ESCLUSIVA VG - Mangone: "Ecco cosa si dice di Gerson in Brasile. Se Spalletti fosse arrivato prima..."

06.04.2016 16:00 di  Danilo Magnani  Twitter:    vedi letture
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - intervista a cura di Danilo Magnani
ESCLUSIVA VG - Mangone: "Ecco cosa si dice di Gerson in Brasile. Se Spalletti fosse arrivato prima..."
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© foto di Stefano Stradini/TuttoLegaPro.com

Dopo la vittoria nel derby, alla Roma restano 7 partite per provare ad agguantare un secondo posto occupato dal Napoli, distante 4 punti. Il prossimo avversario è il Bologna e la nostra Redazione ha contattato Amedeo Mangone, che in passato ha giocato con entrambe le squadre. Campione d'Italia nel 2001, l'ex difensore è reduce da un'esperienza sulla panchina del Gama, squadra della 4^ divisione brasiliana. Con lui abbiamo affrontato diversi temi, dalla vittoria giallorossa nella stracittadina al rendimento di Spalletti. Di seguito le parole del tecnico milanese:

Come sta andando l'esperienza brasiliana?
“In realtà è finita da due settimane poiché il visto turistico mi era scaduto. La società non si è comportata benissimo, promettendo cose che poi non si sono avverate, quindi sono dovuto rientrare in Italia. Dispiace aver dovuto lasciare il lavoro in corsa, ma credo che la dirigenza abbia avuto dei problemi economici tali da non poterle permettere di pagare un allenatore italiano”.

Come mai questa scelta? Una fuga dagli umori dei presidenti italiani?
“Il consulente di mercato del Gama è un mio amico. Mi propose questa idea e io l'accettai, anche per immergermi in una avventura totalmente nuova, in un paese con una mentalità diversa dal nostro. Ovviamente le premesse erano molto differenti dalla realtà dei fatti”.

Che idea hanno in Brasile di Gerson e Alisson, futuri giocatori della Roma?
“Gerson è veramente forte, ha grandi prospettive, tutti quanti ne parlano come di un talento garantito. La Roma ha fatto benissimo ad assicurarselo con tanto anticipo. Per quanto riguarda Alisson, ha dai mezzi fisici e delle doti tecniche molto buone. È chiaro che il ruolo del portiere è molto delicato, bisognerà avere pazienza e a Roma, soprattutto con i portieri, non sempre se ne ha. Nonostante sia già il portiere della Seleção, è giovane e può crescere ancora molto. Tutto dipenderà dal momento che vivrà la Roma quando lo chiamerà in causa. Puoi essere il portiere più forte al mondo, ma se la tua squadra non gira fai brutta figura lo stesso”.

Passiamo all'Italia. Segue ancora il nostro campionato? Quale squadra la sta impressionando di più?
“Sarebbe scontato dire la Juventus ma sinceramente sono molto impressionato dalla Roma di Spalletti. Quello che è riuscito a fare in pochi mesi è davvero straordinario, nessuno poteva aspettarsi che riuscisse a stravolgere così tanto una squadra sul piano del gioco. Non per togliere nulla a Garcia, che comunque aveva fatto grandi cose, ma credo che se la stagione attuale fosse iniziata con Spalletti, la Roma avrebbe potuto tranquillamente competere con la Juventus per il titolo”.

Domenica c'è stato il derby, vinto dalla Roma per 4 a 1. L'ha visto?
“Ovviamente, perché i miei figli sono romanisti. A posteriori è facile dire che la vitoria giallorossa fosse prevedibile, ma prima della partita non avrei saputo cosa dire: questo perché il derby è sempre una partita a se, le differenze tecniche e di classifica si azzerano. Infatti la Lazio ha avuto anche una buona reazione d'orgoglio sullo 0-2, ma gli episodi sono spesso determinanti in partite del genere. È chiaro che alla distanza sono venuti fuori i diversi valori delle due squadre che hanno permesso alla Roma di chiudere il match con 4 gol”.

Nell'ultimo derby che la Roma vinse 4-1 c'era lei in campo, era il 1999. Che ricordi ha? Riesce a fare un paragone tra quella Roma e quella attuale?
“È molto difficile fare delle similitudini, era un campionato diverso con squadre totalmente differenti da quelle di adesso. Anche la situazione tra Roma e Lazio non era la stessa, infatti i biancocelesti erano primi in classifica allora, erano la squadra da battere”.

La prossima settimana c'è il Bologna, dove lei ha giocato. Che partita si troveranno ad affrontare gli uomini di Spalletti?
“La Roma ha molto più da perdere rispetto al Bologna, si è avvicinata al Napoli e sa che deve continuare a vincere per mettere pressione ai partenopei. Il Bologna vive una situazione di classifica molto tranquilla e può giocarsela serenamente, senza fare troppi calcoli. Credo che affronteranno la partita a viso aperto”.

Spesso si dice che i cambi in corsa delle panchine non servano: Donadoni e Spalletti rappresentano esattamente il contrario in questa annata. Le piacciono i due allenatori?
“Come già detto, Spalletti mi piace molto. Quello che è riuscito a tirar fuori dai giocatori romanisti è impressionante. Anche Donadoni è un ottimo allenatore, ha sempre fatto un buon lavoro ovunque si sia trovato. La scorsa stagione a Parma ha dimostrato tutta la sua professionalità, tenendo le redini di una squadra la cui situazione avrebbe messo in fuga molti tecnici. A Bologna ha ricompattato l'ambiente, riuscendo a dare gioco ai calciatori demoralizzati dopo un avvio deludente. Mi piace perché i rossoblu riescono a mettere in difficoltà qualunque avversario, come avvenuto anche contro la Juventus (0-0 lo scorso febbraio, ndr)”.

Una domanda su quello che era il suo ruolo in campo: come mai ci sono sempre meno difensori di spessore italiani? Una volta era uno dei nostri reparti migliori...
“Il grosso problema risiede nella costruzione dei settori giovanili, credo però sia una situazione destinata a cambiare. Negli ultimi due anni i club sono tornati a curare molto i propri vivai e se ne vedranno a breve i frutti. Ora viviamo un periodo di transizione ma tra qualche anno vedremo dei cambiamenti: vorrà dire che le società italiane avranno lavorato bene”.

In conclusione, che programmi ha per il futuro? Tenterà nuovamente un'esperienza in Italia?
“Aspetto una chiamata, anche perché è difficile fare progetti se non ti cerca nessuno (ride ndr). Andrò ad osservare diverse partita di Lega Pro, cercando di vedere se c'è qualche club interessato a collaborare. Chiaramente, vista anche l'ultima esperienza personale, le prospettive dovranno essere molto serie, ben programmate. Sono tanti i progetti che iniziano il lunedì e finiscono il martedì successivo, ed è proprio quello che voglio evitare”.