Bologna, Tacopina: "Il 18 agosto 2011 uno dei giorni più belli della mia vita, fiero per sempre del progetto Roma"

22.11.2014 14:17 di Gabriele Chiocchio Twitter:    vedi letture
Fonte: Sky Sport
Bologna, Tacopina: "Il 18 agosto 2011 uno dei giorni più belli della mia vita, fiero per sempre del progetto Roma"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Joe Tacopina ha rilasciato una lunga intervista a Sky Sport. Ecco alcuni stralci in cui si parla anche dell’acquisizione della Roma da parte degli americani.

Perché ha scelto di investire nel calcio italiano?
“E’ una domanda dai molteplici aspetti. L’ho identificato come un investimento spettacolare, in questo momento il valore economico delle squadre italiane è molto deprezzato. Tre anni fa una cordata di cui facevo parte acquisto l’AS Roma per 130 milioni. La AS Roma è uno dei brand più importanti, se fossimo andati in Inghilterra non avremmo potuto acquistare club a quel prezzo, forse saremmo dovuti arrivare fino alla terza divisione. Le cifre necessarie in Italia non corrispondono al potenziale. Sono stato il primo, ho provato prima nel 2007 con la Roma e Soros, poi sono stato il primo investitore straniero e ho messo insieme la cordata, poi provai nel 2008 a Bologna e venni respinto. C’era una passione dentro di me. La prima volta che venni all’Olimpico oltre 20 anni fa, fu la fine. Fui totalmente rapito, sentii i pilastri dello stadio che si scuotevano. Mi è venuta la pelle d’oca. Ma l’esperienza non era bella, i tabelloni non funzionavano, non si poteva comprare nulla”.

Gli americani sono gli unici ottimisti del calcio italiano…
“Più degli italiani, la mentalità italiana è che non si possono fare soldi con il calcio. Compri una squadra solo perché hai soldi da buttare via e secondi fini. Pallotta ha ragione a essere ottimista. Quando avvicinai per la prima volta DiBenedetto gli dissi che la Roma era un diamante grezzo, che la gente ci avrebbe sostenuto e che c’era l’opportunità di acquistare qualcosa a un valore deprezzato e di aumentarne gli introiti. E aumentando gli introiti puoi acquistare giocatori migliori. Ho bussato a parecchie porte per trovare soci, molti erano diffidenti sull’Italia e il calcio. Ho cominciato con uno 0/2, poi ho vinto le due partite successive. Il progetto della Roma è qualcosa di cui andrò fiero per sempre. Ho lavorato con Pallotta e gli altri grandi dirigenti che ho trovato, come Sabatini. Francesco Totti è una persona con cui ho fatto amicizia, ma è sempre stato un idolo per me. Daniele De Rossi è un uomo meraviglioso, parla l’inglese meglio di me, è un po’ imbarazzante. Sono punti di riferimento. Il 18 agosto 2011 è stato uno dei giorni più belli della mia vita, venni nominato vicepresidente della Roma, la squadra di mio padre. Era un sogno, alla prima partita c’era un grande striscione in Curva Sud, non lo dimenticherò mai, i lgiorno dopo finì sulle prime pagine dei giornali: Tacopina uno di noi, grazie Joe. Quando lo mostrai a mio padre, che aveva 94 anni ed era un uomo molto taciturno, fu la prima volta che lo vidi piangere. Questo significò molto per me”.