Baldissoni: "Abbiamo proposto a Totti il ruolo da DT lo scorso febbraio, il suo addio una sconfitta per tutti"

18.06.2019 20:27 di  Simone Valdarchi  Twitter:    vedi letture
Baldissoni: "Abbiamo proposto a Totti il ruolo da DT lo scorso febbraio, il suo addio una sconfitta per tutti"
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Il vicepresidente della Roma, Mauro Baldissoni, ha parlato ai microfoni di Sky Sport, replicando a quanto detto da Totti in conferenza stampa ieri. Di seguito, le sue dichiarazioni: 



"Totti mertiava più considerazione? Credo che sia opportuno fare una considerazione che meriterebbe un approfondimento più ampio, su quello che è il momento di passaggio da calciatore a dirigente e stiamo parlando di Francesco Totti, uno dei più grandi di sempre. È un passaggio complicato che va accompagnato, noi siamo sempre stati convinti di questo, non abbiamo mai avuto fretta con lui. Come ha detto Totti ieri, nel primo anno non aveva ancora determinate competenze, ma già dal secondo anno, quando Monchi ha lasciato la Roma, la società gli ha proposto il ruolo che lui da sempre riteneva più giusto: il direttore tecnico. Lui non aveva ancora risposto, siamo molto dispiaciuti per com'è andata. Lui stesso ci racconta come l'iniziativa di portare Ranieri, come sostituto di Di Francesco, a dispetto di opinioni di altri dirigenti, è stata una sua idea. Successivamente, anche il tentativo con Conte è stata una sua proposta e Guido Fienga lo ha accompagnato, rappresentando la società. È evidente che parliamo di un percorso che era in atto. Io non lavoro in area tecnica, non so se come ha detto lui alcune sue idee non siano state prese in considerazione, ma questo rientra in un percorso, né facile né breve, in cui noi speravamo nella sua continua crescita per integrarlo. Considerando sempre che bisogna fare un lavoro di squadra, in una società in cui lavorano diverse persone con idee differenti. La deromanizzazione? Dispiace per quella che è la sua percezione, figlia magari dell'amarezza. Possiamo rispondere solo con i fatti a questo, Francesco da questa società ha avuto due contratti da calciatore e uno da dirigente, con la proposta che abbiamo appena citato di farlo diventare direttore tecnico, ormai già dal febbraio scorso. Parlando di De Rossi, anche lui ha avuto due contratti da calciatore, quando gli abbiamo proposto di entrare in società lui non ha accettato. Oltre a loro due, voglio ricordare anche tutti i ragazzi che la società a voluto riportare a casa come Florenzi, Lorenzo Pellegrini o calciatori su cui abbiamo puntato, come Luca Pellegrini, a cui faccio i complimenti per il mondiale Under 20 che si è appena concluso. Possiamo parlare anche della Hall of Fame, che non riguarda solo il celebrare calciatore del passato, ma consente anche a chi ha giocato una sola partita con la maglia della Roma di tornare a Trigoria o allo stadio quando vogliono. Pensiamo anche a tutti i calciatori del passato che questa società ha coinvolto in vari ambiti, come per esempio: Rizzitelli, Desideri, Candela, Nela e altri. La società vuole privilegiare chi ha speso tanto per questa maglia. Abbiamo fatto un lavoro di recupero dell'archivio storico. Deromanizzare la società sarebbe sciocco da parte nostra, il patrimonio rappresentato da personaggi come Totti e De Rossi implica un valore inestimabile dal punto di vista della comunicazione e dell'emozione. Saremmo stupidi se non ne tenessimo conto. Vi cito un aneddoto a riguardo: la prima volta in cui incontrai Francesco, prima ancora dell'acquisizione degli americani, gli spiegai come lui era più conosciuto della Roma stessa e della stima che gli americani avevano di lui. Nulla di più lontano dal voler allontanare Francesco Totti dalla Roma. L'assenza di Pallotta? Mi limito ad una considerazione. I due più importanti tornei internazionali quest'anno sono stati vinti da Liverpool e Chelsea, vi invito a controllare quante volte i due proprietari siano stati visti nelle sedi delle società. Pallotta lo ha invitato a passare sei mesi con lui a Boston, anche recentemente l'ha invitato in America. Mi rendo conto che c'è una difficoltà di lingua e di cultura che non aiuta questo rapporto, ma l'interesse del presidente è sempre stato quello di includerlo nel progetto. La frase detta su di me da Totti in conferenza? Premesso che per me è lui è un idolo dall'infanzia, una volta scrissi una lettera ad un giornalista che lo aveva attaccato per difendere Totti dopo il calcio a Balotelli. Lui con me ha avuto sempre un rapporto cortese e corretto, lavoriamo in due contesti diversi, ma soprattutto nel primo anno l'ho invitato più volte a parlare, rendendomi disponibile ad aiutarlo a farsi un'idea di ciò che era la vita all'interno del club. Ci saranno risvolti legali? Non potevamo fare a meno di notare il riferimento di Totti ad un potenziale ritorno con una nuova proprietà, anche se per correttezza abbiamo notato che era sollecitato dai giornalisti. Essendo noi una società quotata in borsa, bisogna essere delicati nel trattare determinati argomenti. Il presidente è stato chiaro: la Roma non è in vendita, è bene che i mercati lo sappiano. Cosa lascia la conferenza stampa? Lascia amarezza perché se ne va un patrimonio per la Roma ed è una sconfitta per tutti, dal punto di vista delle strategie future, non sono toccate da quanto accaduto, la Roma ha un progetto e andrà avanti. Sul mercato? Posso solo riferirmi ai fatti, questa società ha sempre investito molto, ottenendo anche dei buoni risultati e risanando alcune situazioni debitorie. Ovviamente abbiamo anche dovuto vendere, per il FFP. Questa società continuerà ad impegnarsi sempre di più, puntando a vincere finalmente qualche torneo. Quest'anno sono stati fatti degli errori, siamo arrivati al sesto posto, ma questa non può che essere una motivazione per ripartire. Pallotta è ambizioso e vuole primeggiare. Nella sua prima intervista, lui spiegò come con i Boston Celtics in cinque anni era riuscito ad arrivare alla vittoria e ha detto che questa era anche la sua ambizione a Roma, senza promettere uno scudetto in cinque anni. Arriviamo da una stagione sfortunata, speriamo di riscattarci. Pallotta senza stadio potrebbe lasciare? È evidente che lo stadio è un punto fondamentale. Lo stadio è cruciale, come detto anche da Ranieri, poiché aumenta i ricavi necessari alla AS Roma per poi essere più competitivi. Senza lo stadio, è più complicato sfidare la Juventus. Tutti vogliono primeggiare, per questo dico che lo stadio è necessario".