LUISS - Pallotta: "Non sono uno stupido venuto per comprare la Roma, sbagliata la strategia per il main sponsor, negli ultimi mesi ricevute 12 proposte". Baldissoni: "Le barriere? Questione di giorni". FOTO! VIDEO!

23.03.2017 09:00 di Simone Ducci Twitter:    vedi letture
Fonte: dall'inviato alla LUISS Alessandro Carducci
LUISS - Pallotta: "Non sono uno stupido venuto per comprare la Roma, sbagliata la strategia per il main sponsor, negli ultimi mesi ricevute 12 proposte". Baldissoni: "Le barriere? Questione di giorni". FOTO! VIDEO!
© foto di Vocegiallorossa.it

Nella giornata di ieri il presidente giallorosso James Pallotta è intervenuto presso l’università LUISS Guido Carli per la presentazione del primo Bilancio d’Impatto del club. All’appuntamento erano presenti anche il DG Baldissoni e il presidente del CONI Giovanni Malagò.

 

19:33 - Baldissoni: “Le barriere? Sapete che abbiamo gestito un problema complicato, gestito dalle forze di sicurezza. Dal primo giorno abbiamo ritenuto di dover superare questa situazione. Noi pensiamo a uno stadio senza barriere. Sembra che dai ministri competenti si sia ritenuto il momento di fare un passo in avanti verso la normalizzazione. La data la sceglie l’autorità di pubblica sicurezza ma riteniamo che sia questione di giorni”. Malagò: "Il CONI è stato pre allertato circa la rimozione delle barriere".

19:26Pallotta: “Probabilmente alcuni di voi non lo sanno ma ho ricevuto la preview della relazione di questo progetto, i contenuti sono lusinghieri ed è la prima volta che una cosa del genere viene realizzata con una società sportiva. Siamo orgogliosi che sia stata la Roma la prima. Questo ovviamente ci fa anche capire che c’è ancora molta strada da percorrere sia come Roma città che come AS Roma. Abbiamo molte idee, molti progetti da sviluppare, non lo possiamo fare senza l’aiuto di molte delle persone qui presenti. Forse per molti di voi io sono l’americano un po’ sciocco ed ingenuo, l’americano che è arrivato qui per acquistare la Roma ma in realtà quello che dovete capire è che io vengo da un quartiere di Boston che è al 100% composto da italiani, motivo per il quale io mi sono sempre sentito prima di tutto italiano che americano. Lo stesso vale per i miei figli e i miei genitori. Motivo per il quale ho sempre avuto forte senso di responsabilità nei confronti di Roma e dell’Italia e volevo restituite loro qualcosa. Più che dilungarmi in un lungo intervento vorrei aprire una sessione di domande e risposte con gli studenti”. 

Noi studenti studiamo sempre le differenze di gestione tra eventi sportivi in Italia e negli Usa. Non ritenete che anche la Roma debba aprirsi di più ai tirocini per gli studenti?
“Penso che hai ragione al 100%. A Boston esiste con i Celtics, ovviamente l’università di Boston è una delle più attive del mondo in questo senso. Però ecco, prima di pensare a questo la nostra priorità in questo momento sono i giovani dell’AS Roma, noi abbiamo bambini e ragazzi che sono a Trigoria. Due-tre anni fa ho chiesto a Mauro Baldissoni “ma se quel ragazzo non riesce ad arrivare in prima squadra, che fine farà? Sarà disoccupato?”. Questo è il motivo per il quale abbiamo avviato il nostro programma di liceo sportivo, che garantisca istruzione a questi ragazzi. Quando la Primavera è andata ad Orlando, ovviamente i nostri calciatori erano più forti di quelli dei college americani, ma è stato offerto ai nostri ragazzi di poter studiare negli Stati Uniti. Abbiamo anche un sistema di tutor che assiste i ragazzi in questo senso. Anche chi non arriverà giocare nel Chelsea avrà la possibilità di giocare a calcio e ricevere una istruzione universitaria. Questo era il primo passo, ora dobbiamo aprirci agli studenti”. 

Se quello è il primo passo, qual è quello finale?
“Il discorso dell’Impatto è qualcosa in evoluzione, con Roma Cares ci siamo concentrati sui bambini di questa città. Esistono molti programmi, progetti, in questo senso. In futuro, già ne abbiamo discusso con alcuni politici, ci piacerebbe organizzare delle amichevoli con grandi Club al Circo Massimo. Eventi unici come una sessione unplugged con Springsteen, un concerto da tre ore da trasmettere a pagamento e il cui ricavo andrebbe investito sul tessuto sociale cittadino, per avviare programmi di istruzione o ristrutturare edifici scolastici”.

Aveva detto che avevate sbagliato nel collegare la ricerca del main sponsor con quella dei naming rights per il nuovo stadio. Come mai la squadra non ha ancora uno sponsor sulla maglia?
“Abbiamo sbagliato strategia, pensavamo di ricevere approvazione per la costruzione dello stadio un anno fa, poi cambiamenti politici hanno portato a dei ritardi per cui ci siamo concentrati su quello che si chiama il tessuto digitale dello stadio, contattando tante aziende per dettagli sull’allestimento dello stadio. Per esempio: se impianti audio saranno LG o Samsung o altri, oppure quale sistema di pagamento usare... Negli ultimi mesi la società ha ricevuto 11-12 proposte dettagliate, proprio questa mattina alle 07:00 ho ricevuto una telefonata da uno sponsor asiatico. Nel complesso sono ottimista in vista della prossima stagione”.

Che impatto ha avuto questo nuovo progetto su di lei e come vuole usarlo?
“Innanzitutto un sentimento di gratitudine per essere stati scelti come primo Club. Ci accorgiamo che sono state fatte tante belle cose ma che è ancora possibile farne tante, abbiamo forte senso di responsabilità nei confronti della comunità. Tutte le volte che vengo in Italia e a Roma, per me è deprimente comprovare come ci siano alti tassi di disoccupazione giovanile. Probabilmente ho sempre avuto un pregiudizio positivo nei confronti degli italiani, per me sono le persone più creative al mondo. È deprimente vedere come tantissime persone siano costrette ad emigrare negli Stati Uniti per avere opportunità. Tutto questo mi rattrista e deve finire. È sia un discorso politico sia economico, è una vergogna che tutto questo succeda, va fatto qualcosa in questo senso. Quando è troppo è troppo!” 

19:22 - Prende la parola il presidente del CONI Malagò: “Oggi rientro da Milano, dove sono stato a un meraviglioso dibattito promosso da Facebook sul tema riguardante l’aiuto del digitale al mondo dello sport che si collega a questo. Recentemente è successo che il fondatore di Facebook è stato a trovare le squadre di Duke e del North Carolina. Lì non c’è un background delle tifoserie del calcio. Lì c’è la concezione della franchigia, una dinamica culturale. Perché sono partito da questo spunto? L’ideatore di Facebook vuole scoprire nuove sfide. L’ultimo obiettivo che si è posto è quello di declinare il valore dello sport. Lui dice che esiste un algoritmo tra lo sport e quello che c’è dentro di esso. C’è anche il discorso dello spirito di sacrificio. Il tema è formidabile. Oggi se lo sport è diventato il centro dell’attenzione della vita è proprio perché ci stiamo rendendo conto dei vantaggi che esso porta nella vita. Oggi si fa un dibattito sul tema dell’impatto. Si può quantificare che il punto e mezzo di attività fisica che il popolo italiano ha fatto vuol dire 200 milioni di euro di aspettativa sulla vita di ognuno di noi. Questo non lo dico io ma lo dicono gli scienziati. Ecco perché se ricevo 400 milioni di euro dallo Stato per portare avanti la baracca, mi presento dal mio azionista dicendogli che a prescindere dagli introiti il paese sta facendo molto sport. Questo dato è importante perché noi non combattiamo contro paesi che hanno un’aspettativa di vita inferiore di noi. I dati più alti di miglioramento ce li abbiamo tra i 6 e i 10 anni grazie al plesso scolastico. Valiamo l’1,7% del PIL del paese, valiamo il doppio nel PIL indiretto (3,5%). Stiamo crescendo insieme alla pratica sportiva. Oggi se uno era abituato a pensare che l’ideale era lavorare in banca, oggi i giovani pensano di fare dei corsi di management per entrare nel mondo dello sport. Oggi c’è un’offerta di mestieri che prima non c’era. Se sono dispiaciuto della mancata candidatura olimpica? È un problema di una ferita grave, devo difendere la partita delle Olimpiadi. Lo difendo per i tesserati del CONI. Il punto è che quando qualcuno ha sostenuto la tesi nei termini dei costi esosi delle operazioni io posso dire che a men non piace il termine costare perché in realtà i costi sono investimenti. Ecco perché noi abbiamo reclamato qualche valore in più”.   

19:07 - Prende la parola il professore Fiori: “Sono emozionato perché per noi è stata una bella sfida. L’abbiamo accolta con entusiasmo. La LUISS è da tempo impegnata su questo fronte. Bisogna misurare anche il valore dell’impatto che le imprese creano sulla società. Una delle teorie più devastanti è quella del valore degli azionisti, in cui si pensa che ci siano diritti solo per gli azionisti mentre ci sono anche quelli dei lavoratori per esempio. Io mi batto affinché venga superata questa teoria. C’è stata anche un po’ di preoccupazione perché da anni si sente parlare di bilanci sociali e sappiamo bene che molte volte questi documenti sono un racconto di ciò che le aziende hanno fatto. Sono più documenti di propaganda. Noi abbiamo cercato di fare una misurazione. Il problema di questi bilanci è che molti impatti non sono misurabili ma qualitativi. Abbiamo fatto un percorso che è all’inizio del suo cammino. Il progetto deve andare avanti perché gli impatti misurati sono solo una parte. Ci siamo concentrati su 4 parti: in primis sul valore del marchio Roma. Che impatto ha questo marchio sulla società. La cosa più bella misurata è stato quello che la Roma fa per i giovani. Se i ragazzi non avessero la Roma calcio che li assiste avrebbero magari un destino differente. Un ragazzo che studia al posto di stare per strada crea valore per la società. Il valore lo abbiamo stimato intorno ai 12-13 milioni di euro. Ci mancano però tante informazioni. La terza area è quella del rapporto con i tifosi. Essi sono molti. La gestione e l’educazione del tifoso che valore ha? Immenso. Questo aspetto è importantissimo. Il tema dei supporter e dei giovani ha un impatto sociale mentre il grande ruolo che può svolgere la Roma è quello di ambasciatore per la città. Il club può essere uno stimolo per la città. Quello che voglio segnalare è che è urgente cominciare a pensare in modo differente, valorizzando tutte le esternalità positive delle imprese altrimenti non si capirà il valore reale, finendo così per affrontare crisi come quella odierna. Questo cambio di paradigma è necessario. Noi andremo avanti nel progetto, grazie al sostegno della Roma. Riusciremo a misurare tutto? Non lo so, non credo. Solo Venditti ci è riuscito con la sua canzone”.

18:53 - Ecco le parole di Baldissoni: “Grazie alla LUISS che ci ospita e che ci ha voluto accompagnare in una sfida che apre frontiere interessanti. Il ruolo dovrebbe essere quello di spiegare del perché di questo bilancio. Soltanto guardando la grande presenza la risposta mi sembra evidente. Tutto nasce dalle considerazioni che la Roma dovrebbe essere. Credo che in qualsiasi ambito, sia importante il perché si facciano certe cose. Nella nostra realtà importante è anche il per chi lo si faccia. In un’intervista mi sono sentito dire dal presidente che noi ci sentiamo i custodi di ciò che la Roma rappresenta, non i proprietari. Noi abbiamo un programma, in cui ospitiamo studenti americani che visionano la struttura. Quando li saluto gli chiedo sempre cosa sia la Roma. Il loro sguardo è spesso perplesso ma qualche coraggioso risponde che la Roma è una squadra di calcio ovviamente. Sicuramente noi partecipiamo a un campionato professionistico, in cui abbiamo costi e ricavi consistenti che vanno nel bilancio tradizionale. Quello di cui siamo sicuri è che la Roma sia una piattaforma sociale. Essa fa riferimento a una comunità ecco perché chi acquista la Roma si sente il custode. Noi siamo obbligati a intercettare i valori di questa società. Possiamo definirla un realtà in grado di contenere e trasferire emozioni di una comunità. Partendo da qui in questi anni ci siamo messi in testa di lanciare alcune iniziative, a partire da quelle dei tifosi, rappresentanti di questa comunità. Abbiamo creato un call centre, un settore famiglia, ecc. Abbiamo anche cercato di concentrarci sui tifosi del futuro, girando per le scuole elementari. Altrettanto importanti sono le emozioni dei protagonisti. Abbiamo intercettato quelle dei protagonisti del passato (Hall of Fame). Abbiamo cambiato l’indirizzo della sede sociale, utilizzando la piazza intitolata a Dino Viola, abbiamo intestato il campo della Primavera a Di Bartolomei. Più di un anno fa abbiamo provato a dare un valore a queste iniziative e da qui nasce questo esercizio. Chiudo con un riferimento: vi voglio leggere una delle lettere che abbiamo ricevuto quando abbiamo invitato i nostri ex calciatori. È la lettera del nipote di Ferraris IV (viene letta la lettera ndr)”.   

18:18 - Sono arrivati presso l'università Pallotta e Baldissoni. Presente anche l'imprenditore Parnasi.

LUISS
© foto di Vocegiallorossa.it
Parnasi
© foto di Vocegiallorossa.it
Pallotta e Baldissoni
© foto di Vocegiallorossa.it
Pallotta e Baldissoni
© foto di Vocegiallorossa.it
Baldissoni
© foto di Vocegiallorossa.it
Pallotta
© foto di Vocegiallorossa.it
Malag?
© foto di Vocegiallorossa.it
Baldissoni
© foto di Vocegiallorossa.it
Pallotta e Malag?
© foto di Vocegiallorossa.it
Pallotta
© foto di Vocegiallorossa.it