Nela: "Da settembre lavorerò al fianco di Walter Sabatini"

08.07.2014 17:24 di  Andrea Fondato   vedi letture
Fonte: giovaninrete.wordpress.com
Nela: "Da settembre lavorerò al fianco di Walter Sabatini"
Vocegiallorossa.it
© foto di Andrea Pasquinucci

Sebino Nela, ex difensore della Roma, ha rilasciato un'intervista a Giovaninrete in cui ha parlato di una futura collaborazione con la società giallorossa. Ecco le sue parole.

In una tua intervista di qualche mese fa, avevi dichiarato che avevi preso dei contatti con la nuova società giallorossa. Puoi dirci qualcosa di più?
"Sì, ci siamo visti, le cose sono andate bene, e dalla prossima stagione inizierò a collaborare con loro".

In che ruolo?
"Riguardano due aspetti: uno dirigenziale ed uno tecnico. Per ora lasciamo tranquillo Walter Sabatini che è impegnatissimo con il calciomercato".

Affiancherai Sabatini nelle trattative di mercato?
"Aiuterò Walter in alcune cose. Sia per quanto riguarda le trattative sia con un lavoro di scouting".

Quindi ci confermi che dalla prossima stagione avrai un ruolo importante all’interno della società?
"Assolutamente sì".

La Roma ha già comprato Keita, Ashley Cole e Ucan? Come vedi questi nuovi acquisti?
"Mi sembra un mercato mirato. Bisogna disputare la Champions; serviva un mix di giovani e di giocatori esperti, ed è quello che sta facendo la società. Anche gli altri giocatori di cui si parla mi sembra siano funzionali agli obiettivi della squadra. Fino ad ora sicuramente è positivo il calciomercato della Roma".

La punta adatta alla Roma di cui tutti parlano chi potrebbe essere?
"Bisogna capire ancora alcuni meccanismi del mercato. Forse, tolta la Juventus, il resto delle squadre, per comprare a certe cifre, devono prima vendere. Dipende tutto dalla disponibilità economica a disposizione; se si hanno 50/60 milioni non ci sono problemi. Si potrebbe arrivare a queste cifre con qualche cessione eccellente: magari arriva la super offerta per Benatia e allora a quel punto si cerca un attaccante forte".

Quindi sacrificheresti Benatia per arrivare ad una punta di livello?
"Io Benatia lo terrei, però se il giocatore è scontento e vuole andare via, si mette in vendita alla cifra che la società ritiene giusta e se ne prende un altro. Anche perchè quando Benatia è arrivato non è che arrivava Thiago Silva eh. Arrivava un buon giocatore dall’Udinese, dove ha fatto 16 presenze (perchè era sempre fuori per infortunio), poi a Roma ha fatto una grande stagione. La stessa cosa però potrebbe succedere per un altro giocatore qualsiasi. Quindi di certo non mi metto a piangere se Benatia dovesse andare via".

Prima hai parlato di una super offerta. Per quale cifra potrebbe andare via il giocatore?
"Io sinceramente credo che per un giocatore di quel livello, già 35 mi sembra un’ottima valutazione".

Si era parlato di un’offerta del Manchester City di 25 milioni più Nastasic.
"Beh, se si arrivasse a 30 milioni più Nastasic penso che l’operazione si possa fare tranquillamente".

Per un posto da attaccante esterno, si fanno insistentemente i nomi di Iturbe e Cuadrado. Te chi prenderesti?
"La valutazione di Iturbe mi sembra un po’ eccessiva; è sicuramente un buon giocatore, ma 30 milioni mi sembrano veramente molti. Io prenderei sicuramente Cuadrado".

C’è qualche possibilità o sono solo voci?
"Quando c’è il mercato bisogna fare molta attenzione, perchè ci sono direttori sportivi molto bravi nel depistare: magari ai giornali fanno il nome di un giocatore e poi l’obiettivo è un altro. E’ giusto che sia anche così, ognuno deve guardare i propri interessi. Al di là di questo, io ritengo aperta la pista Cuadrado".

Qualche giorno fa, Maicon ha dichiarato che a Roma si sente rinato e che spera di vincere uno scudetto con i giallorossi. A Roma tutti parlano del calore della tifoseria. Chi meglio di te, che hai vinto uno scudetto nella stagione ’82-’83, può dirci cosa si prova a giocare in questa città con questa squadra?
"Io mi sono trovato bene fin da subito in questa città. Mi fa piacere che a Roma si sia riscoperto il Maicon di un tempo. La scorsa stagione ha fatto molto bene, è stato premiato con la convocazione in Nazionale; visto come sta andando il Brasile in questo Mondiale, potrebbe tornare ancor più motivato e avere voglia di dare ancora qualcosa".

Come detto, hai visto lo scudetto nella stagione ’82-’83. Qual è il ricordo più bello di quell’annata? Ed il più brutto?
"L’ aver vinto quello scudetto ha avuto un significato incredibile. Si è passato dalla “Rometta”, una squadra che ogni hanno faceva il suo modesto campionato, al diventare una squadra temuta, rispettata e vincente. E’ stato un periodo particolare: girava tutto bene, si è creato il giusto feeling tra società, giocatori e tifosi. E’ stato un campionato bellissimo, una vittoria meravigliosa da parte di una squadra che giocava anche molto bene a calcio. Ricordi brutti anche ce ne sono stati. Con la Roma ho perso due finali: una di Coppa Uefa in finale con l’Inter nel 1991 e la Coppa Campioni nel 1984; però ho sempre detto che anche le sconfitte sono state esperienze bellissime perchè proprio dalle sconfitte ho imparato cosa significa essere tifoso della Roma. Ti passa subito l’arrabbiatura per non aver vinto qualcosa e rimane il fatto che giochi in una piazza talmente particolare che dimentichi anche le cose più brutte. Finita la finale con il Liverpool sono passato al Circo Massimo a vedere quello spettacolo di folla, mi veniva da piangere. Per quello che si era creato, non so se rivedremo mai una cosa del genere".

In quegli anni hai avuto un grande allenatore che era Nils Liedholm. Oggi la Roma sta scoprendo un altro grande allenatore, Rudi Garcia. Ci possono essere delle similitudini tra questi due mister?
"Rudi Garcia sta facendo un lavoro meraviglioso. L' anno scorso andando in ritiro, al terzo o quarto giorno, qualche giocatore già ne parlava in maniera straordinaria. E io non capivo il perchè un allenatore non conosciuto, dopo così poco tempo già avesse fatto quest’impressione; poi lo capii nel corso della stagione, accorgendomi che è una persona di grande capacità.
Sotto l’aspetto del gioco penso che la Roma sia stata la squadra migliore in Italia. Detto questo, mi sembra che anche al livello di spogliatoio il mister abbia fatto grandi cose creando un bel gruppo. non dimentichiamo che questa squadra veniva da un’annata disastrosa, e non era facile incidere così tanto come ha fatto Garcia".

Dove può arrivare la Roma in Champions?
"In questa competizione è importante giocare bene a calcio e la Roma lo sa fare molto bene. Credo, e qui torniamo al discorso degli acquisti, mancasse quel mix tra esperienza e freschezza. Ora penso che la squadra possa fare bene, io sono fiducioso".

Hai parlato di quanto sia importante l’esperienza in campo internazionale. In questi giorni si parla di un possibile arrivo di Samuel Eto’o a Roma. Cosa ne pensi?
"No, mamma mia. Credo che questo giocatore non abbia molto più da dare. L’ho visto ultimamente, credo che per lui a questi livelli non ci sia più molto da fare. Mi dispiace, è stato un gran giocatore, ma ora lo vedo sul viale del tramonto".

Hai avuto la possibilità di vedere Francesco Totti agli esordi con la maglia della Roma. Che impressione ti fece? Già da allora si intravedeva che sarebbe diventato un grande campione?
"Le potenzialità già si vedevano, poi era chiaro che bisognava aspettare il “battesimo di fuoco”. Piano piano si diventa grandi giocatori. I numeri ce li aveva già dal settore giovanile. Sicuramente bisogna fare attenzione: di ragazzi bravi ne vediamo tanti, poi quelli che arrivano a certi livelli non sono molti.
Giocare in Italia non è facile. All’estero vediamo giocatori che fanno il loro esordio a 16 anni. Qui a 23 anni chiamiamo un giocatore ancora giovane; in altri Paesi, a quell’età, hanno già quattro o cinque campionati alle spalle. Ma sono ambienti diversi, in Italia purtroppo si fa sempre più fatica del solito".

Totti ha avuto anche la fortuna di avere un allenatore come Carlo Mazzone.
"Certamente ci vuole anche fortuna. E’ un po’ quello che mi è capitato a me: ho esordito a 17 anni in Serie B, ho fatto mezzo campionato, poi l’anno dopo dovevano darmi in prestito in Serie C, ma arrivò Gianni Di Marzio che si oppose con decisione alla mia cessione e da lì iniziai a giocare titolare e poi arrivai a Roma. Fossi andato via, non so quale sarebbe stata la mia carriera".

Nel 1992 sei passato dalla Roma al Napoli. Fino a quel gesto di Salvatore Bagni verso la Curva Sud nel 1987, le due squadre erano gemellate. Com’era il clima dopo la rottura di quel gemellaggio?
"
Mah il gesto di Bagni neanche me lo ricordo, ma, conoscendo il personaggio, posso immaginare…. Ha fatto il gesto dell’ombrello verso la Curva Sud. Peccato, perchè queste due tifoserie quando si giocava Roma – Napoli davano sempre spettacolo. Conoscendo Salvatore, poteva essere solo lui a rovinare un gemellaggio del genere. Mi sembra che siano successe anche altre cose del genere che l’abbiano visto protagonista".

Cosa può succedere oggi dopo al morte di Ciro Esposito?
"Adesso la situazione si è fatta difficile. Credo che verranno impedite le trasferte per questa gara,e  non solo. In Italia ormai siamo abituati a queste rivalità, questa volta purtroppo ci è scappato il morto. E’ brutto, per noi che lavoriamo nell’ambiente e per i tifosi. Quando avvengono queste cose qua, il pallone ha poco senso".

Quale può essere la soluzione per evitare certe cose?
"In questo paese capitano tutte le cose più brutte. Un po’ di rigidità maggiore potrebbe essere utile".

Hai sconfitto il cancro e sei diventato il testimone della campagna “Il cancro non ha colore”. Cosa vuol dire questo per te? Cosa diresti a chi deve combattere questa brutta malattia?
"Mi è successa questa cosa, ma sono qua; si combatte e si lotta. E’ capitato a me, capita a centinaia di migliaia di persone. La testa penso sia fondamentale, la famiglia diventa straordinariamente importante, è determinante anche avere un lavoro, o comunque occuparsi di qualcosa, non stare a casa tutto il giorno a pensare a quello che si ha. Fa sempre effetto quando capita a persone dello spettacolo o dello sport, si pensa che noi siamo imbattibili".