Emerson Palmieri: "Grazie a Spalletti siamo in corsa su tre fronti. Da quando è arrivato, il nostro comportamento è cambiato"

17.02.2017 14:25 di  Marco Rossi Mercanti  Twitter:    vedi letture
Fonte: goal.com
Emerson Palmieri: "Grazie a Spalletti siamo in corsa su tre fronti. Da quando è arrivato, il nostro comportamento è cambiato"
© foto di Vocegiallorossa.it

Emerson Palmieri, laterale giallorosso tra i protagonisti dello 0-4 dell'Estadio de la Ceramica, ha rilasciato un'intervista ai microfoni di goal.com:

Perché sono migliorato così tanto?
"Quando ho iniziato a giocare come titolare nella Roma adottavamo una linea difensiva a quattro, quindi mi dovevo preoccupare di più a difendere e potevo salire solo quando era possibile farlo. Ora, che stiamo giocando con un 3-4-3, sono più libero di avanzare e di aiutare la fase offensiva. La mia alimentazione è cambiata molto e questo mi ha aiutato tantissimo. Sto bene, ma devo essere ancora più incisivo in attacco, approfittare di più della libertà che ho per attaccare, fare gol e assist".

Come giudico il lavoro di Spalletti?
"Sono allenamenti faticosi. Lavoriamo molto sulla fase difensiva. Due o tre volte a settimana facciamo una riunione dove analizziamo le nostre partite e vediamo come la squadra si comporta in fase difensiva e in fase offensiva, o quando gli altri ci attaccano. Io, quando sono arrivato qui a Roma, ammetto che mi sentivo spaesato. In Brasile, nel mio ruolo, si pensa solo ad attaccare, fare gol e quindi lasci spazi in difesa. Ho appreso l’importanza del lavoro tattico qui in Italia".

C'è differenza negli allenamenti?
"Non so quanto ci alleniamo precisamente, in generale durano circa un'ora e mezza. A volte Spalletti li fa più brevi perché aumentiamo l'intensità. Lavoriamo a campo ridotto per toccare velocemente il pallone, lavorando sulla difesa e l'attacco. Questo perché dobbiamo pensare velocemente, toccando massimo due volte la palla".

Il valore di Spalletti?
"In difesa siamo migliorati molto grazie a lui, sia con quattro che con tre difensori. Se la nostra squadra è ben strutturata, e lavora bene nelle due fasi, il merito è suo. Siamo dietro la Juventus, in corsa per Coppa Italia e Europa League. Vivi su tre fronti e il merito è di Spalletti. Ho potuto verificare in prima persona cosa è cambiato col cambio dell'allenatore, il nostro comportamento è cambiato".

Come si fa a guardare avanti e vedere sempre la Juventus che è in testa?
"È difficile. La Juventus ha grandi giocatori, si è rinforzata. Ha titolari e riserve di pari valore: una squadra che di solito non perde punti. Stiamo lavorando duro per superare la Juventus".

Obiettivo superare la Juventus?
"Tutte le squadre in Italia vogliono superare la Juventus. Altri club importanti fanno investimenti importanti, costruiscono squadre per vincere. Naturalmente parliamo tra di noi - giocatori, allenatori - e conosciamo la regolarità della Juventus, in casa e in trasferta. Dobbiamo imparare a essere così, dobbiamo prenderli come esempio".

Peres a destra e Emerson a sinistra. Siete secondi solo a Marcelo e Danilo nel Real Madrid?
"(Ride, ndr) Viviamo un buon momento ma ci sono altri grandi calciatori come Dani Alves e Alex Sandro. Io e Bruno, ripeto, viviamo un grande momento. Stiamo sempre insieme. Abbiamo già giocato al Santos insieme, oggi a Roma. Vogliamo continuare a svolgere un buon lavoro".

Bruno Peres?
"Bruno è sempre stato un buon giocatore, di livello molto alto. Mi è sempre piaciuto e ho giocato contro di lui a Torino. EÈmolto veloce. Noi se abbiamo la possibilità di andare in avanti possiamo segnare e fare assist. Dobbiamo tenere alta la concentrazione, parlare dei successi ma anche discutere degli errori".

Momento più bello della carriera?
"Senza dubbio. Sono stato benissimo al Santos, dove sono cresciuto ma poi mi sono infortunato e la squadra aveva altri giocatori nel mio ruolo. A Palermo sono partito bene ma poi mi sono infortunato e sono stato fermo quasi tre mesi. Oggi a Roma sto bene, sicuramente è il periodo migliore della mia carriera".

Possibilità di giocare per l'Italia?
"Io sono brasiliano, il mio cuore è brasiliano, sono cresciuto guardando il Brasile. La mia volontà, pur conoscendo le difficoltà e la concorrenza, è giocare per la nazionale. Ho visto la notizia della nazionale italiana, io gioco per una squadra italiana ma non ho mai fatto niente per essere naturalizzato. Se accade naturalmente ci penserò bene per rappresentare l'Italia, un paese per il quale ho grande affetto. Ma per chiarire, il mio sogno è giocare per il Brasile".

Oggi nel Brasile ci sono Marcelo e Filipe Luis. Potresti essere il terzo nome?
"Non sono il favorito, ma sono sulla strada giusta. Ci sono altri giocatori in lotta, è importante continuare a giocare ad alto livello a Roma. Sono giovane, ho 22 anni, le cose accadranno in maniera naturale. Come ho detto, sono sulla strada giusta".

Il ct Tite sarà in tribuna per Roma-Torino...
"Sono felice di sapere che l'allenatore del Brasile sarà allo stadio per seguire la partita. Cercherò di fare del mio meglio, come ho sempre fatto, ma dato che ci sarà lui, cercherò di giocare ancora meglio. Non lo vedo come una pressione, ma come qualcosa di buono e positivo. È importante rimanere tranquilli, se oggi sto avendo questa visibilità è perché sto giocando bene e tranquillo. Le cose andranno sicuramente nel miglior modo possibile".

Bruno Peres anche soffre di concorrenza nel Brasile...
"Parlo molto con lui. Siamo una grande squadra, sappiamo di essere osservati. Sogniamo di giocare insieme nella nazionale brasiliana, vogliamo avere la prima occasione insieme ma conosciamo anche tutte le difficoltà. Adesso viviamo un grande momento a Roma. Chissà cosa succederà domani..."

Nel cibo cosa c'è di diverso in Italia?
"Qui prendono l'alimentazione molto sul serio, ogni settimana facciamo controlli per vedere la percentuale di grassi e liquidi. ho dovuto cambiare molto".

Cosa hai dovuto togliere?
"Guarana, cioccolatini... A volte mi capita di trascorrere una settimana senza prendere soda".

Totti è pronto a lasciare il calcio? Ha 40 anni e continua a giocare...
"Si prende tanto cura di sé, così può fare la differenza quando gioca. Entra e cambia lo scenario del gioco. Si vede che è differente, un giocatore speciale. Non so se la sua testa è pronta per smettere di giocare. Deve avere un piano per quello che farà dopo, ma ha dimostrato che no si vuole fermare. Alcuni dicono che potrebbe essere l'ultimo anno di Totti, ma io personalmente non credo. Continuo a pensare che giocherà un altro anno".

Perché Gabigol sta faticando?
"È complicato, è venuto qui con molte aspettative e l'Inter lo ha pagato tanto per acquistarlo. A causa del grande investimento, tutti vogliono vederlo in campo per giustificare quanto è stato pagato. È ancora troppo giovane, ha 20 anni. Ho giocato con lui, è un attaccante che fa ciò che vuole in avanti, fa buon movimento, è veloce, con un buon piede sinistro... Ripeto, ha solo 20 anni. Le critiche sono un po' esagerate".