Juan Jesus: "Non sono una macchina, ma qui migliorerò tantissimo. A Gerson dico di stare tranquillo"

25.07.2016 12:25 di Marco Rossi Mercanti Twitter:    vedi letture
Fonte: Roma Radio
Juan Jesus: "Non sono una macchina, ma qui migliorerò tantissimo. A Gerson dico di stare tranquillo"
© foto di Vocegiallorossa.it

Queste le parole di Juan Jesus rilasciate a Roma Radio direttamente dal ritiro di Boston:

"C'è questo problema del nome, il nome sarebbe Juan Jesus, ma è meglio chiamarmi Jesus così nessuno fa casino".

Che ragazzo sei?
"Sono molto tranquillo, un po' riservato, ma sono molto divertente. Mi piace scherzare, qui sto facendo gruppo. Sono un po' come Manolas".

Sei entrato in gruppo divertente?
"Sì, i ragazzi lo sono. Mi do del tempo per prendere confidenza coi ragazzi, poi farò casino insieme a loro".

Gerson?
"Non è facile per lui perché trova un'altra cultura. Ogni tanto parlo con lui e gli dico di stare tranquillo. Il problema è la lingua e poi il resto verrà da sé. Ogni tanto mi chiede dei consigli su come stare in campo, perché il calcio italiano è molto tattico e quindi deve pensare molto per sfruttare al meglio le sue qualità".

Differenze tra il calcio brasiliano e il calcio italiano?
"Per me era un po' più facile perché dove son cresciuto, nell'Internacional de Porto Alegre, il calcio era molto tattico. Le squadre del Sud sono più toste perché fanno molto bene la fase difensiva. Devo ancora imparare tanto perché sono giovane, ma qui migliorerò tantissimo".

Che effetto ti fa di essere nella stessa squadra di Falcao?
"Mi fa solo che piacere perché è stato un grande giocatore della Roma ed è stato il mio allenatore lì. Spero di fare almeno un po' della storia che ha fatto lui nella Roma".

Nato a Belo Orizonte, come Cerezo...
"Lui ha fatto benissimo nella Nazionale, nella Roma, dove ha giocato ha sempre fatto bene. Sono contento che sia nato nella mia stessa città. Lui è molto conosciuto lì, io ancora no, perché sono andato via troppo giovane dal Brasile. Lui come persona e come giocatore è fantastico".

Giochi nel ruolo di Aldair...
"Lui è stato un centrale tecnicamente molto forte. Se posso prendere qualcosa da lui, la tecnica. La si migliora in allenamento, capendo bene la situazione. Sicuramente ho molto da fare per arrivare al 50% di quello che ha fatto Aldair".

Tu sei un classe '91. Ogni tanto ti deconcentri, così almeno dicono di te...
"A me stimola perché so di non essere una macchina. Sono fatto di pelle e ossa e ci sta di sbagliare. Devo migliorare sulla concentrazione perché so di poter fare 89' alla grande, ma la gente aspetta il mio errore. Ho ancora tanti anni da fare e alla Roma farò il salto di qualità".

Panucci ha detto: "Ho imparato di più da Spalletti che da tutti gli altri allenatori". Che ne pensi tu del mister?
"Nelle due settimane che sono qui ho imparato tantissimo, sicuramente è un allenatore che ti può migliorare".

Che ti sembra la Roma da dentro?
"Sicuramente di altissimo livello. Quando affrontavo la Roma era difficile con Lamela, Totti. Adesso sono insieme a loro e devo fare ancora meglio. In allenamento la qualità è sempre alta. Il mister sempre ci chiede qualità e intensità e stiamo riuscendo a farlo".

Il compagno che ti ha colpito di più in queste settimane?
"Totti, non c'è bisogno da dire nulla sulle sue qualità. Diego Perotti, però, secondo me è uno bravissimo tecnicamente, è molto forte, per me uno dei più forti come qualità".

Dzeko?
"Mi aiuta a migliorare nell'aspetto fisico: è grosso e forte. Quindi quando affronterò un altro attaccante sarò più tranquillo".

Il desiderio per questa stagione?
"Dobbiamo essere umili, lavorare bene. Dobbiamo lavorare. Credo che con il lavoro possiamo raccogliere tante cose. Le vittorie arrivano quando lavori tanto, sudi sul campo e metti qualità. Sono tre cose importanti per arrivare lontano, con tante vittorie".