Stadio - Caudo: "Lo Stadio è un investimento da 800 milioni di euro in grado si scardinare l'economia locale. Una scommessa importante e non è detto che si vinca"

01.10.2015 14:50 di Luca d'Alessandro Twitter:    vedi letture
Fonte: www.urbanistica.comune.roma.it
Stadio - Caudo: "Lo Stadio è un investimento da 800 milioni di euro in grado si scardinare l'economia locale. Una scommessa importante e non è detto che si vinca"
© foto di Vocegiallorossa.it

Lo scorso 22 settembre presso la Casa della Città e della Trasparenza in Via della Moletta 85 si è tenuto un incontro a proposito del progetto del nuovo Stadio della Roma che sorgerà sull'area di Tor di Valle. Tra le tante persone che hanno preso parola c'è stato anche Giovanni Caudo, Assessore alla Trasformazione Urbana. Queste alcune delle sue dichiarazioni in merito: "Oggi prende il via questa iniziativa dove noi vorremmo che l’Osservatorio da noi costituito sul nuovo Stadio della Roma, insieme ai due Municipi su cui ricade l’area dello stadio, possa svolgere da qui a quando sarà necessario una serie di incontri e di approfondimenti in modo tale da fare un esame dettagliato sulle caratteristiche del progetto e suggerire le migliorie necessarie. - continua - Perché facciamo questo? Perché la prima cosa che crediamo sia opportuno in un progetto così importante e così grande è prima conoscere. Non c’è nulla di peggio per una città come Roma basarsi sulle cose per sentito dire. Bisogna entrare nel merito del progetto. L’aspirazione è mettere a disposizione uno strumento operativo, strettamente legato agli esiti del progetto per poter apportarne delle migliorie. Questo progetto fa parte del programma dell’amministrazione di Marino? No. Questo progetto viene presentato in virtù di una legittimità di una legge nazionale. Questo intervento è privato, ma non si contrappone alla strategia dell’amministrazione comunale. È un’area che consuma agro romano, verde agricolo? No. Questa area è un’area destinata a essere edificata dall’amministrazione comunale. Nel piano regolatore già oggi sono previsti 112mq di edificabilità che il proprietario dell’area può fare in maniera diretta. Basta portare il progetto all’Edilizia. Tutte le aree verdi sono attrezzature pubbliche. Abbiamo utilizzato l’opportunità data dal progetto dello Stadio per realizzare una previsione di piano regolatore che non si sarebbe mai realizzata perché l’acquisizione di quei terreni alla destinazione a parco non era in nessun dei programmi operativi dell’amministrazione comunale. È un progetto che ha una valenza esclusivamente edilizia? No. Sono molto più interessato al resto che allo stadio. Qui il privato o si sbriga a fare quello che deve fare o non rientra nei costi. Ha senso per la città? Ha molto senso. Noi siamo in una città che vive di una base economica molto asfittica. Siamo una città provinciale. Abbiamo un rapporto Roma-Milano di 1-5 poiché non abbiamo interventi privati funzionali per gli investimenti capitali internazionali. Lo stadio ha senso se si fa perché si porta un grande investimento immobiliare della città fatto da privati che è in grado di scardinare l’economia locale. Questo intervento porta 700-800 milioni di euro da fondi esteri, quando fino a questo momento sono stati 200. È una scommessa importante e non è detto che la si vinca. Nel progetto molto complesso, ma redatto al meglio manca ancora il quadro tecnico economico. Il proponente se vuole che il progetto venga esaminato integri e consegni all’Amministrazione Regionale in modo che possa essere presa una decisione".

"Intanto scusate una considerazione di  carattere generale; quello che è avvenuto questa mattina e quello che faremo anche nei prossimi incontri: analisi verticale e approfondita del progetto e contestualizzazione del progetto all’interno delle cose che questa amministrazione intende fare e di come intende parlare della città. Mi è piaciuto e vorrei riprendere le cose che ha detto Andreas: il verde in questo caso o la questione ambientale nella sua interezza, e non a caso abbiamo cominciato da questo, non è la ciliegina che dobbiamo mettere alla fine su qualcosa che o forse la cosa deve un po’ nascondere quelle cose che sono un po’ inaccettabili come spesso è avvenuto. Vorrei ricordare che la proposta che noi abbiamo ricevuto, nel dialogo che c’è stato e nel negoziato vero e proprio che c’è stato nella fase in cui è stato consegnato il progetto, lo studio di fattibilità, questa area non era inserita, l’area dei 43 ettari erano colorati ma la proposta progettuale era esclusa. In quel viaggio che la stampa ha un po’ sbeffeggiato come se noi stessimo andando da Pallotta a omaggiare chissà che cosa, noi insieme alle altre cose, abbiamo chiesto che venisse inclusa quest’area e abbiamo chiesto nella convenzione, nella delibera che è stata approvata in Assemblea Capitolina e previsto chi deve acquisire quest’area perchè quest’area non è del proponente, questa area è destinata al verde pubblico e deve essere acquisita con quella destinazione. Abbiamo anche scritto a carico di chi sono i costi per la realizzazione e abbiamo anche scritto a carico di chi sono i costi della gestione e per quanti anni, abbiamo anche scritto nella delibera che c’è bisogno di un sistema di videosorveglianza che è a carico del proponente. Non basta ovviamente: perché questa operazione se si farà, e non era previsto nella norma della legge nazionale, sarà assistita da una convenzione. La convenzione è un contratto firmato dall’amministrazione comunale e dal proponente (dai soggetti che realizzeranno questo intervento), che fissa i tempi, la durata del contratto, in quanto tempo verranno realizzate le cose, con quale sequenza, cosa verrà realizzato prima, cosa dopo e quali sono gli oneri e gli obblighi che l’amministrazione si carica e che il privato si carica. Per questo quando abbiamo costituito questo osservatorio, e qui qualcuno in sala se lo ricorda, abbiamo detto questo lavoro non è un lavoro che oggi si concentra sul progetto, ma oggi si dovrà ancora di più focalizzare nel momento in cui noi scriveremo nella convenzione urbanistica, quali sono gli obblighi che l’amministrazione si carica e quali sono gli obblighi che mettiamo a carico del privato; perché tutte le preoccupazioni che oggi sono state avanzate, sono preoccupazioni della fase attuativa e purtroppo a Roma abbiamo tradizione negativa da questo punto di vista però vorrei ricordare su questo, siccome non ci bastano le parole in questi mesi noi abbiamo cambiato tutto il sistema di regole del rapporto pubblico-privato, abbiamo cambiato tutti gli schemi di convenzione, noi oggi abbiamo, è stato approvato ad Aprile in Assemblea Capitolina, uno schema di convenzione che fissa per la prima volta con chiarezza la sequenza insieme della realizzazione della parte privata e delle opere pubbliche. Sapete si partiva da uno schema che prevedeva la possibilità di fare il 40% di edificabilità privata e il 40% di opere pubbliche. Sembra tutto pacifico in questa proporzione però, il 40% di opere private è sempre un appartamento chiuso con i marmi, con la porta blindata, con tutto quello che serve per essere venduto; il 40% di un’opera pubblica è una strada con un guardrail che finisce, è un pezzo di strada, è un pezzo di quartiere e la città è piena di situazioni di questo tipo. Noi questo sistema lo abbiamo cambiato modificando lo schema di base con cui si stabiliscono i rapporti tra pubblico e privato: utilizzeremo nel caso dello stadio il riferimento a quello schema di convenzioni, lo adatteremo per tute le cose che servono a garantire il massimo, l’amministrazione pubblica, gli abitanti che stanno nel quartiere e che questo intervento non comporti oneri nascosti per l’amministrazione comunale. Se noi dovessimo giudicare un progetto e le implicazioni che questo progetto ha sotto molti aspetti, oggi abbiamo visto quello ambientale, ma successivamente vedremo anche quello legato alla mobilità, ai collegamenti che sono stati in parte sollevati prima, se noi dovessimo giudicare questo progetto dalle condizioni attuali in cui si trova la città, dalle difficoltà quotidiane giorno per giorno che noi viviamo, non solo non potremmo fare questo progetto, non potremmo assumere quasi nessuno rischio di nuova progettualità. Allora noi dobbiamo essere impegnati a risolvere il quotidiano, che ha tutta una serie di problemi e di problematiche strutturali di questa città, ma non possiamo in virtù del quotidiano rinunciare a una progettualità che guarda a come potrebbe essere Roma domani, ovviamente nel farlo dobbiamo mettere gli elementi di discontinuità rispetto al passato ed essere concreti: una discontinuità non a parole, ma nei fatti è quella che vi ho detto, se noi oggi dovessimo regolare la convenzione con cui questo progetto sarà realizzato, l’amministrazione comunale ha uno strumento per garantirsi al massimo l’interesse del soggetto pubblico, ovviamente per garantire anche i tempi con cui il soggetto privato debba realizzare quest’opera che non possono essere tempi indefiniti, non esistono investimenti privati a tempi indefiniti. Non è possibile. Per quanto riguarda gli aspetti che sono oggi, che sono stati in questi mesi sui giornali e anche l’interrogazione che è stata fatta e a cui è stata data risposta in parlamento da parte del sottosegretario al Ministero dell’Ambiente, non c’è nulla di nuovo, il parere che è stato letto in Parlamento, è esattamente il parere che l’autorità di bacino ha dato nella conferenza di servizi preliminare, con le prescrizioni che sono state già assunte in fase di conferenza di servizi preliminare e ripeto le prescrizioni riguardano il fosso di Vallerano, l’area esondabile e l’area di Decima che oggi va sott’acqua, che ieri è andata sott’acqua e che domani andrà sott’acqua se non si mette a posto il fosso di Vallerano, e questa è una cosa indifferente alla proposta o meno dello stadio. La prescrizione che è stata data in conferenza di servizi preliminare, quindi neanche nella conferenza di servizi, prevede che venga messo in sicurezza il fosso di Vallerano. Mi alzo che purtroppo qui si vede solo un pezzetto. Il fosso di Vallerano è questo, vedete questo gomito? Questo fosso fa così, sale e poi va a sbucare qua nel Tevere. Questo gomito è il punto in cui Decima va sott’acqua. La prescrizione che è stata data dall’autorità di bacino riguarda la messa in sicurezza di quest’area, il consolidamento delle sponde di questo fosso e di conseguenza, visto che aumenterà l’afflusso sul Tevere, la messa in sicurezza degli argini del Tevere in questo punto. Questo è il parere espresso dalla conferenza preliminare nel luglio, il 31 luglio 2014, siamo ad agosto del 2015 e ancora giustamente se il Ministro deve andare a dare una risposta, prende il parere dell’autorità di bacino che è stato dato e lo dice. Dovremmo essere tutti quanti noi accorti, del fatto che i giornali li ripubblicano in maniera come se fosse una novità, un ulteriore stop, cose che già stanno nella procedura che sono già state esaminate e a cui il progetto definitivo che è stato presentato, si è adeguato, o se non si è adeguato lo deciderà la conferenza di servizi decisoria; peraltro il progetto, lo studio di fattibilità, prevedeva se non ricordo male 2 mln di euro di interventi per messa in sicurezza, a seguito di queste prescrizioni sono stati previsti 5 mln di euro di investimento, intervento privato su quest’opera e siccome bisogna leggere le carte per evitare appunto di stare in una bolla mediatica, la delibera, che pochi hanno letto, prevede che tra le quattro opere sulla base delle quali è stato dichiarato il pubblico interesse, perché il pubblico interesse non è stato dichiarato perché si fa lo stadio, vorrei essere chiaro, questa è un’altra delle leggende metropolitane, non è che l’Amministrazione Comunale ha detto “il pubblico interesse è dato dallo stadio”, no, l’amministrazione comunale ha detto “in virtù di una legge nazionale, c’è un proponente che vuole fare lo stadio, il progetto per me ha, riveste un pubblico interesse se vengono realizzate, che cosa?, se viene realizzato il collegamento con l’autostrada Fiumicino, quindi lo svincolo, il ponte e questa bretella, se viene riunificata l’Ostiense, via del mare in questo punto, se viene realizzato un sistema di trasporto su ferro con la metro B o il potenziamento della Roma-Lido che porta 16 treni a Tor di Valle, se realizzo quel ponte pedonale che lo collega alla FR1 e al treno che va Fiumicino, più il fosso di Vallerano che è uno delle condizioni su cui è dato il pubblico interesse. Nella delibera c’è scritto che ove, in qualsiasi momento della procedura, fino all’ultimo istante, fino a prima che la giunta regionale faccia la sua delibera, se uno di questi progetti su cui è stato dato il pubblico interesse, non si realizza o non si può realizzare, perché ci sono anche delle condizioni tecniche, che ne so c’è qualcosa per cui non si può fare, o non venga realizzato perché il proponente decide di non farlo, decade il pubblico interesse e tutta la procedura finisce, senza lasciare nessun segno di carattere urbanistico, nessun diritto acquisito, niente di niente su quest’area che oggi, da piano regolatore generale, se qualcuno fa il certificato di destinazione urbanistica, risulta verde e servizi pubblici, verde e servizi privati, indice di edificabilità e il totale di metri cubi che si possa realizzare oggi su quest’area, sarà esattamente quello che si manterà ove questa procedura decade per il motivi che abbiamo detto, non c’è stata nessuna variante, non c’è nessuna attribuzione di cubatura al privato, non c’è niente di niente e la sistemazione del fosso di Vallerano, prescritta dall’autorità di bacino a seguito di quel parere che è stato letto dieci giorni fa in Parlamento, è prevista nel progetto che è stato consegnato e che verrà esaminato dalla Regione. Ho detto questo, per quanto riguarda la manutenzione, ritorno al discorso dello schema della convenzione, nella delibera già oggi passata in assemblea consiliare sono individuati il proponente come quello che deve fare, deve prendersi carico della parte del parco agricolo, deve fare, deve mettere le telecamere, quindi deve assicurare la sicurezza, dopodichè nella convenzione urbanistica verranno prescritti i tempi e la gestione di tutti gli altri spazi, i parcheggi per esempio, che sono  i parcheggi pubblici che verranno utilizzati anche come nodo di scambio, forse verranno gestiti dall’Atac. Questo è tutto un aspetto che sarà trasferito all’interno della convenzione urbanistica, anche perché per il momento noi stiamo esaminando un progetto che non è ancora definitivo e non è ancora stato esaminato dalla conferenza di servizi decisoria, non sappiamo esattamente quali sono le parti e le consistenze delle singole parti, però è un aspetto, come ho detto prima, che l’Osservatorio e tutti gli abitanti che partecipano all’Osservatorio potranno monitorare perché la scrittura della convenzione sarà un pezzo del lavoro che noi, la visione della scrittura della convezione sarà un pezzo del lavoro che noi stiamo facendo. La stessa cosa vale per il nodo della Magliana, la risposta che abbiamo già dato al cittadino del municipio dell’altra sponda è che una delle opere di pubblico interesse è la previsione di una passerella pedonale, quando vedremo, analizzeremo tutti i collegamenti, vedrete come funziona: consente, non di andare allo stadio, ma consente a tutti gli abitanti di Magliana-Trullo, una volta arrivati alla stazione Magliana, di passare dall’altra parte, di usare esattamente il parco che è stato oggi illustrato, perché la prima, il primo punto su cui la passerella pedonale che si svolge esattamente in orizzontale, quindi non ci sono scale, non ci sono sali-scendi, andrà direttamente nell’area del parco, l’altro ramo della passerella pedonale andrà allo stadio. C’è un problema che è stato già posto dal municipio degli abitanti, quindi lo integreremo rispetto alla proposta che è stata fatta, è di rendere più funzionale il nodo attorno alla stazione, c’è un problema di parcheggi, c’è un problema di accessibilità e questo farà parte del lavoro che faremo quando analizzeremo l’accessibilità e porteremo dentro le istanze che l’amministrazione fa in conferenza di servizi decisoria, la messa, diciamo l’integrazione di quanto già previsto con la possibilità di far funzionare meglio i parcheggi e l’accessibilità all’area del nodo di Magliana".