINEE – 15 gennaio 1995, i bianconeri annientano i giallorossi per 3-0. Sembra esserci poco da commentare vedendo il risultato, ma in realtà quella partita ebbe un lungo strascico di polemiche. Innanzitutto, la Roma di Mazzone gioca un ottimo primo tempo e meriterebbe anche il vantaggio. La svolta avviene al 32’: con la palla fuori dal campo, Aldair si affretta a rimetterla subito in gioco ma, durante tale azione, viene in qualche modo ostacolato dal guardalinee con una spinta. Pertanto, il difensore brasiliano si lascia sfuggire la sfera che assume una strana traiettoria che arriva sui piedi di Ravanelli, libero d’involarsi in area di rigore e battere Cervone. Seguono minuti di intense proteste da parte dei giallorossi, che portarono ad un nulla di fatto. Altri episodi discutibili nella ripresa: ancora al 32’ Torricelli entra in gamba tesa su Cervone, che reagisce mettendogli le mani al collo, con l’arbitro che decise di espellerli entrambi. Poco dopo, Petruzzi stende Vialli poco fuori l’area di rigore romanista: inizialmente, l’arbitro fischia la punizione, ma immediatamente cambia decisione ed assegna il rigore con conseguente espulsione del difensore giallorosso. In 9 contro 11, il 3-0 bianconero diventa quasi una formalità.

IL RIGORE SU GAUTIERI - 8 febbraio 1998, nuova vittoria bianconera, questa volta per 3-1. Un successo, però, macchiato ancora da evidenti errori arbitrali a sfavore dei giallorossi, allora allenati da Zeman che a fine partita dichiarò: “Vincono sempre perché aiutati”. La Juventus passa in vantaggio al 45’ con Zidane, azione viziata però da un fallo di Inzaghi su Candela non sanzionato dall’arbitro. Dopo il raddoppio di Del Piero al 49’, il brasiliano Paulo Sergio accorcia le distanze al 57’ e poco dopo la Roma avrebbe anche l’occasione di pareggiare l’incontro: Gautieri si invola in area di rigore avversaria ma viene letteralmente atterrato da Deschamps, con l’arbitro che lascia sorvolare, nonostante l’ammissione a fine partita del francese “su Gautieri ho fatto fallo”. Infine, l’allora arbitro Messina “completò” la sua partita non sanzionando un fallaccio di Zidane su Petruzzi, che poi fu espulso successivamente.

IL “CASO” NAKATA – 6 maggio 2001, la Roma è in testa alla classifica di A ma deve affrontare la Juventus al “Delle Alpi”. Il primo tempo si chiude 2-0 per i bianconeri dell’allora allenatore Ancelotti, convinti ormai di poter portare a casa la vittoria. Nella ripresa, Capello inserisce Nakata, prelevato a gennaio dal Perugia, che sigla il gol dell’1-2, facilitando la rimonta giallorossa, completata da Montella a pochi minuti dal termine. Questa volta, a protestare sono i bianconeri. Motivo: lo schieramento di Nakata, che non avrebbe dovuto giocare a causa della norma sugli extracomunitari. Tale norma, fu modificata pochi giorni prima del big match e Capello, allenatore della Roma in quell’anno, ne approfittò per inserire non solo il giapponese, ma anche Marcos Assunçao.

RACALBUTO - 5 marzo 2005, la Juventus volava verso lo scudetto mentre la Roma si trovava clamorosamente invischiata nella zona bassa della classifica. Il match, disputatosi all’Olimpico, terminò 2-1 per i bianconeri dopo mille polemiche. Infatti, l’arbitro Racalbuto ritenne regolare la rete del vantaggio di Cannavaro, che invece era oltre la linea dei difensori giallorossi ed in seguito assegnò un penalty. alla Juventus per un fallo che però avvenne al di fuori l’area di rigore. 

TOTTI-LICHSTEINER – L’8 febbraio 2004 l’ultima Roma di Capello annienta all’Olimpico la Juventus di Lippi per 4-0. Un match che viene ricordato da tutto il popolo giallorosso per il famoso gesto di Totti delle quattro dita, indicanti i gol presi dalla Juventus, rivolto a Tudor. A distanza di 8 anni, precisamente il 22 aprile 2012, l’ex laziale Lichtsteiner, trasferitosi nella precedente sessione estiva ai bianconeri, “ricontraccambiò” il gesto. Infatti, la Roma di Luis Enrique fu annientata proprio per 4-0 e verso la fine della partita il terzino svizzero rivolse a Lamela il gesto reso celebre anni prima da Totti, ovvero quello delle quattro dita.